I Love Books: 1. La versione di Barney

I Love Feltrinelli è un angolo caldo e accogliente dove aggirarsi senza meta, un rifugio che odora di carta e che ha la giusta atmosfera (proprio come ogni Feltrinelli che si rispetti!), dedicato ai libri che leggo, che ho letto, che vorrei leggere e che forse qualcuno di voi leggerà...

"La vita allegramente dissipata e profondamente scorretta di Barney Panofsky, personaggio fuori misura, indifferente a tutto ciò che ottunde la vita. Una delle storie più divertenti che ci siano mai state raccontate".
(dalla quarta di copertina de La versione di Barney)


Ho finito da poco di leggere La versione di Barney, di Mordecai Richler, un romanzo che ha una sua gloria e un suo proselitismo giovanile incredibile, un libro-icona che a suo tempo mi fu consigliatissimo e che, dati questi entusiastici suggerimenti, una volta fra le mie mani e sotto i miei occhi mi riempì di curiosità e di voracità letteraria.
Dopo un'iniziale full immersion sull'onda dell'esaltazione, mi sono presto ritrovata a leggerlo in modo discontinuo e con diffidenza, come se, andando avanti con la lettura, il libro avesse in serbo per me delusioni sempre più amare...
Così è stato ed è per questo che non sono tanto d'accordo con chi idolatra e considera questo romanzo uno dei più belli che siano mai stati scritti (anche sul web viene osannato!).
Per carità, è scritto bene e scorre senza problemi e freni annoianti, è spesso divertente e simpaticamente assurdo, tuttavia c'è qualcosa nell'intreccio, nello stile, nella vicenda che non mi ha attirato e che addirittura mi ha urtato, offeso, infastidito.
Barney, il protagonista, con la sua vita sregolata, eccessiva e viziosa alla lunga diventa insopportabile e penoso; le descrizioni accurate di sbronze epiche, scappatelle con puttane, scenate bestiali, amori sgretolati, sembrano rincorrersi avanti e indietro per tutta la durata del libro e sono sempre le stesse  e non portano da nessuna parte, se non alla convinzione (almeno mia) che questa tanto decantata vita "dissipata e scorretta" sia nient'altro che questo, solo e soltanto questo. Insomma, avevo premesse promettenti, ideali di personaggi sconvolgenti in mente, e invece mi sono ritrovata faccia a faccia, pagina dopo pagina, con un vecchio alcolizzato (che è tale anche nella parte delle memorie giovanili), ricco ma fallito, amato e innamorato ma sempre in grado di ferire e tradire, logorroico, precario, volgare...Perché tutto ciò dovrebbe divertire?
I personaggi letterari imperfetti e problematici sono sempre quelli più intensi e memorabili, i più belli da leggere, quelli che un po' si è e si vorrebbe essere, ma Barney Panofsky è troppo, è l'eccesso, è la dismisura e alla lunga non lo si sopporta più.
Sarà che il mio lato integralista astemio non sopporta chi fa del bere il proprio stile di vita e si autoconvince che ciò sia figo, sarà che gli sballati sesso-droga&rock'n'roll mi sono sempre stati antipatici e sembrati patetici, sarà che sono una brava ragazza che si commuove dopo aver finito Madame Bovary o Anna Karenina, insomma, il libro non mi ha convinto.
Al versante alcolemico va inoltre aggiunta tutta quella mole di cultura ebraica di cui il libro è intriso, con tanto di terminologie (in appendice c'è un glossario yiddish!) e accurati riferimenti storici e politici, date, nomi, che per un non ebreo risultano incomprensibili e culturalmente lontani.
Poca empatia tra me e Barney, tra me e il mondo di Barney...
Ciò non vuol dire che il libro faccia schifo; può darsi che sia io a non aver capito o a non aver saputo leggere tra le righe, a non essere il tipo di Barney e viceversa, a non aver afferrato la sua "versione" e il perché di molte sue azioni, il suo strambo modo di amare e di stare al mondo. C'è chi invece va matto per questo genere di cose e allora mi sento di consigliare il libro a quest'ultimi e a tutti quelli per cui la sghangheratezza, esistenziale e letteraria, è un valore assoluto.
Io, dal canto mio, aspetto di vederne la versione cinematografica (il film esce in Italia il 14 gennaio) con il simpaticissimo Paul Giamatti nel ruolo di Barney, per capire come è stato trasposto e come sembra il libro visto da una sala.

Commenti

  1. A me è piaciuto. Da come ti sei descritta, mi rivedo un po' nel tuo carattere, eppure io ho provato molta tenerezza per questo personaggio. L'ho trovato a modo suo tenero, insicuro, decisamente debole e bisognoso di amore, per quanto incapace di accoglierlo. La sua dissolutezza non mi ha particolarmente colpito; sicuramente lo ha fatto la sua vicenda umana.

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