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Visualizzazione dei post da maggio, 2013

Serie tv mon amour: 24. Bates Motel

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Finita la prima stagione di Bates Motel , una serie che mi aveva creato prime impressioni davvero promettenti e che ha perso un po' di smalto strada facendo. Non che si sia rovinata del tutto, ha solo diminuito piano piano quell'incantesimo seducente dato dalla sua illustre derivazione filmica. Nonostante ciò resta una serie di innato fascino, molto carismatica a dispetto della sua imperfezione. Il suo punto di forza a mio parere sono gli attori protagonisti. Vera Farmiga nel ruolo di Norma Bates è una perfetta, bisbetica, asfissiante madre, una di quelle donne che non hanno capito la differenza tra affetto e possesso, tra maternità e matriarcato psicologico. Una pazza scatenata insomma. Freddie Highmore è la vittima (o la causa?) di tale rapporto malsano ed è un bravissimo Norman Bates , un po' nerd sociopatico, un po' ragazzo indie romantico, in ogni caso un portatore insano di rabbia implosa pronta a esplodere. Il fatto che non si sa mai chi dei due si

I Love Books: 49. La porta

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Non avevo mai letto nulla di Magda Szabò , l'Ungheria non è mai rientrata nella geografia delle mie letture. Un po' per caso, un po' perché vado spesso alla ricerca di letteratura femminile autoriale, ho comprato La porta fidandomi dell'entusiasmo della quarta di copertina, incrociandolo con le (rare) 4 stelle e mezzo di Anobii e con la frase categorica "il capolavoro della più grande scrittrice ungherese contemporanea". Se dovessi definire in una sola parola questo romanzo direi che è ermetico, non perché di prosa o stile difficile, tutt'altro, ma perché non ne ho afferrato il senso pronfondo. L'intento forse sì, ma il risultato finale e il valore davvero no. E' un libro che non sono riuscita ad "aprire" e che non ha dato vita ad alcun processo empatico. Proprio per questo l'ho trovato estremamente insulso. La storia (autobiografica) è essenziale: il rapporto tra la scrittrice e la sua domestica di nome Emerenc , una figura

Il mio parere su Il grande Gatsby

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Questo film è una megafesta di fine stagione cinematografica, un addio all'inverno filmico, con tanto di botti pirotecnici in notturna, che non ci si può perdere per nulla al mondo se si ama almeno un po' il cinema, soprattutto quello più sfarzoso e spettacolare. Ogni forma di intimismo e minimalismo è bandita vecchi miei! Se pensate che l'organizzatore di questo party retrò-chic è Baz Luhrmann , capirete già prima di avervi preso parte, che si tratta di una giostra vorticosa, glitterata, eccessiva, affetta da gigantismo estetico e da un decadentismo struggente. Personalmente avevo un po' timore di questo aspetto, il chiasso ai limiti del lisergico del folle Baz mi mette sempre un po' a disagio; sia in Romeo+Giulietta di William Shakespeare che in Moulin Rouge! i miei occhi erano stanchi di tutte quelle giravolte cromatiche e pregavano per avere un po' di sano e composto bon ton. Questa volta però mi sono divertita, soprattutto da un punto di vista

I Love Books: 48. Notre-Dame de Paris

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Ci sono chiese dalla facciata essenziale, campestre, dimessa; ce ne sono altre dall'aspetto più cittadino ed elegante, e poi ci sono cattedrali di imponenza fastosa e struggente, da manuale di Storia dell'arte, che quasi atterriscono chi le guarda. Ecco, Notre-Dame de Paris di Victor Hugo è quest'ultimo tipo di meraviglia, una cattedrale immensa, un libro-mondo a più livelli, a più stili, ricco, sovrabbondante, maestoso, studiato nei dettagli e da prospettive diverse, lavorato, cesellato, sublimato fino a renderlo qualcosa di sacro, di solenne. Notre-Dame de Paris è il Romanzo in tutta la sua possente, magnifica, nobile espressione; pura delizia per il lettore, un tipo di piacere letterario squisito, appagante, corposo. Non una lettura qualunque, ma un'avventura parigina vibrante, passionale, fervidissima. Devo ammettere che l'inizio della relazione (perché tale per intensità e trasporto è stata!) fra me e il libro non è stato fra i migliori: Hugo ama