Il mio parere su La grande bellezza
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(Ho visto questo film in penoso ritardo rispetto alla sua uscita, a fine agosto, in un'arena all'aperto fatiscente, di quelle con i sedili in plastica rotti e l'audio disturbato dalla musica notturna della chalet accanto; una location in perfetta armonia con un film come La grande bellezza in cui lo sfracello e lo sfacelo regnano incontrastati.) La miseria umana, la tetraggine esistenziale, la vanitas vanitatum, il patetico dimenarsi alla ricerca di un'evasione anestetica, e poi i rari, perfetti momenti di bellezza in mezzo al vuoto. Questa è la vita e Sorrentino non poteva farne affresco più bello e struggente, più folle e poetico. Quella de La grande bellezza è autentica poesia, una poesia fortemente simbolica e sibillina, a tratti ermetica, con versi ora dolci e soavi, ora sgraziati e barocchi, un tipo di arte per immagini cafona e lirica, volgare e struggente. Roma è il cuore malato e affaticato di questa bizzarra parabola sorrentiniana, è il motore ru