I Love Books: 45. Kafka sulla spiaggia




Ogni volta che sento il bisogno di una sospensione della realtà e dell'eccesso di razionalità capricornesca che mi tormenta, vado a cercare Murakami Haruki e lui mi accoglie a braccia aperte, mi dà la sua dose di allucinogeno e mi porge un'evasione onirica assolutamente benefica.

E' stato così con L'uccello che girava le viti del mondo, con La fine del mondo e il paese delle meraviglie, con Dance Dance Dance, e in misura minore, ma a suo modo bellissima, con Norwegian Wood.

Chi conosce lo scrittore giapponese sa che non si tratta affatto di fantasy, di magia e stregoneria, e neppure di distopia fantascientifica, ma di sogni travestiti di normalità e naturalezza, di viaggi in dimensioni assurde eppure credibili e infinitamente gradevoli.
Il risultato è che l'incredulità si fa da parte, il raziocinio smette di cercare il senso con il lanternino e la mente è libera di perdersi in spazi inesistenti e mondi surreali incredibilmente accoglienti e ovattati, comodi per l'anima.

Con Kafka sulla spiaggia la magia si è ripetuta: è stato una botta di magnifico nonsense, un percorso di 514 pagine a bordo della penna suggestiva e miracolosamente evocativa di Murakami, come dimenticare la tetra ovvietà del reale e sprofondare in un sogno. Non un sogno agitato e rocambolesco, ma un sogno calmo, riposante, dai passi felpati come quelli di un gatto, scandito da riti comuni e confortanti come bere una tazza di tè, leggere o ascoltare delle buona musica.

Inutile fare una sinossi della trama dal momento che tutto il romanzo è estremamente visionario e avvolto dall'indefinitezza dell'irrazionale.
I protagonisti sono due e Murakami ne segue le vicende a capitoli alterni: da una parte c'è il quindicenne Tamura Kafka che sta scappando da qualcosa di simile ad una terribile profezia, dall'altra c'è il vecchio Nakata che non sa leggere e scrivere a causa di uno strano incidente avuto da bambino, ma che capisce la lingua dei gatti. Anche lui fugge da qualcosa di terribile e allo stesso tempo sembra cercare qualcuno o qualcosa, senza sapere bene cosa sia.

Detto così sembra non dire nulla, ma VI ASSICURO che è una lettura avvincente, stimolante e allo stesso tempo rilassante, lenta al punto giusto, terapeutica. La si vorrebbe divorare in un sol boccone, ma poi ci si ritrova a gustare piano piano le descrizioni, a voler centellinare il senso di benessere che le sue atmosfere infondono, a volere che queste sensazioni dal gusto illogico persistano.

In fondo avrei potuto scrivere anche solo un aggettivo per questo libro: incantevole, in senso lato e letterale.

Commenti

  1. Ammetto che questo non è tra i miei preferiti di Murakami, ma è pur sempre un libro di Murakami e quindi meraviglioso.
    La cosa assurda di Murakami è che ti infila in una storia assolutamente straordinaria e assurda senza darti alcuna spiegazione. E riesce a fartelo accettare senza troppi dubbi.
    Il mio preferito è La ragazza dello Sputnik, comunque *__*

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    1. eh già, Murakami ha questo potere pazzesco! La ragazza dello Sputnik mi manca, devo provvedere al più presto ;)

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  2. Ho finito di leggerlo da poco.
    Io che non lo conoscevo affatto.
    Quoto ogni singola parola che hai detto.
    E infatti ho già due libri suoi che mi aspettano sul comodino :P

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    1. Murakami ha conquistato pure te, ti capisco perfettamente! Goditi la lettura allora! :D

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  3. Insomma anche Murakami fa parte del Realismo Magico? Non ho letto ancora nulla di lui ma da come lo descrivi mi pare di sì. Quando io cerco qualcosa come quello che hai introdotto tu mi fiondo sulla letteratura sudamericana e non sbaglio mai, l'ultima perla è stata Teresa Batista stanca di guerra di Jorge Amado: stupendo!

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    1. sì, credo si possa definire realismo magico, ma c'è quel tocco di "nipponitudine" che rende tutto ancora più suggestivo...Dovresti provarlo ;)

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  4. un giorno dovrò leggere qualcosa di questo dannato cagariso! Le sinossi delle sue trame che ho letto mi invogliano troppo, ma ho accumulato troppe letture, mannaggia!

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    1. ahahahahahahah, che definizione raffinata per Murakami ;)
      Devi leggere assolutamente qualcosa, vedrai che sensazioni!

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  5. Hi beautiful!

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  6. Bellissimo libro di Murakami, di lui ho anche letto Norwegian Wood, ma questo Kafka è veramente di un realismo magico tutto particolare. Era il favorito al Premio Nobel, ma è andato al cinese. Ma se lo vinceva Murakami, pur piacendomi, non sarei stato contento lo stesso. Sta accademia si spicciasse a darlo ad Ashbery o a McCarthy.

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    1. bellissimo davvero, per me uno fra i più belli dei suoi, se non il più bello, almeno finora (mi mancano ancora degli altri libri prima di poter dire di aver letto l'opera omnia di Murakami e di fare una classifica definitiva!)

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  7. a me come libro non fece impazzire, però non posso che lodarne l'originalità di scrittura, molto differente da ciò che solitamente mi capita di leggere

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    1. sì, Murakami è letteratura a parte, è un modo ben preciso e diverso dal solito di leggere e vivere quello che si legge :)

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