I Love Books: 11. Dance Dance Dance

Chiedo scusa al mio blog (e ai miei cari followers!) per averlo/vi trascurato ma il caldo afoso mi toglie ogni istinto creativo e comunicativo e ogni voglia di stare davanti allo schermo di un pc infuocato.
Ad ogni modo, ieri sera ho finito di leggere un libro e mi è venuta voglia di condivisione...
Si tratta di Dance Dance Dance di Murakami Haruki (autore per cui ho una sorta di mania in questo periodo!), una lettura piacevole e avvincente, forse un po' cupa e a tratti deprimente, dai toni "invernali" e freddi, ma sicuramente meritevole di esser letta e apprezzata.
Non c'è una vera e propria trama, una storia "concreta" e strutturata facile da sintetizzare; posso dire che il protagonista- un giornalista free lance  poco più che trentenne di cui non sappiamo nemmeno il nome- vive avventure e incontri a metà tra realtà e sogno, tutti incentrati al Dolphin Hotel di Sapporo, un albergo ultramoderno che in passato si chiamava Hotel del Delfino e in cui il giovane aveva alloggiato con una misteriosa donna di nome Kiki, poi scomparsa nel nulla.
Attratto come da un richiamo inspiegabile da parte di quel vecchio albergo che sembra come volergli dire qualcosa, il protagonista indaga, cerca, incontra persone (ed entità) di tutti i tipi, vive situazioni e sensazioni ora reali ora surreali, ora tangibili ora frutto di suggestioni.
Solite storie sospese e lente alla Murakami Haruki, consuete e descrittive suggestioni tipiche del suo stile, stessa profonda e coinvolgente calma di ogni sua opera, stesso senso di rapimento alieno e trasferimento in un altra dimensione ad ogni apertura del libro. Pura magia delle parole!
Il resto tocca a voi scoprirlo...
Io, dal canto mio, ve lo consiglio vivamente questo "folgorante noir giapponese" che, a parte un finale forse un po' troppo sbrigativo e forzatamente accelerato, come una sorta di "sveltina" inappagante, si lascia leggere e sfogliare che è un piacere.
Due cose in particolare mi hanno colpito perché costanti in questo romanzo (e in generale nella letteratura di Murakami Haruki): i riferimenti continui, da vero appassionato, alla musica anni '70-'80 (leggendo mi è venuta voglia di ascoltare e riscoprire i Beach Boys!) che fa da colonna sonora immaginaria alle vicende narrate, e la descrizione metodica, dettagliata, quasi da elenco, dei cibi che mangia, sceglie e cucina il protagonista. Una sorta di viaggio nel gusto e nell'accurata lentezza culinaria giapponese. Davvero invitante e a tratti ipnotizzante!

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