I Love Books: 148. Allontanarsi + 149. Tutto cambia (La saga dei Cazalet)


Non dirò nello specifico di cosa parlano questi ultimi due volumi e come lo fanno perché mi ripeterei (vedi i miei devotissimi post sul primosecondoterzo volume). Questa è una delle poche saghe coerenti e omogenee per bellezza e stile in ogni volume. È come un flusso di narrazione unica interrotto solo dalla scansione editoriale.
Se vi è piaciuto il primo, sarà la stessa identica cosa con il secondo, il terzo, il quarto e il quinto.


Vi dico invece, perché, nella sua globalità, questa saga ha conquistato schiere di lettori, vi dico qual è, secondo me, il suo raffinato superpotere.

- Credo sia sopra ogni cosa la sua umanità, declinata in ogni possibilità caratteriale, in ogni esperienza di vita, in ogni fallimento, in ogni possibile combinazione di benessere e malessere.
Ci siamo specchiati dentro l'umanità cangiante di questa saga, la sua coralità ci ha permesso di identificarci ora in uno ora in un altro dei suoi personaggi. Ogni angoscia, ogni speranza, ogni sbaglio ha coinvolto anche noi.
Li abbiamo osservati, esplorati, capiti in molteplici versioni, li abbiamo vissuti con il peso dell'attesa, il peso della guerra, il peso del dopoguerra, il peso della libertà sullo loro spalle dalla forza variabile.
Ogni stato d'animo ci è stato offerto in versione integrale, Elizabeth Jane Howard ci ha fatto entrare nelle loro case e nelle loro teste, ci ha risparmiato ogni forma di ipocrisia morale, ce li ha fatti vedere nudi e noi abbiamo potuto capirli in presa diretta, senza mediazioni forzate, in tutta la loro (e la nostra) complicatissima umanità, di cuore e di specie.

- Poi c'è l'Amore, anche nelle sue accezioni meno poetiche. Non si fa altro che amare, conquistare, soffrire per amore, cambiare letto, cambiare relazione, diventare patetici in una relazione, frantumare e rimettere a posto i pezzi di un rapporto a due. Amore eterosessuale e omosessuale, amore giovane vissuto con impeto e amore coniugale maturo, quello fatto di gesti consueti e di duro lavoro.
Qualche lettore sbrigativo potrebbe dire che tutta la saga sembra una lunga storia di storie d'amore e potrebbe trovarla sentimentale e femminile, una robetta per signore.
Sarebbe un grave errore, perché lo sguardo di Elizabeth Jane Howard è lungo e affilato come una lama, acutissimo, anche sottilmente ironico e nelle storie d'amore e disamore, di adulterio e di infatuazione di cui ci parla c'è molto di antiromanzesco, non c'è traccia di artificio sentimentale, c'è anzi una verità nuda e cruda, che fa venire brividi di solitudine e paure autentiche per la sorte dei nostri poveri cuori umani.

- Da non sottovalutare l'infelicità di cui è impregnata la saga. Ciò non vuol dire che sia triste o intrisa di negatività, ma che siamo in presenza di una serie di romanzi onesti, con pochi happy ending, molte fasi dolorose, intimità raramente serene e dialoghi interiori spesso laceranti.
Sono persone irrisolte i Cazalet di tutte le generazioni, sono borghesi dall'anima sensibile e dall'aplomb inglese con tutta una serie di sfide epocali e personali da affrontare. La guerra c'è davvero ed è storica in almeno due dei cinque volumi, ma c'è una guerra di sottofondo perenne che non smette mai di ferire i nervi, anche in tempi di pace.

- La famiglia: vastissima e sempreverde materia letteraria. Vado matta per le saghe famigliari e per tutte quelle narrazioni dense sulla famiglia e le sue tipologie che sembrano sempre somigliarsi un po'. Considero un capolavoro inarrivabile I Buddenbrook di Thomas Mann (leggetelo!), ma anche la saga dei Cazalet si destreggia bene nelle mille dinamiche di micro e macro famiglia, ci mostra quanto possa essere atavica, rituale, distruttiva, salvifica, determinante la famiglia, come istituzione e come insieme di persone che si amano e si scambiano calore (e dolore). Dove c'è famiglia in letteratura, c'è casa.

- La Storia. Che non è solo la guerra in tutta la sua ingombrante presenza e assenza, ma anche un Paese che cambia e perde le sue rigidità e le sue certezze, una società che non è più quella conformista della Duchessa del primo volume, ma quella di Villy come donna divorziata o quella di Louise che lascia figlio e marito per salvare se stessa. Non è una Storia tematizzata nei dettagli e preponderante nella narrazione, ma è una spinta di sottofondo fortissima.

Ognuno può trovare tante cose dentro questa saga: è talmente lunga e variegata e umanamente assortita che ci si può tuffare dentro le sue migliaia di pagine con la certezza di riportare in superficie qualcosa di prezioso, da tenersi stretto. Ognuno trova un dono o più doni dentro la saga dei Cazalet, che non è solo la piacevolezza di una lettura fluida e fagocitante, ma anche la rigenerante sensazione di non essere soli, di far parte del tutto.

Commenti

  1. Amore, infelicità, famiglia. Mi hai convinta (ma se lo consigli tu mi convinci sempre).
    Sarà la saga con cui inizierò il 2018, appena finisco gli ultimi sul comodino!

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