I Love Books: 75. Le vite di Dubin
Nel panorama della letteratura ebraico-americana contemporanea il mio unico riferimento è Philip Roth , non ce n'è per nessuno. Dopo un'esperienza terrificante con Saul Bellow e un'eterna paura di approccio nei riguardi di Paul Auster , ho deciso di continuare nella mia monotematica e appagante direzione roth-centrica. Poi però ho visto tra i suggerimenti d'acquisto on line simil-Roth il nome di Bernard Malamud , anche lui scrittore jewish moderno (premio Pulitzer e due volte National Book Award) che conoscevo vagamente (per lo più per la fama del suo Il commesso ) e di cui non avevo mai letto o previsto di leggere nulla. Così nell'ultimo ordine su Amazon ho inserito Le vite di Dubin , che Malamud considerava il suo romanzo migliore, e mi sono predisposta al cambiamento, all'ampliamento del mio orizzonte letterario statunitense ed ebraico. Dico subito che Malamud in qualche lontano modo somiglia a Roth , almeno per quanto riguarda le tematiche e