Il mio parere su La grande scommessa


Questo film è sorprendente per una ragione: il suo contenuto è di una pesantezza grigia e numerica (almeno per me), il suo stile è una cosa folle e geniale.

La grande e audace scommessa di portare al cinema la crisi mondiale del 2008 con tutta la sua minuziosa esegesi e di rendere questa materia ingessata e cifrata una giostra aperta e spregiudicata è stata vinta in pieno dal regista Adam McKay e dal suo azzeccatissimo cast di stelle.

Bale-Carell-Gosling-Pitt, ripetete con me e inchinatevi a cotanta sostanza attoriale.

La grande scommessa (tratto dal libro di Michael Lewis The Big Short - Il grande scoperto) rigurgita aridità numeriche, affastella dati e percentuali, parla il linguaggio per me esoterico dell'economia e della finanza, ma ha un montaggio così vivace e trovate esplicative così accattivanti da riuscire a coinvolgere anche il più ipodotato in fatto di scienza bancaria. Una persona come me per esempio.

Economia for dummies insomma, la lezione di finanza più dettagliata e meno ortodossa a cui vi capiterà mai di assistere, la prova che siete delle capre in fatto di dinamiche economiche e bancarie e la migliore possibilità di autoironia e di chiarimento che potrete mai avere.

Io continuo a non capire bene cosa siano i mutui subprime, i CDO e i CDS, ma mi sono almeno fatta un'idea di queste sigle beffarde tramite gli esempi piuttosto prosaici, per non dire demenziali, che il film somministra ampiamente.
Lo spettatore viene imboccato come un bambino e illuminato nella sua certa ignoranza ed è questo ciò che rende La grande scommessa un serissimo film divertente, un'immersione profonda in tutto ciò che c'è di criptico nell'arcano mondo delle banche.

Come decriptare codici senza essere vecchie glorie di Wall Street.

Il valore di questo film è enorme, l'operazione che compie è unica nel suo genere: gli attori guardano in macchina e indottrinano in modo semiserio chi guarda, il montaggio accosta immagini, citazioni in sovrimpressione e suggestioni fotografiche senza soluzione di continuità, le musiche invitano al movimento, i buffissimi camei vip spiazzano e spezzano il canone narrativo classico, e non c'è, in questo galoppante calderone stilistico, un solo momento di vuoto.

Anche quando qualcosa sfugge (per me è stato impossibile capire tutto al 100%, ho una laurea poco smart in materie umanistiche d'altronde), l'atmosfera adrenalinica del film salva dallo smarrimento, dalla mestizia della propria disinformazione.

Dentro la bolla finanziaria materia del film ci si entra dentro e se ne guardano le cause da una prospettiva privilegiata, quella di peculiarissimi e lungimiranti soggetti come il Michael Burry di Christian Bale, il Mark Baum di Steve Carell o il Jared Vennet di Ryan Gosling, nasi finissimi nello scovare le falle di un sistema destinato all'esplosione.

Il loro particolare approccio al sistema, il modo in cui lo analizzano, lo sfidano e ne fanno materia di scommessa, è uno spasso per lo spettatore, ma è anche materia interessantissima.

La cosa sorprendente è che in mezzo al fluire delle dinamiche esagitate del film, c'è anche spazio per la riflessione, momenti in cui la drammaticità di ciò che viene narrato emerge e sgomenta, in cui il lato ludico della pellicola cede il posto alla sua reale e inappuntabile competenza.

Divertente ma con l'anima.
Illuminante e altruistico.
Stracarico e miracolosamente leggero.

Cosa manca a questo film? Nulla, solo un Oscar.


Commenti

  1. Splendido film, con un cast di attori fantastici (Steve Carell su tutti). Il linguaggio così tecnico è sicuramente una scelta registica, fatto apposta proprio per confondere gli spettatori poco esperti di economia, che si trovano in questo modo spaesati e "indifesi" esattamente come nella vita reale. Ma quando vengono fuori i concetti importanti, il film parla molto chiaro: le scene girate dentro gli uffici drammaticamente vuoti della Lehmann Brothers la dicono lunga più di mille parole...

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    1. Concordo, Carell indimenticabile, buffo e commovente allo stesso tempo <3

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  2. Mi ispirava poco e quasi solo per il versante attoriale. Da come lo stanno recensendo tutti mi sa che cambio idea :)

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    1. il versante attoriale è già un ottimo motivo per andarlo a vedere, credimi ;)

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  3. ...ed io che non mi aspettavo chissà che cosa...
    mi sa che farei bene a vederlo, invece

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    1. direi di sì, è molto istruttivo, ma non è pesante e non so come sia stato possibile visto la materia trattata :D

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  4. Perché non lo avevo proprio considerato, questo film? Da come ne parli mi sa che devo metterlo in lista (per ricordarmelo quando sarà disponibile in streaming, non ho tempo nemmeno per una serata al cinema ç_ç)

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    1. Consigliatissimo, ha una regia strepitosa e anche se alcune cose tecniche possono risultare ermetiche (soprattutto alle letterate come noi), il film si fa amare e capire in pieno!

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  5. Non esaltante quanto The Wolf of Wall Street, però un film "economico" decisamente notevole.

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    1. The Wolf of Wall Street era un bignamino di economia rispetto a questo, comunque entrambi notevoli :D

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  6. Sono una voce fuori dal colore ma non mi ha entusiasmato. Ho trovato interessante l'argomento anche perchè così recente, ma trovo questi film alle volte un po' di genere al contrario di The Wold of Wall Street che nei super eccessi ho trovato perfetto. Questo non mi ha convinto appieno, anche la rottura dell'illusione scenica con il guardare in camera non l'ho trovata una scelta azzeccata. E ammetto ci ho capito proprio poco.. Miei amici che lavorano nel settore ne sono usciti invece stra entusiasti.. Però lo trovo un facile entusiasmo da 'conosco quel mondo'.

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    1. Anche io molte cose non ho le ho capite, ma lo stile del film mi ha preso per mano lo stesso e non mi sono (stranamente,visto l'argomento) annoiata. Però le tue considerazioni ci stanno, non mi stupisce il fatto che possa non entusiasmare ;)

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  7. scopro con piacere di non essere l'unica a pensare che questo film meriti un Oscar!

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