Il mio parere su Shame


Con vergognoso ritardo rispetto alla sua uscita e al suo far gran parlare di sé, ho finalmente visto Shame.
Avevo grandi aspettative e lo corteggiavo da tempo ma l'idea leggendaria che mi ero fatta si è scontrata con la realtà di un film sicuramente di qualità e di spessore, ma non memorabile per me.

Credo sia il film più carico di tristezza che abbia mai visto, mi ha trasmesso angoscia, ansia e alienazione, mi ha inquietato notevolmente e in questo senso mi è arrivato come un pugno in faccia, si è fatto sentire.
La bellezza alternativa di questo film, la sua forza pazzesca, sta, a mio avviso, nel mostrare il sesso in modo mostruoso, aberrante. Se la grande S del cinema, così appetibile e vendibile, così goduriosa e godibile, di solito dà ai film un piglio sensuale e vitale, una forza seduttiva più o meno subliminale, in questo film diventa la S di shame, di solitudine, di schifo, di sporcizia interiore, di segregazione autoimposta ma involontaria in una dimensione degenerata.
Shame, con le sue scene di sesso (comunque nemmeno troppe o troppo estreme), non è un film audace, impudico o pornografico, non porta messaggi di erotismo e lussuria euforizzanti, ma è un film triste, malinconico, drammatico come può esserlo una malattia, un dolore.

Il sesso di Shame è una delle cose più buie e deprimenti che abbia mai visto al cinema, è bruttezza, abbrutimento e degrado, non ha nulla di divertente, di fresco, di naturale, nulla di eccitante; è solo un meccanismo automatico e persino ridicolo e grottesco da vedere.
Un aspetto inedito al cinema, che poteva degenerare nel trash e nel turpe ma che in Shame mantiene eleganza e, paradossalmente, delicatezza.

Steve McQueen è un maestro nel rendere il totale autismo metropolitano e il disturbo martellante del protagonista, i rapporti familiari andati a male, l'incapacità relazionale, il grigiore monotematico delle esistenze che porta in scena; ha uno stile essenziale e straniante che si appoggia spesso ad un commento sonoro di grande impatto e giocato sui contrasti immagine/suono (o almeno mi è sembrato!).
Michael Fassbender, che con quel corpo e quella bellezza estrema sarebbe stato un indiscusso sex symbol in qualsiasi altro film, in Shame, nonostante l'imponente nudità generosamente esposta, diventa un soggetto da compatire, fa pena, è debole, piccolo, fragile. La sua interpretazione in questo senso è perfetta, sopraffina.

Lo stesso non posso dire per Carey Mulligan. La lunga scena in cui canta New York, New York è stata osannata e resa iconica in giro per il web, ma io non ho colto nessuna brillantezza o bravura particolare e nemmeno una bellezza fotografica degna della "glamourizzazione" che ha avuto. Brava sicuramente nel suo ruolo, adorabile come sempre col suo visino, ma stavolta facilmente dimenticabile.

In definitiva, Shame mi è piaciuto ma non in quel modo forte e netto per cui potrei parlare di un film per giorni e giorni con l'entusiasmo di una bambina. Non mi ha sconvolto e portato ad un estasiato "Wow!", ma mi ha sicuramente disturbato e in questo senso è un film potente.




Commenti

  1. a me invece proprio per la sua freddezza e tristezza ha fatto esclamare wow!

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  2. e infatti credo di essere una delle poche a non avere esclamato "Wow" ;)

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  3. Non l'ho ancora visto e sarei curiosa di sapere se mi piacerà o meno.
    Intanto la tua recensione l'ho trovata molto originale!
    Brava Margherita!

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  4. grazie Melinda :D
    Guardalo se puoi e poi fammi sapere!

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  5. tutto ciò che scrivi non fa che convincermi che devo aspettare a vederlo.. non sono nel mood giusto per farmi deprimere ancora di più! ps: Io nn sopporto carey mulligan.. uff!!

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