Il mio parere su The Grand Budapest Hotel


È cosa nota che i film di Wes Anderson o si idolatrano (vedi alla voce hipster) o si tacciano di ridicolo (i classicisti del cinema, suppongo). Rispetto a questo regista-artista personalmente credo di potermi collocare  nel limbo mediano della tiepidezza, fra coloro che i suoi film vanno a vederli sì, ma senza eccessiva euforia e senza portarsi il righello e altre strumentazioni empiriche da casa per calcolare la perfetta simmetria, armonia e maestria della tanto agognata creatura andersoniana di turno.

Il fatto che Wes Anderson sia diventato un fenomeno di moda, un simbolo ben preciso di gusto socio-culturale giovanile, credo abbia tolto un po' di spontaneità e di sincerità alle reazioni verso i suoi film. Se sei un giovane contemporaneo con spiccato gusto indipendente, oggi, oltre a farti crescere a dismisura la barba, devi amare necessariamente Wes Anderson e possedere il cofanetto completo dei suoi film o sei fuori dal giro.

Gli andersoniani di solito sono colti e sofisticati; il problema è fingere di amare Wes Anderson per fingersi colti e sofisticati. Ma questa è un'altra storia...

Rispetto a Moonrise Kingdom che mi era sembrato un'autocelebrazione delle sue fissazioni cromatiche e delle sue impeccabili combinazioni estetiche, The Grand Budapest Hotel l'ho percepito più umano, più piacevolmente fiabesco.

L'effetto cartonato in tinte pastello che fa sembrare i film di Wes Anderson dei deliziosi carillon con meccanismo di precisione svizzero ovviamente c'è sempre, così come l'esagerazione generale in chiave semiseria di persone, cose e luoghi e quel sottile e voluto flirtare con la sciocchezza e l'infantile.

The Grand Budapest Hotel ha all'esterno la solita patinata bellezza che è un incanto per gli occhi, ma in qualche modo anche un fastidio perché dal sapore troppo digitale, e all'interno un affascinante cuore romanzesco, una gran bella narrazione vintage.

Sarà che gli alberghi hanno un innato fascino letterario e una capacità di racconto insita nella loro natura di luogo di continuo transito umano, ma la vicenda del Grand Budapest, del suo concierge Monsieur Gustave e del suo garzoncello Zero, sebbene più esterna che interna all'albergo, mi ha intrigata parecchio.

L'elemento giocoso, la buffoneria estrema di azioni e situazioni, il grottesco-favolistico in questo film è ben dosato e armonizzato con una parte più ideologica e seria, con riferimenti storici pesanti e con sentimenti profondi.
Più che farmi ridere di solito le trovate di Anderson mi stupiscono per la loro perfetta e personalissima commistione di non-sense e bellezza, di stupidaggine e di genialità.
Stavolta oltre al solito stupore (che è anche un pò incredulità) ho percepito una profondità di intenti e un messaggio interessanti.
Insomma, non solo il solito progetto miniaturistico di brillante perfezione, ma anche una bella storia carica di umanità, di amicizia, di amore.

Il dispiegamento di decine di attori-feticcio grandiosi sotto forma di breve comparsa carismatica è la cosa che adoro di più di Anderson: in questo film più che mai c'è l'imbarazzo della scelta e il cameo di turno regala sempre un'emozione, un attimo di pura esaltazione cinefila.

La tipica cartolina glamour andersoniana con The Grand Budapest Hotel si è animata e si è fatta racconto, autoironico senza esagerare e profondo senza esagerare, maniacale sì, ma con l'anima.




Commenti

  1. A me è piaciuto molto ma il mio preferito rimane Fantastic mr Fox, a quanto pare non posso essere un hipster (non mi sono piaciuti tutti i suoi film) e neanche una del cinema classico perché ho amato molto Fox e Moonrise Kingdom.

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    1. allora come me sei tra i simpatizzanti andersoniani senza troppa esaltazione :)
      Anche il mio preferito è Fantastic Mr Fox, seguito da Il treno per il Darjeeling, mentre Moonrise Kingdom non mi ha trasmesso nulla!

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  2. Ti quoto, è stupendo, concordo al 100% con la chiosa del post: La tipica cartolina glamour andersoniana ...

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  3. L'ho trovato un film bello e decisamente più maturo rispetto alle ultime opere: molto meno romantico del solito e con spunti storico-sociologici di grande interesse (la riflessione sulla guerra, la dittatura, la solitudine... e forse è per questo che a molti fan di Anderson non è piaciuto). Affronta temi importanti ma con il solito tocco lieve e sognatore. Mi è piaciuto molto.

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    1. concordo completamente! Forse mi è piaciuto tanto proprio perché non sono una fan sfegatata di Anderson.

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  4. Ne ho scritto anche io oggi (non così bene e dettagliamente come te, perchè le mie sono sempre brevi ed estemporanee considerazioni) ammetto però che il film mi è decisamente molto piaciuto anche se non sono ne colta e ne sofisticata (altrimenti probabilmente citerei tra i miei film preferiti The Tree Of Life):)

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    1. ma W le considerazioni brevi ed estemporanee, sono le più piacevoli da leggere :D Passo a leggerti...

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  5. Ho visto questo film sabato, attratta più che dal regista dall’ambientazione un po’ particolare sia per l’epoca che per il luogo. A me è piaciuto molto, e anche io l’ho trovato ben dosato e molto piacevole.

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  6. Delizioso, senza giri di parole. Pur non essendo hipster o altro ho sempre adorato Anderson fin dagli esordi proprio per il suo modo di mescolare nevrosi, commedia, piccoli drammi, stile e favola :)

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    1. Hai reso molto bene l'abilità di Anderson! Apprezzo anch'io questa sua capacità, ma a volte ho qualche perplessità sul suo stile!

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  7. Promossissimo da me! Io amo Wes Anderson e non perché sono una hipster (mi manca la barba per esserlo, ah ah ah), ma perché quello che amo dei suoi film è il fatto che mi fa sempre inesorabilmente ridere.
    Ho visto il film con mia sorella al cinema e lei era imbarazzatissima perché ero l'unica a ridere sguaiata in sala.

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    1. PS: se ti piace la tematica dell'albergo ti consiglio di leggere "Hotel New Hampshire" di John Irving... un vero gioiellino!

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