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Visualizzazione dei post da giugno, 2012

Il mio parere su Another Earth

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Di solito non guardo film di fantascienza e di scenari futuristici distopici, mi annoiano (a parte Blade Runner s'intende!), ma se si tratta di film indipendenti, piccoli e liberi da modelli standard e da un'aderenza scolastica al genere, allora non mi dispiace vederli, soprattutto se c'è di mezzo il Sundance Film Festival ! E' così che mi sono ritrovata ad amare un film sui generis come Moon o uno assurdo come Melancholia , ed è così che adesso mi ritrovo a parlare con entusiasmo di Another Earth (di Mike Cahill, 2011 ). Si tratta di un film indipendente, strano e straniante, silenzioso, lento, ovattato, girato con una macchina a mano volutamente instabile e destabilizzante, con una fotografia sgranata e sporca, uno stile quasi da dogma alla Lars Von Trier . Un film drammatico e intensissimo, assolutamente non commerciale e commerciabile. La giovane protagonista, Rhoda , appassionata di fantascienza e con gli occhi sempre puntati alla volta celeste, proprio

I Love Books: 28. Martin Eden

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Non avevo mai letto niente di Jack London , nemmeno durante l'infanzia o l'adolescenza; l'ho sempre considerato uno scrittore troppo marinaresco e da ragazzi, da avventure piratesco-esotiche all'americana; lo associavo soltanto a Zanna Bianca e al Richiamo della foresta che non sono proprio il mio genere di letteratura preferito, e così per anni lo scrittore di San Francisco non ha avuto nessun posto nel mio bagaglio di letture e di desideri di letture. Poi, un po' di tempo fa, a Roma, ho svaligiato una bancarella di remainders e libri usati e per puro caso ho preso pure Martin Eden , anche perché costava 3 euro ed era in ottime condizioni! Ho fatto un autentico affare perché è un libro che inaspettatamente ho amato moltissimo, che ho letto con trasporto e curiosità costante e che mi ha fatto riflettere tanto (anche sui pregiudizi che ho spesso verso gli autori che non conosco!). La trama, in soldoni, vede protagonista il giovane uomo di mare Martin Eden

Serie tv mon amour: 19. The Killing

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(Questo post NON CONTIENE SPOILER) Finalmente, dopo due lunghe e piovose stagioni, ieri sera ho scoperto chi ha ucciso Rosie Larsen ! La mia reazione è stata più o meno: "What the fuck" e ho elaborato la cosa per ore anche dopo essere andata a letto, girandomi e rigirandomi sul materasso, ancora stupefatta e adrenalinica per l'inaspettata soluzione del caso. Mi capita spesso di empatizzare con le serie tv e di farmi coinvolgere come una vecchia nerd sociopatica, e queste serie è stata una di quelle che mi hanno rapita e rilasciata solo alla fine dell'ultima puntata (e nemmeno completamente!), è fatta davvero benissimo, è un meccanismo credibile e coinvolgente, è puro intrattenimento seriale. Tutti i personaggi sono ben delineati e approfonditi, ognuno sembra celare qualcosa e stuzzicare la fantasia dello spettatore in qualche modo, ognuno è una possibilità. Il detective Linden , mirabilmente interpretato da Mireille Enos , è un concentrato di trascuratezza

Il mio parere su La mia vita è uno zoo

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Mi piace Cameron Crowe , quel suo tipico modo di fare film umanamente empatici in cui è facile identificarsi, quel suo mettere sullo schermo esistenze perdenti e autoironiche, storie malinconiche attraversate da uno humour commovente, quel suo raccontare in modo originale e aggraziato. Elizabethtown rimane sempre uno dei film più piacevoli che io abbia mai visto, un pacchettino regalo bello fuori e stupendo dentro da memoria cinefila imperitura. Detto ciò, devo constatare con un po' di delusione che La mia vita è uno zoo mi è sembrato un film un po' scioccherello e impacciato, un idillio dolce-amaro prevedibilissimo e confezionato secondo dei canoni commerciali standard, una caramella stucchevole e frizzante solo a tratti. Niente verve croweniana, niente atmosfere sopra le righe, niente piglio buffo-melanconico, o meglio, tutto ciò esiste nel film ma in chiave minore, debole e sbiadita. La mia vita è uno zoo è principalmente un film grazioso e lezioso per famiglie, h

Il mio parere su Shame

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Con vergognoso ritardo rispetto alla sua uscita e al suo far gran parlare di sé, ho finalmente visto Shame . Avevo grandi aspettative e lo corteggiavo da tempo ma l'idea leggendaria che mi ero fatta si è scontrata con la realtà di un film sicuramente di qualità e di spessore, ma non memorabile per me. Credo sia il film più carico di tristezza che abbia mai visto, mi ha trasmesso angoscia, ansia e alienazione, mi ha inquietato notevolmente e in questo senso mi è arrivato come un pugno in faccia, si è fatto sentire. La bellezza alternativa di questo film, la sua forza pazzesca, sta, a mio avviso, nel mostrare il sesso in modo mostruoso, aberrante. Se la grande S del cinema, così appetibile e vendibile, così goduriosa e godibile, di solito dà ai film un piglio sensuale e vitale, una forza seduttiva più o meno subliminale, in questo film diventa la S di shame, di solitudine, di schifo, di sporcizia interiore, di segregazione autoimposta ma involontaria in una dimensione degenera

Il mio parere su (My Week with) Marilyn

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Se prima potevo avere un dubbio anche minimo sul fatto che Michelle Williams fosse un'attrice superba, raffinata e dotata, questo film ha sancito la mia definitiva e solenne ammirazione verso quella che una volta per me era solo Jen Lindley (...che era pur sempre il mio personaggio preferito di Dawson's Creek !). My Week with Marilyn è un miracolo di recitazione e mimesi attoriale, e il risultato non è quello di una caricatura o di un'imitazione enfatica della diva studiata a tavolino, ma è la personificazione spontanea, la clonazione naturale anche dell'anima della figura leggendaria della Monroe . Michelle Williams non si è calata nella parte, è diventata proprio la parte, riportandoci Marilyn per un paio d'ore nella contemporaneità. Una Marilyn forse meno sensuale e audace di quella reale, meno "corporea", ma profondamente viva e credibile, una sua versione davvero intensa. Io sono rimasta a bocca aperta per tutta la durata del film, comple