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Visualizzazione dei post da settembre, 2014

I Love Books: 80. Villette

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Villette è uno di quei romanzi classicamente british che io definisco "da caminetto e tisana"; che poi io non abbia in casa un caminetto e che la Sicilia non abbia propriamente la stessa atmosfera dell'Inghilterra vittoriana, è un altro paio di maniche. L'immaginazione compensa anche i divari termici. A dire il vero trovare una vera e propria comfort zone nel romanzo è stato difficile: dopo un inizio promettente che mi ha subito agganciata a sé, qualcosa nella trama ha iniziato a farsi stupido, barboso e poco interessante e i miei tentativi di immersione mi hanno subito riportato a galla, delusa e annoiata. La verità è che l'ho mollato al 70% di avanzamento Kindle (shame on me!) e questa cosa mi rode perché sono una che di solito porta a termine le sue letture, anche quelle più fisiologicamente predisposte all'abbandono. Ho questa sciocca ostinazione da sempre. L'ultima volta mi è successo con Tenera è la notte , ma lì l'abbandono aveva a

Serie tv mon amour: 30. True Detective

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Dopo la prima folgorazione in  Killer Joe ,   l'impressionante conferma in   Dallas Buyers Club  e il memorabile mini-ruolo in The Wolf of Wall Street , ne ero già convinta, ma dopo aver visto la prima stagione di True Detective ho vissuto una vera e propria epifania e ho capito che la vita può sorprenderti in molteplici modi e, nella fattispecie, può farti capire ad un tratto, dopo anni di inesistenza attoriale, che Matthew McConaughey è una delle cose più preziose della nostra contemporaneità cinematografica, uno degli attori più mostruosamente sacri degli ultimi tempi e che vederlo recitare è un dono, una fortuna. Chi l'avrebbe mai detto? Roba da matti! Il personaggio che interpreta in questa serie, Rust Cohle è immenso, iconico, un filosofo nichilista, un saggio disfatto e lucidamente teorico, uno che quando parla pendi dalle sue labbra insieme alla sua ennesima sigaretta. Avrei voluto appuntarmi certe scomode verità dette da Rust , certe considerazioni amare e

I Love Books: 79. La casa della gioia

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Oggi vi presento  Lily Bart , l'eroina tragica di  La casa della gioia  di   Edith Wharton  che è diventata una delle mie figure letterarie femminili predilette, di un genere singolare e ad alto impatto emotivo. Di  Wharton  avevo letto solo   L'età dell'innocenza , ma all'epoca mi aspettavo di avere a che fare con un capolavoro, sapevo che le pagine che mi accingevo a leggere sarebbero state magnifiche e che  Ellen Olenska  non l'avrei più dimenticata. Così infatti è stato e non c'era da sorprendersi. Qui siamo invece in presenza di un'opera minore e poco nota, credo ancora meno letta di  Ethan Frome  (che nemmeno io ho ancora letto) e la sorpresa di scoprirla come capolavoro è stata grande e inaspettata. Ma chi è  Lily Bart  e perché ha fatto breccia così profondamente nel mio cuore di lettrice? Lily Bart  è una donna di 29 anni, bellissima e altrettanto intelligente, che vive nella New York dei primi del '900 in un'immersione full time

I Love Books: 78. Stoner

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Un romanzo di una dignità commovente, come quella del suo protagonista. Una lettura docile, sommessa, discreta, totalmente priva di frastuoni ed esibizionismi. Quella di William   Stoner è un'esistenza minimale, non è affatto materia romanzesca, non ne ha la vivacità, eppure è una delle cose più significative che abbia mai letto. Dirò cosa già detta ovunque nel web, ma non posso fare altrimenti: la forza di Stoner risiede nel modo della narrazione e non nella materia narrata; un vita essenziale e poco appetibile dal punto di vista letterario, risulta pregna di senso e umanità nella mani di John Williams , nel suo tipo di racconto ovattato, confidenziale, accogliente, con la sua delicata vena poetica e quella sorta di "educazione" narrativa, di garbo d'altri tempi che non ha bisogno di strafare per comunicare. C'è una grazia di fondo su cui poggiano le pagine del romanzo, una calma che non sconfina mai nel tedioso, ma che, al contrario, coinvolge, scalda