I Love Books: 45. Kafka sulla spiaggia
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Ogni volta che sento il bisogno di una sospensione della realtà e dell'eccesso di razionalità capricornesca che mi tormenta, vado a cercare Murakami Haruki e lui mi accoglie a braccia aperte, mi dà la sua dose di allucinogeno e mi porge un'evasione onirica assolutamente benefica. E' stato così con L'uccello che girava le viti del mondo , con La fine del mondo e il paese delle meraviglie , con Dance Dance Dance , e in misura minore, ma a suo modo bellissima, con Norwegian Wood . Chi conosce lo scrittore giapponese sa che non si tratta affatto di fantasy, di magia e stregoneria, e neppure di distopia fantascientifica, ma di sogni travestiti di normalità e naturalezza, di viaggi in dimensioni assurde eppure credibili e infinitamente gradevoli. Il risultato è che l'incredulità si fa da parte, il raziocinio smette di cercare il senso con il lanternino e la mente è libera di perdersi in spazi inesistenti e mondi surreali incredibilmente accoglienti e ovattati,