Serie tv mon amour: 38. The Young Pope

"Santo Padre, cosa ha intenzione di fare?". "La rivoluzione, Tommaso."
Di Papi ne abbiamo visti tanti nella storia, eretici, simoniaci, mecenati, buoni, ignavi, ma un Papa così non l'avevamo ancora visto. Santa Romana Chiesa nella testa di Sorrentino ha perso completamente la testa ed è uno spettacolo da non perdere per niente al mondo.

Lenny Belardo aka Santo Padre Pio XIII è il Papa junior immaginario che ci mancava, è rock e oscurantista, vanaglorioso e restio a mostrarsi, miracoloso e refrattario alla pietà, giovane e con idee vecchissime, insomma una bomba di contraddizioni, invenzioni e licenze creative che la mente feconda e bizzarra di Paolo Sorrentino ha voluto generare per la nostra beatitudine.

Ho finito ieri di vedere la serie e dopo il post sulle primissime impressioni voglio dire qualcosa in più.

La cosa che mi ha fatto più apprezzare The Young Pope è la sua totale inverosimiglianza, il suo proporre una figura di papa fantasy, con caratteristiche folli, improbabili, grottesche.
Il papa di Sorrentino mi ha fatto molto ridere e per certi versi questa serie mi viene da definirla comica.
Certe parole, certe situazioni, commentate da una colonna sonora fuori contesto (tipo Senza un perché di Nada) fanno ridere sul serio, perché destrutturano una struttura istituzionale, perché rendono surreale e ben poco mistico l'insieme. Il Vaticano è un posto di incontri, scontri e dialoghi stravaganti.

Sorrentino non è dissacrante rispetto al sacro, va oltre: scherza, rende omaggio alla stranezza e celebra meravigliose feste di implausibilità. Solo un genio o un pazzo potevano concepire una cosa del genere e Sorrentino è entrambe le cose.
Il primo ministro della Groenlandia che danza sul pezzo di Nada, il canguro, il cielo iperstellato, i viaggi onirici di Lenny a Venezia, tante suggestioni originali e libere dal dominio della sensatezza che incantano e inquietano.

Jude Law così tonico e bello, così luminoso, così bianco-vestito e dal cuore non così bianco, così laicamente fumatore, ha sposato il delirio mentale di Sorrentino come Lenny ha sposato la Chiesa ed è sicuramente anche merito suo se questa serie ha colpito così tanto. La gamma delle sue espressioni è molteplice e si pende dalle sua morbide labbra con attitudine ben poco casta.


Devo però ammettere che ho anche qualche riserva su The Young Pope e che il mio entusiasmo ha subito dei lievi contraccolpi durante la visione.
Posto che la narrazione di Sorrentino non è mai narrazione organica e strutturata, che il salto nel nonsense e nel superfluo di natura estetica e poetica è tipico delle sue opere, così come le divagazioni (apparentemente) fuori tema, tuttavia nella serie tv Sorrentino perde la bussola fin troppo.

Lo so, lo so che non ci si deve aspettare una trama cristallina da lui e io lo amo tanto per il suo cinema libero e vicino al flusso di coscienza, ma se il cinema può permettersi un paio d'ore di bellezza fine a se stessa e di anarchia visionaria, in tv il discorso cambia, l'esigenza di un filo conduttore, di un progetto ben definito si fa sentire con più forza.
10 puntate corrispondono a 10 ore, un viaggio piuttosto lungo da reggere senza un conducente almeno un po' razionale.

Ecco, The Young Pope l'ho trovato a tratti privo di una schema, di una struttura narrativa solida.
Sorry, Sorrentino.
Ma lo perdono perché lo amo. E Pio XIII per questa indulgenza mi direbbe:
"Con questo abuso del perdono siamo diventati una barzelletta."
Detto ciò, torno a dire che ho amato tanto questa youth papale conservatrice e progressista insieme e tutto il sottobosco di cardinali, suore e preti, Voiello (Silvio Orlando, bravissimo), definito così bene e così nettamente detestabile, Gutierrez fragilissimo, Suor Mary (Diane Keaton) con le sue t-shirt pazzesche, le sigarette e la pallacanestro, e tutte le altre strane creature di questo mondo vestito di paramenti sacri e svestito di ogni forma di normalità.


La luce che sembra un'ampia pennellata di Caravaggio e pare venir fuori dallo schermo e irradiare lo spettatore è un altro elemento che mi ha incantato; non ho mai visto una serie tv più luminosa, ariosa, biancheggiante e dai riflessi d'oro. La gamma cromatica scelta da Sorrentino è estiva, mediterranea, riposante nonostante le tensioni e le crisi che si annidano nella vicenda.

La sigla d'apertura merita un elogio a parte, con la sua carrellata di storia dell'arte, e la strizzata d'occhio finale di Jude/Lenny è la chiave di lettura di una storia che va presa con ironia e abbandono dell'incredulità, con uno spirito giovane e irriverente, pronto a qualcosa di diverso, di mai concepito.

E poi vedere una Chiesa e un papa così lontani dalla realtà e in qualche modo anche vicini alla realtà, alle sue idiozie e ai suoi esibizionismi, vedere un'esasperazione in chiave grottesca di dinamiche in fondo veritiere, vedere un pontefice così immaturo che si inginocchia e tuona minaccioso: "Signore dobbiamo parlare tu ed io..." come fosse lui stesso Dio, vederlo anche farsi infantile e alla ricerca della sua famiglia d'origine, sentirlo parlare di amore, amicizia e altri massimi sistemi con parole ora bellissime ora irritanti è un'esperienza senza pari.

Non avete mai visto niente come The Young Pope.

Mi sono chiesta spesso durante la visione cosa ne pensano i ferventi cattolici e i fedelissimi di questa trovata di Sorrentino, di questo Papa americano e divistico che fuma e fa le flessioni in tuta, di tutti quei discorsi sul credere o non credere in Dio, sui miracoli e su altri temi delicati che il regista tratta con profondità trasversale e parecchio sarcasmo.
Si saranno scandalizzati o si saranno fatti due risate? O forse non avranno capito questa visione così bizzarra e personale?
Chissà...

Di una cosa sono certa, del mio nuovo fervente culto.

Chi l'avrebbe mai detto che mi sarei fatta coinvolgere così da un Papa?
“Siamo vivi o siamo morti? Siamo stanchi o siamo pieni di energia? Siamo sani o siamo malati? Siamo buoni o siamo cattivi? Abbiamo ancora tempo o è finito? Siamo giovani o siamo vecchi? Siamo immacolati o siamo sporchi? Siamo stupidi o siamo intelligenti? Siamo veri o siamo falsi? Siamo ricchi o siamo poveri? Siamo sovrani o siamo servitori? Siamo brutti o siamo belli? Siamo caldi o siamo freddi? Siamo felici o siamo ciechi? Siamo delusi o siamo gioiosi? Siamo perduti o siamo ritrovati? Siamo uomini o siamo donne? Non importa.”

Commenti

  1. Prime 6 puntate praticamente perfette.
    Poi nelle ultime perde e si perde un po', però comunque anche io lo perdono e nel complesso l'ho amato!

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