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Visualizzazione dei post da luglio, 2015

Il mio parere su Suite francese (il film)

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Suite francese   di Irène Némirovsky è un romanzo descrittivo e melodico, avvolgente e sensoriale, un'orchestrazione perfetta di narrazione e riflessione, di situazioni e di dimensioni. Un'opera che definirei, in una sola parola, lirica. Tolta questa superba atmosfera narrativa, rimane un impianto piuttosto consueto, la classica storia d'amore ai tempi di guerra in salsa melodrammatica. L'occupazione tedesca della Francia, una bella e riservata francese, in attesa del ritorno del marito dal fronte, che si innamora suo malgrado di un ufficiale tedesco. Quanto di più melenso ed eroticamente controllato ci si possa aspettare. Suite francese , il film di Saul Dibb , è proprio questo, una vicenda sentimentale old fashioned misurata ed essenziale, dall'andamento facilmente prevedibile. Il libro senza il suo potere insomma. Tolto tutto il meraviglioso apparato descrittivo del romanzo, la bellezza di certe espressioni, quelle percezioni intime tipiche della Né

I Love Books: 101. Butcher's Crossing

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Inizio subito col dire che questo libro parla di bisonti, di caccia ai bisonti. Orrore e raccapriccio. Poteva mai piacermi un tipo di contenuto così rude e wild? Potevo mai sentirmi coinvolta da una storia a metà tra Walden di Thoreau e Into the Wild con una spruzzata di Sergio Leone ? Naturalmente no, nemmeno se a scrivere tale opera è la mano santa, delicata, struggente di John Williams , il Creatore di quella meraviglia minimal che è  Stoner . Sapevo che dandomi a Butcher's Crossing mi sarei trovata in una condizione inevitabile di paragone e che il ricordo felice di Stoner mi avrebbe pungolata, se non disturbata, durante la lettura ridicolizzando le potenzialità del nuovo arrivato. Però il fatto è che Butcher's Crossing a me non sarebbe piaciuto comunque, nemmeno se non avessi avuto il pregiudizio dell'irripetibilità della perfezione. L'ho trovato oggettivamente brutto, Stoner o non Stoner alle spalle. Non ho mai letto nulla di Cormac McCarthy

Nessuno si salva da solo - Hungry Hearts

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Un post binario per due film italiani recuperati in voluto ritardo... Nessuno si salva da solo . Una serata di bassissima cinefilia. Dopo ho avuto la nausea. Io l'accoppiata autoreferenziale  Castellitto - Mazzantini non la sopporto da anni, perché ritengo rappresenti il peggio dello stile radical chic italiano, quel tipo di creativi borghesi che mirano ad un'autorialità non troppo italiana finendo con l'essere fin troppo italiani (mi sento Stanis di Boris in questo momento, ma è così!). Si punta in alto, si vuole citare, si vuole essere stilosi e impegnati, e io invece percepisco solo una complessiva mediocrità. Gli attori e i dialoghi sono l'apoteosi del posticcio, un po' come i capelli di Delia / Jasmine Trinca nelle varie fasi del film. Tra l'altro Jasmine Trinca è insopportabile, molto più di Scamarcio . Le domande e le risposte fra i due, durante le due ore di faccia a faccia o di flash back, fanno sentire sempre che c'è dietro il copion

I Love Books: 100. Padri e figli

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I romanzi russi dell'800 sono la panacea di tutti i mali. D'estate poi, quando la canicola postprandiale illanguidisce ogni cosa, o quando il sole tramonta e i colori si stemperano perdendo il loro ardore, o persino in spiaggia, sotto l'ombrellone, mentre il genere umano si agita nella balneazione, leggere un romanzo russo è un'esperienza metafisica. Turgenev mancava all'appello nella mia frequentazione letteraria russa ed è stato un piacere fare la sua conoscenza. Avevo acquistato Padri e figli anni fa in un mercatino dell'usato a Roma e poi l'avevo dimenticato. L'ho ripreso dalla sua postazione in libreria qualche sera fa ed è stato amore fin dall'incipit. Padri e figli è la storia di un incontro-scontro generazionale, di figli che tornano a casa dopo gli studi universitari e che vivono di amore e contrasto con i loro padri, di prospettive e direzioni di pensiero diverse, di aperture mentali di tipo metropolitano che deridono le chiusu

I Love Books: 99. Le notti bianche

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Proverò a scrivere un post breve in armonia con la fugacità di questo romanzo-racconto. Suggestioni, per lo più. Questo Dostoevskij di breve durata romanzesca e di fulminea poesia non me l'aspettavo, da lui ho sempre avuto cose più corpose e imponenti, strutture più a lungo termine. Quello de Le notti bianche è il Dostoevskij più romantico e meno politico di sempre ed è anche quello più sognante, più incantato. Le notti bianche è un racconto sentimentale, per sognatori, per creature sensibili e solitarie come il suo protagonista, per adolescenti d'età e/o di cuore. Una storia per anime dolci, per lettori fragili. Mi è piaciuta questa esperienza (esclusivamente notturna ed esaurita in una manciata di ore) a base di amore, sogno e incanto de Le notti bianche ? Ovviamente sì, ma non al punto da aver trovato un nuovo libro prediletto. Il mio disagio per i racconti è sempre quello, ormai lo sapete, e il fatto che in questo caso artefice di tanta brevità sia il

I Love Books: 98. Eureka Street

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Viene da urlare "eureka" con vittoriosa felicità dopo aver letto Eureka Street . Dio mio che felicità! Quello che troverete sarà un libro grandioso, struggente e sarcastico, melodioso e rude, duro eppure tenerissimo. Una bomba, non una di quelle mostruose piazzate dall'IRA, ma una di quelle benigne che fanno esplodere il cuore in mille frammenti di bellezza, divertimento, commozione, lievità e intensità. Questo libro è uscito nel 1996, io l'ho letto nel 2015: sono stata una donna infelice per quasi 20 anni, sono stata una Jon Snow che non sa niente. Vi dico in ordine casuale perché lo amerete fino all'idolatria. Per Belfast , per il modo in cui viene descritta, per il suo essere città poetica e prosaica, profumata e beffarda, ammaliante e distruttiva. Mai come durante la lettura di questo romanzo, il teletrasporto letterario ha avuto più potere: mi sono praticamente fatta un viaggio in Irlanda del Nord senza pagare, mi sono immersa nell'irlandes