I Love Books: 80. Villette


Villette è uno di quei romanzi classicamente british che io definisco "da caminetto e tisana"; che poi io non abbia in casa un caminetto e che la Sicilia non abbia propriamente la stessa atmosfera dell'Inghilterra vittoriana, è un altro paio di maniche.

L'immaginazione compensa anche i divari termici.

A dire il vero trovare una vera e propria comfort zone nel romanzo è stato difficile: dopo un inizio promettente che mi ha subito agganciata a sé, qualcosa nella trama ha iniziato a farsi stupido, barboso e poco interessante e i miei tentativi di immersione mi hanno subito riportato a galla, delusa e annoiata.

La verità è che l'ho mollato al 70% di avanzamento Kindle (shame on me!) e questa cosa mi rode perché sono una che di solito porta a termine le sue letture, anche quelle più fisiologicamente predisposte all'abbandono. Ho questa sciocca ostinazione da sempre.

L'ultima volta mi è successo con Tenera è la notte, ma lì l'abbandono aveva a che fare con l'autoconservazione emotiva e con un tipo di sublime dolore che dà di solito l'opera fitzgeraldiana e che non potevo sopportare.
Con Villette invece è stato per pura noia.

Dopo l'esaltazione da scoperta di opera minore grandiosa che mi aveva dato La casa della gioia di Edith Wharton, pensavo che anche Charlotte Brontë avesse in serbo per me una sorpresa e che da una che ha scritto un romanzo meraviglioso come Jane Eyre, ci si poteva aspettare una perla nascosta.

Il fatto che fosse edito da Fazi ha dato man forte alle mie grandi speranze: da quando ho letto Stonerconsidero questa case editrice una dispensatrice di raffinati doni letterari perduti, una salvifica levatrice di preziosità poco fortunate. E dire che prima la etichettavo come la casa editrice di Melissa P.

Nel caso di Villette le mie sensazioni in merito alla Fazi non sono propriamente le stesse e la mia gratitudine è minore, tuttavia mi rendo conto di quanto sia comunque bello, al di là del risultato e del feeling di lettura che si instaura, scoprire opere eclissate dalla fama di ingombranti sorelle maggiori, andare in avanscoperta e scegliere di dare una chance a quel romanzo di cui tutto conoscono l'autrice, ma che nessuno ha mai letto.

Non ho finito (ma magari lo farò prima o poi) Villette, però mi è rimasta un'idea della Charlotte Brontë  meno nota, una visione alternativa a Jane Eyre e una conferma di quanto questa sia davvero un'opera grandiosa, la prova più forte del talento della scrittrice inglese.

Grandiosità che manca invece a Villette, insieme al ritmo e ad un iter narrativo in crescendo.
Sono arrivata fino al 70% eppure la trama è rimasta sempre allo stesso livello, come se non succedesse mai nulla di risolutivo, di importante.

Lucy Snowe, che lascia la sua Inghilterra alla volta del Continente e si trasferisce a Villette, è in qualche modo simile a Jane Eyre: una donna modesta fisicamente, economicamente ed emotivamente, dalla vita grigiastra e priva di slanci passionali.
Ma mentre Jane si riscatta sposando Rochester e rendendo felici generazioni di lettori, Lucy rimane sfigata fino alla fine. (Fine che, leggendo la spoilerante prefazione al romanzo, so non essere happy).

Il racconto delle sue "avventure" a Villette non è propriamente vivace: a parte qualche episodio dalle tinte (blandamente) sinistre e misteriose tipiche del romanzo vittoriano e qualche momento di sincero sfogo emotivo e nervoso, il resto è molto calmo e soporifero. Almeno lo è stato per me.

Mi aspettavo l'avvincente diario di una disadattata britannica in territorio straniero e le vicissitudini derivanti da questo gap, ma le vicissitudini in questione non hanno nulla di rocambolesco o, in alternativa, di profondo, e, di conseguenza, non hanno nulla di romanzesco.

Scusa Charlotte. Sei comunque una grande.

Commenti

  1. -.- l'ho comprato ieri mannaggia

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    1. Eheheheheh, dai, magari a te può piacere! Magari la penserai come Virginia Woolf che lo considerava il romanzo più bello di Charlotte Bronte!
      Fammi sapere a fine lettura ;)

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  2. Condivido in pieno le tue impressioni su questo romanzo... e dire che Jane Eyre è il mio libro preferito in assoluto! Avevo sentito parlare di Villette come del capolavoro di Charlotte Bronte, superiore dunque a Jane Eyre. Ma... no, assolutamente no! Dove è finita tutta la passione di Jane? Lucy Snowe è barbosa come poche!

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  3. Più passa il tempo, più mi sembra sul serio che io sia l'unica persona in tutto il mondo terracqueo a non aver ancora letto Jane Eyre (alla veneranda età di 23 anni). Non lo so proprio il perché, amo i classici, sono quei bei libroni in cui mi sento a casa e che mi piace leggere soprattutto d'autunno proprio perché li considero come te da "caminetto e tisana". Ma con Jane ancora non ho avuto il piacere d'incontrarmi. Ho intenzione di comprarlo assieme a "Il rosso e il nero" di Stendhal nelle nuove edizioni Feltrinelli perché avevano delle copertine semplicemente bellissime. A parte questo... mi dispiace molto per la delusione. Avevo già sentito dire che questo romanzo era inferiore alle aspettative dei fan di Jane Eyre... immagino sia il rischio del cimentarsi con le "opere minori" però vale la pena correrlo perché a volte si scoprono dei veri e propri gioielli!

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    1. C'è sempre tempo per leggere i classici! Io, per dire, ho letto I Fratelli Karamazov a 30 anni (a distanza di dieci anni da Delitto e castigo) e non ho ancora letto Guerra e pace e altri classici fondamentali!
      Se ami il genere da "caminetto e tisana" amerai molto Jane Eyre e la sua essenza vittoriana.
      Il rosso e nero è più "incandescente" e passionale, ma è altrettanto bello e imperdibile!
      Sono d'accordo sul fatto che valga la pena cimentarsi con le opere minori e meno note, perché può venirne fuori qualche perla a sorpresa!
      Non è il caso di Villette, per quel che mi riguarda, ma, poche settimane fa, per esempio, ho scoperto e amato da morire La casa della gioia di Edith Wharton che io conoscevo solo per L'età dell'innocenza :D

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  4. Mi capita talvolta di leggere romanzi fino alla fine con la sola speranza che l'epilogo mi dia un motivo per averli letti fino all'ultima pagina. Che delusione quando ciò non avviene!

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    1. ti capisco, anch'io mi ostino ad andare avanti con certi libri, ma quando sento che lo sforzo e la noia mi stanno proprio sopraffacendo allora lascio perdere! Mi sto imponendo di farlo almeno!

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  5. Non credo proprio di essere tipa da libri "da caminetto e tisana", piuttosto dovrei dare una possibilità al sublime dolore di Fitzgerald :)

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    1. Bisogna sempre dare una possibilità a Fitzgerald e poi decidere se amarlo o temerlo (io lo amo e lo temo al tempo stesso!) ;)

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  6. So che non c'entra molto con l'articolo, ma vorrei sapere quali sono i libri piu belli che hai letto, cosi giusto per indirizzare meglio i mieii prossimi acquisti (niente "caminettome tisana" dunque)
    Grazie

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    1. Caro anonimo, ho evitato le catene di sant'Antonio su Facebook relative ai 10 libri preferiti perché questo tipo di selezione mi manda sempre in confusione e in uno stato di febbrile indecisione, un po' come preparare una valigia (un bagaglio a mano mooolto piccolo) e scegliere cosa metterci dentro e cosa lasciare. Un massacro!
      Se ti va puoi esplorare un po' tra le mie letture (etichetta LIBRI in alto a destra) e vedere quello che ti ispira :)
      Posso però raccomandarti due libri che ho amato molto questa estate: Stoner di John Williams (di cui ho parlato qui: http://margherita-nulladipreciso.blogspot.it/2014/09/i-love-books-78-stoner.html) e La casa della gioia di Edith Wharton (di cui ho parlato qui: http://margherita-nulladipreciso.blogspot.it/2014/09/i-love-books-79-la-casa-della-gioia.html).
      Grazie a te :)

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  7. Grazie. Con questa tua rece finalmente mi sento sollevata da un peso. Io amo da sempre Jane Eyre, da quanod avevo 13 anni, l'ho letto e riletto infiinte volte e ho adorato Charlotte per anni... quando è uscito Villette dovevo averlo e l'ho avuto... l'ho aperto, ho cominicato la lettura... e poi l'ho abbandonato! A metà, da giugno, è li che mi aspetta, mi guarda... l'ho ripreso in mano un paio di volte ma nulla... e mi sono sentita spesso in colpa, di non essere la lettrice giusta, di non aver capito le sottigliezze della trama, le sue finezze... il tutto misto al pizzico di delusione che nasce quando un tuo "idolo" fa qualcosa che ti porta a ridimensionarlo, una caduta che non ammetti, soprattutto con te stes... ora so che non sono l'unica ad aver pensato in diversi punti del libro "che noia!" e pur continuando ad amare Jane Eyre e idolatrare quella Charlotte Bronte, posso tranquillamente dire che Villette non è poi tutto sto capolavoro come vogliono vendercelo... che liberazione... :-D

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    1. Grazie a te! Anch'io mi sentivo un po' in colpa per questo abbandono, ma sapere che una lettrice a me affine come te ha avuto le stesse sensazioni mi fa sentire meglio! Diciamolo a voce alta e fantozziana: "Villette è un ca..ta pazzesca!" ;)

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