Il mio parere su Tutto può cambiare


Avere 30 anni e rifugiarsi in un'adolescenza fittizia è sbagliato e ridicolo, ma avere sporadici revival teenageriali e momenti di leggerezza è fondamentale per la propria esistenza e per la propria salute mentale.

Tutto può cambiare (Begin Again, di John Carney, 2013) non è un capolavoro, ma ti concede questo: un paio d'ore di beatitudine, un azzeramento totale dei cattivi pensieri a favore di un rinnovamento totale dell'umore.

Mi sono sentita bene dopo aver visto il film, con la testa leggera che fischiettava rilassata e con il corpo sciolto dalle tensioni e predisposto a frivoli balletti domestici.

Keira Knightley dà il meglio di sé in film di questo tipo, dove non è richiesta una serietà drammatica o una responsabilità impegnativa.
La sua mimica facciale, quel misto di bellezza iconica e smorfie grottesche (l'enfasi odontoiatrica dei suoi sorrisi mi lascia sempre basita), in questo film funziona bene, è perfetta per il suo personaggio elegante e scanzonato, stilosamente inglese, ma dal piglio americano.
Nelle vesti di cantante non è spigliatissima e nemmeno molto espressiva, ma questa sorta di timidezza si addice molto al personaggio di Gretta, alla sua cantautorialità più intimista che esibizionista.

Mark Ruffalo è sempre un concentrato di testosterone taurino e in questo film, dove interpreta un produttore discografico fallito, ho amato il suo stile un po' sottosopra, a metà tra l'assonnato e l'avvinazzato, la sua barba e i suoi capelli incolti, lo squilibrio esistenziale di cui è ammantato. Dan è un tipo per cui si fa il tifo fin dal primo momento.

L'accoppiata rude-eterea dei due attori è molto piacevole e non è ridotta alla banalità sentimentale scontata che sembrerebbe avere.
E poi c'è New York, esplorata in lungo e largo attraverso performance musicali all'aria aperta immerse in un clima luminoso da primavera-estate; quando in un film c'è lei, così iconografica e fotogenica, c'è già a priori la storia di un sogno da raggiungere, di una palingenesi americana, di un'avventura metropolitana in cui la metropoli si fa essa stessa personaggio e attrice.
Tutti i film ambientati a New York li amo a prescindere.

Parlavo dell'adolescenza ad inizio post, dell'importanza di essere pop di tanto in tanto: in Tutto può cambiare c'è anche Adam Levine, il sexy (non per me) cantante dei Maroon 5, ed ecco che scatta l'etichetta pop-teenageriale e trionfa il commerciale e la musica industriale, oltre alla trappola ormonale strappa-capelli per le più giovani.

Ma sapete che vi dico: chi se ne frega? Io mi sono rilassata e divertita, ho percepito qualcosa di delizioso e fresco e in questo film, un sollievo dal gusto estivo e una ventata di positività.
Poco importa se questo brio è pieno di stereotipi sulla vita, il ricominciare, il non perdere mai le speranze: l'ottimismo si alimenta anche di luoghi comuni e guai se non lo facesse.

Direi che Tutto può cambiare è un film orecchiabile, come una canzone pop che ti entra in testa e ammorbidisce gli spigoli dei tuoi pensieri, passando attraverso il filo magico dei tuoi auricolari.

Citando Max Gazzè: salvarti sull'orlo del precipizio, quello che la musica può fare...
Non ci si può lamentare, di questo film.


Commenti

  1. Un film che fa davvero stare bene, lo sto consigliando proprio per questo a chiunque :)

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    1. fai bene! Assolutamente da consigliare a chi è alla ricerca di un po' di leggerezza :)

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  2. Nonostante si respiri buonismo e scontatezza lontano un chilometro, a me ispira :)

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    1. in realtà non è così scontato come appare...Non posso dirti niente, ma vedrai...;)

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    2. E' vero, mi sono lasciato trarre in inganno *.* film davvero delizioso.
      Ma la Knightley ha sempre avuto quei denti?

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    3. Vedi :D
      Riguardo ai denti credo di sì, però a lei quella dentatura sta bene, la rende ancora più bella in modo particolare. Se evitasse di fare quelle smorfie da ritardata però sarebbe meglio ;)

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