I Love Books: 12. Il regno animale


Il primo romanzo del leader dei Baustelle è molto intenso, sporco, cinico e spietato. L'ho letto avidamente in un paio di giorni, con vivo interesse e con somma attrazione per il mondo cupo e dolente dipinto da Bianconi e per il modo particolare, superbo, bastardo con cui lo dipinge.
Davvero bravo e profondo, colto e raffinato come autore, ma d'altronde, ascoltando i testi delle sue canzoni ero fiduciosa e mi aspettavo da lui una spontanea bravura nella scrittura, un'attitudine letteraria innata. Non sono rimasta delusa, tutt'altro!
Stonerà dal vivo, si atteggerà  un po' a poeta bohemian metropolitano, sembrerà pure un damerino snob e stiloso, ma questo ragazzo ha stoffa, talento e grazia letteraria da vendere, ci sa fare con le parole, sa creare emozione, fa provare attrazione e repulsione per ciò che descrive e narra, coinvolge e sconvolge chi legge.
Il regno animale del titolo allude alla folta e variegata disumana umanità che vive la società di oggi, agli slanci animaleschi, volgari, bassi che animano i protagonisti delle vicende narrate, alla perdizione generale e sempre più dilagante del nostro tempo. A fare da sfondo a questo "regno" c'è una città che è la protagonista assoluta e indiscussa del romanzo: Milano. Una Milano ritratta in modo verissimo e atroce, una città sporca, brutta, malsana e nera, la città dove tutto è possibile e dove tutto è difficile, la città della cocaina d'alto borgo e dell'eroina dei tossici nei parchi, la città delle puttane e dei papponi, la città del freddo e delle polveri sottili, la città dell'indifferenza e dell'uomo diventato animale. Descrizioni e storie da far male, atroci, dolorose, luride, il cui comune denominatore è il protagonista Alberto (alter ego di Bianconi), un trentenne toscano aspirante giornalista trasferitosi a Milano in cerca di fortuna. Tutto il romanzo, a parte un paio di capitoli, è narrato dal suo punto di vista ed è straordinariamente facile identificarsi (almeno per quel che mi riguarda) con questo ragazzo di provincia autoscaraventatosi nel delirio cementificato di Milano.
Un romanzo "animalesco", gelido e sconfortante ma scritto col cuore e l'anima, caldo e pulsante come la vita stessa.
La mia grande ammirazione per il Bianconi  baustelliano (che nel libro ci autocita più volte ironicamente!) è stata rinforzata da questo nuovo, bravissimo, Bianconi scrittore.

"La colpa è di Milano! E' colpa di Milano per quasi tutto ciò che decade negli usi, nei costumi e nella cultura in generale italiani degli ultimi trent'anni!" (pag.220).

Commenti

  1. Chiarendo che a me il Bianconi sta simpatico anche se intellettualoide: una citazione, due frasi, due punti esclamativi.
    Per me già bocciato, ma io son pignola.

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  2. eheheheh molto pignola!! (e fai bene!)
    In realtà quella è solo una battuta che fa uno dei protagonisti durante una vivace discussione, ecco il perché della rapidità e dei punti esclamativi.
    Se il Bianconi ti sta simpatico una possibilità dovresti dargliela, lo merita davvero!
    Ciao "una snob"!

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