Il mio parere su Moonlight


Moonlight ha vinto l'Oscar come miglior film, definitivamente, dopo la vittoria durata qualche secondo del nostro amato La La Land che tanto davamo per certa (e vera).
Come ciò sia possibile rimane per me un mistero e se è vero che Trump, la sua politica da uomo delle caverne e l'ondata di risentimento intellettuale per il suo razzismo-sessismo-maschilismo e altre cose da ominide assai poco evoluto c'entrano qualcosa, non posso credere che l'atto politico abbia avuto la meglio su quello artistico.


Perché per quel che mi riguarda, e mi dispiace pure dirlo, Moonlight è un film davvero povero, un treno lento che marcia sui binari dell'ovvio, che non trasporta niente di nuovo e non porta da nessuna parte.
Una parabola esistenziale tripartita piatta come una linea, insulsa e incapace di incidere sulle emozioni di chi guarda se non quel poco che è fisiologico provare.

Non è nemmeno minimalismo o scelta di stile sobrio, una via diversa e indie di narrare il disagio: credo sia proprio mancanza.

La solita solfa del ghetto afroamericano, dello spaccio di droga alla periferia di Miami, della famiglia disagiata, con l'aggiunta della componente omosessuale, è francamente stancante. E il vero problema è che non dovrebbe trattarsi di una "solita solfa" stancante, ma di una tematica da rimettere in prospettiva, da trattare con modalità magari diverse dal solito, più impressionanti per lo spettatore, più motivanti, più indipendenti.

Gay, afroamericano, vittima del bullismo, con padre defunto, madre drogata e tutte le altre disgrazie del caso: fare un film su drammi così netti e onnicomprensivi è possibile solo se si reinventa o si esagera. Solo se si elaborano vie diverse di narrazione o si è violentissimi e sfacciati nel coinvolgere lo spettatore. Io la penso così.

Moonlight non ce la fa. Barry Jenkins e io non la pensiamo allo stesso modo.

Ha il merito di non essere melodrammatico e nemmeno particolarmente retorico, questo devo riconoscerlo, ma non ha tanta forza stilistica.


Moonlight è un film che parla di difficoltà eppure è un film facile.
Prende la via più agevole per fornire allo spettatore un film d'impegno sociale, ma non convince lo spettatore più esigente, quello che non lo fai commuovere tanto facilmente, quello che preferisce vie diverse di narrazione (e quello che si è innamorato di La La Land perché è un film libero e personale).

Tutto sembra rappresentato per sommi capi, le tre fasi della vita di Chiron si susseguono senza pause emotive, scene madri notevoli, momenti decisivi, episodi forti.
Bambino, poi adolescente, poi giovane uomo, senza epifanie.

In ognuna delle tre storie mi sarei aspettata di trovare momenti di bellezza o di forza tragica, scossoni di risentimento e materiale da Oscar, ma niente, Moonlight non incide sulla tua serata, sulla tua coscienza, sulla tua cinefilia. Sulle mie per lo meno.

E quindi, in poche parole, mi sono annoiata, di quella noia che provo di fronte ai film privi di personalità, carenti nel racconto e nello stile.
Zero carisma, nessuna luccicanza, meno che mai quella dorata della statuetta vinta come miglior film.

Per carità, i tre attori che interpretano Chiron bambino, ragazzo e adulto sono tutti bravi e giusti nella loro parte difficile, ma nessuno sfonda lo schermo per carica drammatica.

E poi il finale, per coerenza con l'intero andazzo del film, non si sbottona, non cede, ti lascia piuttosto deluso...

Mi fermo, perché per un film così impersonale e di impronta lieve ho ben poco entusiasmo verbale.


Commenti

  1. L'ho rivalutato col tempo perché in preparazione agli Oscar non mi aveva impressionata. Non è effettivamente un film che impressiona, ma nel rifletterci i giorni seguenti mi sono ricreduta molto.

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    1. Io invece non ho avuto nemmeno ripensamenti i giorni seguenti: non mi è piaciuto all'istante e sono ancora certissima di questa cosa ;)

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  2. io non mi ci sono annoiata quanto in "Jackie", ma lo stesso l'ho reputato un film mediocre... non degno di sicuro della statuetta a miglior film, che, se proprio doveva premiare il film afro, avrebbe potuto e dovuto andare a "il diritto di contare", piuttosto... o forse a "Barriere", ma quest'ultimo non l'ho visto, quindi...

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    1. Guarda, su Jackie scriverò un post altrettanto deluso; hai perfettamente ragione, mediocre spacciato per filmone.
      Il diritto di contare e Barriere non li ho visti ma temo possano essere, se non impersonali e noiosetti come Moonlight, sicuramente retorici. Me li immagino così e le recensioni che ho letto sostengono la mia intuizione ;)

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