I Love Books: 30. L'età dell'innocenza


Non so come abbia fatto a passare da Philip Roth a Edith Wharton, da Pastorale americana a L'età dell'innocenza, le mie letture sono decisamente random e senza un filo conduttore stilistico, tematico o temporale. Vado a caso e a naso perché mi piace cambiare liberamente tipo di lettura e di evasione.

Eppure qualcosa in comune tra le mie due ultime letture c'è, ed è quel continente-contenitore di contraddizioni, ambizioni e frustrazioni che è l'America, un luogo di innata vocazione e predisposizione romanzesca.

Nel romanzo della Wharton c'è la New York aristocratica di fine Ottocento con tutti i suoi rituali socio-mondani, le sue cene da copione, le sue celebrazioni formali e ipocrite, i suoi dettami manieristici e puritani sulla moda, il costume, il buon vivere e su ogni altro aspetto programmato dell'esistenza umana.
Un'America ingessata e pretenziosa, pesante da sostenere per l'affascinante protagonista outsider, la contessa Ellen Olenska, che non esita a sfidare le convenzioni e a porsi come alternativa libera e spontanea in un'alta società bigotta e artefatta.
Una donna sofisticata, avventurosa, che sta tentando di divorziare da un marito mortificante senza per questo mortificarsi e nascondersi. Uno spirito libero e spiazzante che finirà per spiazzare e far innamorare Newland Archer, un ricco e distinto avvocato in procinto di sposare May Welland, la cugina di Ellen.

Riuscirà Newland a rompere gli schemi e le gabbie mentali e cardiache della sua epoca?
Seguirà il suo cuore o il suo codice?
Sarà la donna conciliante e noiosamente compita a tenersi Newland o quella vitale e originale?
Resta a voi scoprirlo e vi consiglio di farlo perché sarà un'esperienza di lettura notevole.

Sì, perché L'età dell'innocenza è un romanzo superbo, una storia ottocentesca appassionante e mai tediosa o stucchevole.
Le descrizioni della società newyorkese dell'epoca sono così dettagliate e impeccabili da far immergere chi legge dritto nel cuore pulsante della vicenda, senza soluzione di continuità se non alla chiusura finale del libro.
Una lettura-immersione febbrile e avida (l'ho finito in meno di 5 giorni) che non si dimentica facilmente.

Edith Wharton è stata la prima donna a vincere il Premio Pulitzer nel 1921 con questo romanzo e non poteva non essere così!

(PS: Unica pecca il fatto che, avendo visto il film di Scorsese tratto dal romanzo, la mia fantasia è stata un po'distorta e influenzata e ho immaginato involontariamente e per tutto il tempo la faccia di Ellen come quella di Michelle Pfeiffer, quella di Newland come quella di Daniele Day-Lewis e quella di May come quella di Winona Ryder. Non c'era verso di togliermeli dalla testa!)

Commenti

  1. Stupendo questo libro! L'ho letto qualche anno fa e mi è piaciuto tanto. Non ho visto il film, mi sa che devo rimediare!

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  2. il film è molto bello, sontuoso, romantico, curato nei minimi dettagli. Ma il romanzo, come dici tu, è assolutamente stupendo!

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