L'amore è potente, non c'è scampo. Se è amore giovane, quello acerbo e totalizzante dei diciassette anni, è più che potente, è la vita stessa che prende forma e impatta, è il debutto all'esserci, al sentirsi e al sentire. Prima di provare un amore giovane nessuno è davvero vissuto. L'amore di Elio e Oliver è un detonazione di vita, un concentrato di sconsideratezza ormonale, squilibrio psicofisico, overdose di sensi e di baci, abbandono all'estasi senza il triste contegno di chi sa che non potrà durare. Una cosa che pulsa e palpita forte. Il loro è un carpe diem di estiva pienezza, un darsi e dare senza pensare a ciò che si perderà, a ciò che ne uscirà rotto. C'è qualcosa di violento e sensuale nel loro inesorabile catturarsi, c'è il nuovo che aspetta di essere inaugurato e c'è il già noto che ha bisogno di essere rinnovato. C'è l'età della fragilità e della libertà totale di essere fragili e c'è l'età un po' più consa...
Vi dico subito perché mi è piaciuto (voglio provare ad essere sintetica). - Perché riesce nella quasi impossibile impresa di umanizzare tutta la carica artificiale, fredda e cibernetica che i film distopici e fantascientifici hanno . Ho già detto in altre occasioni che tutto ciò che è futuro ipercinetico e megalomania ingegneristica non fa al caso mio, che il filone sci-fi non riesce a trasmettermi nulla, ma poi ho visto Arrival e ho creduto alle lacrime che possono derivare dalla fantascienza e persino alla raffinatezza che può avere se narrata con lo sguardo giusto. Anche Blade Runner 2049 tocca il cuore, quello umano, ed è un miracolo da questo punto di vista. Se Blade Runner 2049 è un replicante, è di quelli fatti bene, con i sentimenti e le emozioni. - Perché ha lo statuto di un blockbuster da milioni di dollari, ma l'anima di un film intimista e filosofico . È stupefacente ritrovarsi immersi in pause contemplative e in indugi riflessivi quando quello che ci a...
Quasi tutte le mattine per svegliarmi completamente e perdere il torpore del sonno accendo la radio e ascolto Virgin Radio , l'unica radio (quasi) ascoltabile e mediamente sopportabile nel vasto e scadente panorama radiofonico italiano...Ci sono dei momenti però in cui anche Virgin Radio perde la sua orgogliosa verginità e diventa una troia della peggior specie trasmettendo pezzi di colui che odio più di ogni cosa, di colui che offende le mie orecchie e il mio buon gusto come nessun'altro sa fare, nemmeno Gigi D'Alessio, sto parlando, - e so già che molti mi odieranno a morte per questo- di Vasco Rossi il Terribile, l'Abominevole uomo delle radio, il Mostro, il Jack lo squartatore della musica italiana e del concetto di musica stesso. Allora mi ritrovo a voler spaccare quel pezzo di plastica sonoro e a voler mandare e-mail con minacce di morte a Ringo e a tutta la sua squadra radiofonica che osa accostare senza soluzione di continuità Lythium dei Nirvana a una canzone...
Divorare Il cardellino è stato facile e veloce, trovare indigesto Dio di illusioni lo è stato altrettanto. Ho trovato questo romanzo insostenibile, sbagliato, disturbante. Giunta alla fine ho tirato un respiro di sollievo e una nuvola grigia si è diradata. Lo dico senza rischio di ripensamenti (ma a rischio di maltrattamenti!): Dio di illusioni è un romanzo sopravvalutato. La sua fama dorata te lo presenta come un gigante, un must-read book, e in realtà è letteratura di consumo che si fa consumare male. All'inizio della lettura non te ne accorgi e anzi ti senti incuriosito e subito agganciato alla storia e ti dai anima e corpo alla voce narrante di Richard Papen e al suo racconto di memorie estetizzanti e delittuose. Le storie ambientate nei college americani - qui siamo nel Vermont - sono sempre stuzzicanti e infarcite di perdizione, droga, alcol e sesso, perversioni da confraternita e animazione notturna ad altro rischio di eccessi. Gli studi classici dei se...
Le soddisfazioni più grandi oggi me le dà Netflix . Sto diventando sempre più un automa da divano ma almeno soddisfatto. L'anno scorso ho dichiarato tutta la mia riconoscenza ai fratelli Duffer in questo post . Quest'anno confermo ogni parola della mia dichiarazione e ne aggiungo poche altre. Accomodarsi per la seconda volta nell'estetica anni '80 della serie è stato spontaneo, quella meraviglia ormai la conosciamo bene. Le citazioni hanno continuato a dare la gioia della celebrazione a chi ha più di 30 anni come me (quella dei Ghostbusters sopra tutte), ma in questa stagione si sono messe un po' da parte, si sono integrate nel sistema. L'essenza di Stranger Things è proprio il citare e il far rivivere anni lontani e questo ormai è un dato di fatto e di stile che non si sposta da lì (per fortuna) e non ha bisogno di esternazioni nette. È il contenuto narrativo a brillare, anche nelle tenebre ramificate che attraversano ogni cosa, in questa se...
Trovate altri miei atti di fede nei confronti di Philip Roth qui , qui , qui , qui , qui , qui , qui . Il suo talento nella scrittura è qualcosa di simile all'onnipotenza e anche nei romanzi brevi sono contenuti ordigni esplosivi di miracoloso effetto. Quando leggo Roth dopo mi capita sempre di applicare ciò che ho letto alla mia personale esperienza di essere umano, mi capita di pensare "anch'io a volte agisco così" , di relazionarmi con ciò che leggo ben oltre la mera attività del leggere. Le sue storie di ineluttabilità, di errore e di mille altre variabili dello spettro umano si riversano su di me per giorni e giorni. Roth sa tutto di me e di noi. Con Indignazione è accaduto ancora. La parabola discendente del protagonista - fulminea e rovinosa - ci riguarda in qualche modo tutti. Un incontro può sconvolgere un progetto di vita. Una caparbietà eroica può trasformarsi in una rovina. Certe volte ci impuntiamo su qualcosa,...
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