Serie tv mon amour: 8. The big C


La prima stagione di The big C per me era stata una folgorazione, un'autentica rivelazione nel panorama televisivo seriale, una dimostrazione di classe e approccio non scontato alla fastidiosa e delicata materia “cancro e come viverlo”, un esempio di eccellente e profonda partecipazione attoriale. Laura Linney (che non a caso ha vinto il Golden Globe 2011 grazie a questa serie), è memorabile, stupenda, pazzesca nel suo difficile ruolo di donna malata e dona a questa serie un carattere solare e positivo, persino buffo nonostante lo spietato tema trattato, ha la capacità di far tirare un respiro di sollievo di fronte alla grande paura universale che ci accomuna tutti.
La seconda stagione di The big C, appena conclusasi, è, se possibile, migliore, ancora più piacevole e divertente e commovente della prima, ancora più ben sceneggiata e recitata, ancora più “miracolosa” e preziosa della precedente .
Dopo il vitalismo sfrenato e arrabbiato del primo impatto con la malattia, Cathy appare adesso come una donna più serena e posata, sempre col sorriso sulle labbra e meno concentrata sul pensiero della morte. La serie acquista così un carattere ancora più spensierato e “menefreghista” rispetto all'imponenza mostruosa della malattia: in barba alla tristezza obbligata da copione, la famiglia Jamison ride, scherza, combina guai, e Cathy nuota spensierata in tutto questo fluire di vita quotidiana.
La malattia, la grande C, che era protagonista assoluta della prima stagione, di cui si avvertiva la presenza quasi fisica, adesso si mette da parte e, pur continuando ad esistere, diventa qualcosa dai contorni meno netti e definitivi, uno spauracchio meno mostruoso con cui convivere normalmente. Come a dire che la malattia può esserci ma con essa anche e ancora l'amore, il sesso, l'amicizia, il buon vino, e le altri mille cose che rendono “sana” e vivibile anche la più malata e cancerosa delle vite.
Strano ma vero: si può ridere di gusto guardando questa serie, si può riacquistare il buon umore e un senso di conciliante benessere dopo averne visto una puntata, si possono sentir nominare parole come “cancro” ,“metastasi”, “melanoma”, senza provare uno spiacevole brivido e un senso atterrito di disagio, si può guardare il manifestarsi della morte senza sentirsi depressi e infastiditi dopo, ma al contrario sereni e rilassati.
Uno dei pregi di questa serie è proprio questo, dare alle cose tragiche un aspetto più delicato e tranquillo, ridimensionare il dolore, prenderlo in giro, prenderlo a calci, ridurre l'enormità delle paure a favore di un sorriso, una risata, una sciocchezza di importanza vitale. Consiglio a tutti di vederla!

Commenti

  1. da quello che ho letto mi sa proprio che abbiamo gli stessi gusti in fatto di serie tv. io sono talmente malata che c'ho fatto un blog apposta... se ti va passa a farci un giro. ;)
    semiserial.wordpress.com

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    1. ciao Sciu, mi hai incuriosita, passo subito dal tuo blog...;)

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