I Love Books: 37. La fiera della Vanità



Ci sono libri lunghi che sembrano brevissimi, libri brevi che sembrano non finire mai e libri lunghi che rimangono lunghi proprio come appaiono. La fiera della Vanità di William M. Thackeray per me rientra in quest'ultima categoria

Non è tanto la mole di pagine (comunque piuttosto elevata, circa 870 pagine), quanto il prolungarsi in un'estensione estrema della vicenda principale, una dilatazione a tratti esasperante del cuore del romanzo, un cuore vivace, divertente, sbarazzino ma troppo pigro e lento.

Il difetto de La fiera della Vanità, a mio avviso, risiede proprio in questa lentezza, in questo amabile ma snervante chiaccherare dell'autore, che osserva, descrive, si sofferma, temporaggia, cazzeggia, vede gente, fa delle cose (!) senza decidersi mai a ingranare la marcia e sgommare a tutta velocità verso la meta finale.

Se non fosse per questo "passeggiare" eccessivamente rilassato di Thackeray, il romanzo sarebbe una bomba, perché ha uno spirito corrosivo, moderno, sfacciato, perché mette alla berlina vizi e vanità universali del genere umano con un piglio irriverente e comico (oggi si direbbe "politicamente scorretto"), perché ha una validità senza tempo e un significato applicabile ad ogni epoca, perfino ad ogni giorno della nostra tragicomica quotidianità. Thackeray prende per i fondelli i suoi contemporanei e l'umanità intera e tra 1848 e il 2012 le cose non sono cambiate, la vanitas vanitatum è sempre lì, sempre quella.

Amelia e Rebecca, le due protagoniste dai caratteri opposti, sono indimenticabili ognuna a modo suo e insieme a tutti gli altri personaggi sono come marionette nelle mani sarcastiche di Thackeray, patetici pagliacci ignari di esserlo.

In breve, se avete tempo, calma e voglia di soffermarvi tra le bancarelle di questa vasta fiera umana questo romanzo vi appassionerà, se andate di fretta potreste volervo scagliare lontano!

ps: qualcuno di voi ha visto il film?

Commenti

  1. L'ho letto un po' di anni fa e sono d'accordo con te: la lentezza è il maggiore scoglio nella lettura, per il resto invece è un romanzo davvero molto interessante. E tutto sommato una volta ingranato con la lettura anche la lentezza della trama viene messa in secondo piano.
    Ho anche visto il film, però devo ammettere che non me lo ricordo benissimo...Cmq mi sembra che nel complesso fosse ben fatto.

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    1. ah, meno male, non sono l'unica che si è arenata nello scoglio della lentezza! Cmq sì Noemi, romanzo sui generis e molto molto interessante al di là di tutto...Che bello che hai visto pure il film, sono curiosa di vederlo, devo cercarlo ;)

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  2. Anche I Buddenbrook rientra in questa categoria. Grande lentezza!
    Ho visto il film quando uscì al cinema anni or sono: gradevole, non eccezionale però. Ottima invece Reese Whiterspoon nella parte dell'arrampicatrice sociale. Scenografie e costumi meravigliosi ottimamente enfatizzati dalla fotografia molto suggestiva. Si

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    1. Non ho letto I Buddenbrook proprio perchè, pur essendone affascinata in libreria, ho sempre temuto la lentezza di cui parli!
      Anche tu hai visto il film, pensavo non l'avesse visto nessuno e invece! Da come ne parli mi hai messo curiosità di vederlo, lo recuprerò :)

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