Serie tv mon amour: 20. Girls


Girls è diventata decisamente la mia serie tv preferita, mi ha conquistata, era il mio ideale di serie tv filofemminile e per ragazze cresciutelle che ancora non esisteva e che adesso, per la mia più totale gioia, esiste. Sono entusiasta e coinvolta come non mi capitava da tempo, mi sembra qualcosa di creato apposta per me, un'atto di solidarietà femminile involontaria assolutamente benefico e consolante.

Il piglio accattivante di questa serie che mi ha creato dipendenza, la sua qualità assoluta e originale risiede a mio avviso nel mettere in scena vite di giovani donne in crisi, più che ventenni non ancora trentenni, newyorkesi sì, ma con un carico di problemi, situazioni critiche, equilibri precari, incasinamenti emotivi ed esistenziali assolutamente credibili, realistici e universali. Il processo di identificazione è perciò totalizzante e immediato, soprattutto per le quasi trentenni come me alle prese con buchi neri generazionali più o meno seri.
E poi è una serie autoironica, che guarda se stessa e si prende in giro, che guarda ad una generazione e la analizza in modo spensierato, scanzonato, a tratti parodico. Insomma una serie brillante, intelligente, giusta, onesta.

Sex and the City è stata una serie mitologica, un mondo in cui ogni donna sul pianeta si è tuffata a capofitto traendone godimento e sentendosi la quinta amica del patinato e mondano gruppetto newyorkese, ma era un sogno, un'utopia glamour dai toni rosati, talmente bello da far provare invidia o frustrazione.
Girls invece parla di ragazze normali, più o meno squattrinate, con appartamenti ordinari, vestiti non griffati, corpi non per forza tonici e fidanzati non troppo principeschi o sexy, parla di noi insomma, e l'empatia e la simpatia che si provano puntata dopo puntata fanno di questa serie un'adorabile e gioviale pacca sulla spalla, un dono di comprensione, un tonico per l'umore di ogni ragazza di oggi.

Lena Dunham, che a soli 26 anni ha inventato, scritto e co-sceneggiato (con Judd Apatow) la serie (ha anche girato un film indipendente, Tiny Furniture, che dicono sia un gioiellino e che devo assolutamente vedere!) e che interpreta il ruolo della protagonista Hannah, è il mio nuovo mito, vorrei fosse mia amica, mi rivedo molto in lei, nelle sue insicurezze, nel suo modo di vestire, nei sui tatuaggi senza senso, nel suo modo buffo e goffo di condurre l'esistenza. Una donna umanissima e rassicurante, una femmina vera e genuina.
Anche nelle altre ragazze, la fredda Marnie (Alison Willams), la ribelle Jessa (Jemima Kirke) e l'ingenua Shoshanna (Zosia Mamet), c'è qualcosa di familiare, un dubbio, un'esperienza, una fase, un pensiero, che rimanda direttamente a noi e che ci fa sorridere di noi. Girls like us insomma!

Adesso aspetto la seconda stagione come manna dal cielo!

Commenti

  1. non conosco questa serie ma me la guarderò di sicuro! molto ispirevole :-) anche se i trenta putroppo li ho passati. già mi piace l'idea che non siano vestite di prada dalla testa ai piedi e non indossino solo manolo blahnik tacco 12 ma ragazze più "vere" e normali!

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    1. credo proprio che l'apprezzerai e poi l'importante è sentirsi ragazze dentro ;D
      Le girls in questione sono normalissime, la protagonista è grassottella e in quanto tale un'autentica benedizione, una ventata di normalità che fa bene guardare :)

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  2. E' vero, mancava proprio una serie così. Molto sta nel fatto che a scriverla è la protagonista stessa; poi le cinque erano compagne di scuola e questo spiega come fanno ad essere così convincenti... si intuisce che si conoscono per davvero.. bello bello, sono d'accordo con te ;) V.

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  3. ah si? Non sapevo di questa cosa, infatti sono affiatatissime e anche quando litigano sembrano amiche vere, le adoro :D

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