Alla ricerca di Nemo nel 2012


Nel 2003 avevo 19 anni e ogni tanto ho bisogno di vedere film di quel periodo per sentirmi meno sopraffatta dal tempo e dall'imminente fine del mio ventennio. Tecniche illusorie per una donna che non vuole crescere.

Ieri sera ho rivisto Alla ricerca di Nemo (Finding Nemo, di Andrew Stanton, 2003 ), che pochi giorni fa è stato riproposto sul grande schermo in 3D (ma io l'ho rivisto a casa, in 2D, altrimenti perdeva il suo effetto vintage e di amarcord!).

Per me era ed è rimasto uno dei più bei film di animazione computerizzata di sempre, una delle più brillanti chicche della Disney-Pixar, uno dei prodotti più ottimizzati e lavorati ad arte nel suo campo.

L'effetto multicolor subacqueo è ipnotizzante e quasi psichedelico ancora oggi ed è la forza maggiore del film; più che la trama è la confezione estetica e ipercurata lo spettacolo di questo film, ciò che lo rende un'autentica avventura per gli occhi. Tutti quei fondali ovattati, la variopinta fauna e flora marina, il senso di apnea fatta di glùglù e bollicine, di pace oceanica, rendono il film un'esperienza immersiva in tutti i sensi.

La storia in sè non è nulla di originale (siamo ancora ben lontani dalla creatività tematica di capolavori come Wall.E e Up) ed è abbastanza intrisa di buonismo disneyano, ma ha comunque degli spunti interessanti: il pesce Marlin che è un po' un ragazzo padre sostituisce la solita mamma fiabesca, mentre la lieve disabilità di Nemo, superata con autoironia e coraggio, è un simpatico messaggio di anti-commiserazione.
La trovata più divertente e geniale per me è quella sorta di gruppo di squali e pesci carnivori  in stile alcolisti anonimi che tentano di "disintossicarsi" e di considerare i piccoli pesci come amici e non come prede: la scena in cui lo squalo Bruce, sentendo odore di sangue, ritorna ad essere aggressivo e vorace, è pazzesca, vorticosa e raffinata (ricorda Lo squalo di Spielberg e il Jack Nicholson di Shining), animazione all'ennesima potenza.

Alla ricerca di Nemo, nel 2003 come nel 2012, anche senza ricorrere al fastidioso e commerciale 3D, è un mare magnum di pixel in cui tuffarsi a capofitto, godendo della potenza della grafica computerizzata ma senza affogare mai nell'inanimato o nell'eccesso tecnico. Riconfermo l'Oscar!






Commenti

  1. E ci dimentichiamo di Dory? E' il mio mito!

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  2. Quanto amore per questo film! Io avevo 11 anni quando è uscito e ancora mi fa ridere un sacco, le battute le so quasi a memoria.
    Dory è fantastica e secondo me Carla Signoris è stata fantastica a doppiarla, è un personaggio per niente facile da interpretare!

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    1. è vero, la Signoris la doppia molto bene! beata te che nel 2003 avevi solo 11 anni Sissi ;)

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