Il mio parere su Blade Runner 2049


Vi dico subito perché mi è piaciuto (voglio provare ad essere sintetica).

- Perché riesce nella quasi impossibile impresa di umanizzare tutta la carica artificiale, fredda e cibernetica che i film distopici e fantascientifici hanno. Ho già detto in altre occasioni che tutto ciò che è futuro ipercinetico e megalomania ingegneristica non fa al caso mio, che il filone sci-fi non riesce a trasmettermi nulla, ma poi ho visto Arrival e ho creduto alle lacrime che possono derivare dalla fantascienza e persino alla raffinatezza che può avere se narrata con lo sguardo giusto. Anche Blade Runner 2049 tocca il cuore, quello umano, ed è un miracolo da questo punto di vista.
Se Blade Runner 2049 è un replicante, è di quelli fatti bene, con i sentimenti e le emozioni.

- Perché ha lo statuto di un blockbuster da milioni di dollari, ma l'anima di un film intimista e filosofico. È stupefacente ritrovarsi immersi in pause contemplative e in indugi riflessivi quando quello che ci aspetta da un film di questo tipo è l'azione rimbombante e una velocità senza freni.
I rimbombi ci sono, le scene di accelerazione futuristica pure, ma c'è anche, e spesso, il silenzio, la comunicazione non verbale, la sospensione prolungata dentro uno sguardo, una lacrima, una consapevolezza.

- Perché offre agli occhi umani scenari di impatto indimenticabile: metropoli piovose e fumanti che sembrano Babilonie tecnologiche, accecanti lande desolate color deserto, interni di aziende sospese nell'acqua dove i suoni sembrano d'ovatta, discariche postatomiche che sanno di contaminazione e degrado definitivo.
Si viaggia in posti che non esistono e si fa esperienza di un altrove surreale che non smette un attimo di stimolare lo sguardo e la mente.

- Perché partiva svantaggiato e in debito con l'unico e mitologico Blade Runner e poteva farsi deridere o far infuriare e invece si affaccia sul suo vecchio antenato, lo cita e lo richiama senza strafare e poi va oltre, in una strada tutta sua e con lo stile personale di Denis Villeneuve. Blade Runner 2049 conosce molto bene Blade Runner e lo rispetta. E nel rispettarlo lo celebra.

- Perché Ryan Gosling nei panni dell'agente K è di una tenerezza meravigliosamente fuori luogo in un film sci-fi. Niente spacconate, nessuna prestazione straordinaria da creatura sintetica, ma un'umanità sconfinata e disarmante. La malinconia del suo volto, le espressioni emotive dei suoi occhi che superano di gran lunga le parole, la sua compostezza nella scoperta, commuovono.

- Perché Jared Leto nei panni di Niander Wallace offre una performance di grazia folle e saggezza spirituale ipnotica.
Con i suoi occhi opachi e la formulazione accurata di discorsi da onnipotente dio creatore, con la sua eleganza estetica che sposa quella del film, si fa in un attimo icona.

- Perché ci sono scene ad altissima prestazione digitale e tecnologica che ti fanno pensare (cosa che mi succede raramente): "Wow, che figata la nostra epoca!". Su tutte quella della sovrapposizione corporea di Mackenzie Davis e Ana De Armas durante la scena più sensuale del film. L'effetto ologramma che si crea ha una resa perfetta, è un incanto anche per chi al cinema preferisce la narrazione semplice agli effetti speciali high-tech.

- Infine, ma solo perché avevo detto che sarei stata sintetica, mi è piaciuto perché le musiche sono dei tonfi sonori al cuore e sono anche loro delle narrazioni. Sono cupe, solenni, distorte e sono in perfetta armonia con ciò che vediamo. Stessa cosa per la fotografia.

Io che parlo con così tanto entusiasmo di un film di fantascienza? Già. Sembra fantascienza. Ma vi assicuro che sono stata proprio io in carne ed ossa ad aver scritto questo post e non una mia copia artificiale.

Commenti

  1. Infatti non credevo ai miei occhi... tu che parli bene di fantascienza? :)
    Scherzo! Ma è quasi impossibile parlar male di questo film. Condivido tutto quello che hai scritto, in particolare un punto: il nuovo Blade Runner celebra, rispettandolo, il vecchio. Bravo Villeneuve in un'operazione che pareva impossibile.

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    1. Bravo davvero. Ci vogliono coraggio e sconfinato talento per queste operazioni delicate di recupero e lui li possiede entrambi.

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  2. Concordo su tutto... tranne che su Leto XD
    Sicuramente un ottimo film, anche se non perfetto, ma Villeneuve si dimostra un grande regista - per chi ancora non lo sapesse...

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    1. Eh, Leto mi piace sempre e dovunque (occhi a cuoricino). Villeneuve prima di Arrival non lo conoscevo, adesso non lo perderò più di vista.

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