Il mio parere su Lo chiamavano Jeeg Robot

Un film portentoso, un miracolo, un vulcano coatto e romantico, o molto più prosaicamente, una f-i-g-a-t-a, una cosa da ola senza fine allo Stadio Olimpico. Lo chiamavano Jeeg Robot (primo lungometraggio di Gabriele Mainetti ) è il manifesto di un cinema giovane, su di giri, innovativo, è una rivoluzione sulla poltroncina della sala cinematografica, è l'entusiasmo sulle facce delle persone all'uscita dal cinema, è una febbre che ha contagiato tutti. Il supereroismo di ispirazione hollywoodiana incontra Tor Bella Monaca, la straordinarietà dei superpoteri incontra la triste ordinarietà del degrado suburbano. Gli anime giapponesi si ibridano con un tessuto sociale grottesco e dedito al malaffare, il Superhero movie si fa de noantri, ma il risultato finale non è parodia, non è citazione, non è innesto, ma è un'enorme creatura cinematografica debuttante e sfacciatamente originale, assolutamente coraggiosa. Questo film è prima di ogni cosa un'idea, una folgorazione...