Memorie della mia storia d'amore con i R.E.M.


Era il 1998, ero in quarta ginnasio, avevo 14 anni, un bagaglio cultural-musicale ancora tutto da riempire e tanta voglia di farlo. Un giorno ascolto un pezzo alla radio, Daysleeper e rimango sconvolta: era il pezzo perfetto, era sublime, era incantevole, era il mio concetto ideale di musica, erano i R.E.M. Da allora è stato folle amore, ricerca disperata dei loro vecchi album che mi ero persa, ascolti intensivi no-stop, poster sulle pareti della cameretta a mò di carta da parati, libri monografici acquistati o ricevuti in dono da chi mi conosceva bene, passione, ardente passione.
Scrissi pure una sorta di racconto-romanzo semi-immaginario su questo potente amore musicale; lo feci su un quadernetto a quadretti dalla copertina rigida che conservo ancora oggi con orgoglio da pseudo-opera prima, come piccolo prezioso cimelio della mia indimenticabile adolescenza...
Ebbene, visto che i miei amati georgiani sono tornati qualche giorno fa con il nuovo album Collapse Into Now (che sebbene non sconvolgente e perfetto come certi album del passato, si lascia ascoltare e amare che è una meraviglia!), in uno slancio teenageriale voglio dedicare loro e tediare chi mi legge con un breve estratto da quel mio ingenuo e tenero scritto adolescenziale, per ricordare, per rivivere e condividere una passione mai spenta tramite un pezzo di memoria cartacea...

(Qui stavo parlando del concerto che fecero a Napoli credo nel 2002 o 2003, a cui presi parte insieme a due mie cari amici patiti come me dei R.E.M.)

"...Ma poi il pelato pallido apre bocca, saluta in inglese e ci prova in italiano con un risultato sorprendente e arrapante per il pubblico in delirio; parte la base musicale, entrano altri due soggetti, un biondino riccio e uno scuro con gli occhiali da sole e una chitarra elettrica; il pelato inizia a cantare e solo allora capisco che è Lui, che sono Loro, che io sono io, che Loro sono Loro, che Alex e Giò sono Alex e Giò accanto a me e Loro sono Loro accanto a me, che li sto vedendo, sentendo e vivendo, e li vivo senza saperlo, pensarlo, senza sapere che sono felice, senza pensare che sono felice. Per la prima volta vivo l'attimo, il momento puro e non le sensazioni dell'attimo, vivo l'atto non la reazione, vivo l'ora non il dopo, vivo il suono non la sua durata, vivo la gente delirante non il perchè del suo delirio, per la prima volta vivo la Musica della mia vita, non il suo effetto su di me, per la prima volta vivo, non mi creo  sensazioni di vita...
Non lo so dire, non lo saprò mai dire cos'era, so solo che quella sera la Musica con le vesti della felicità, dell'emozione, del rapimento, ci rese felici, ci emozionò, ci rapì e ci salvò. Noi così privi di speranza e così inadatti alla vita, noi così sofferenti e soli, così sognanti e disillusi, fummo salvati da tre lettere e da sette note, da una sigla che alludeva al sonno e al sogno ma che per noi voleva dire R.inascere E M.igliorare. Credo che quella sera rinascemmo. E la Musica fu nostra madre e levatrice."

Oh My Heart...

Commenti

  1. direi che sei proprio una fan! ;)
    e del nuovo album che ne pensi? a me sembra valido, ma non eccellente...

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  2. Si è vero quello che dici, l'album nuovo è piacevole da ascoltare ma non mi ha sconvolto la vita come Up o New Adventures in Hi-Fi o Automatic for the People!Lo ascolto con piacere e con il mio solito pregiudizio positivo da fan accanita ma mi rendo conto che non è un album destinato a diventare leggendario!Ma va bene lo stesso!:D

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  3. Ma che bella la scrittura adolescenziale! Come se ogni cosa cambiasse tutto e tutti noi stessi!

    Magari ritrovassi cose scritte ai tempi...

    Massima stima per i R.E.M. ma non ho avuto la fase REM. Resto in ogni caso sognatore...

    Ciao

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  4. Ciao Lua!
    La scrittura adolescenziale è patetica e bellissima allo stesso tempo, io ho conservato i miei quadernetti uno per uno e ogni tanto rileggendoli ritorno ragazzina!
    Ho visto sul tuo blog che scrivi...Passerò a leggerti con calma!
    Ciao :D

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