I Love Books: 138. Hygge - La via danese alla felicità


Per una volta non mi esprimo su un libro di letteratura, ma su un piccolo volumetto (che sta spopolando) graficamente nordico ed esteticamente riposante che consiglio a chiunque creda nel potere benefico delle piccole cose.

Se siete dei soggetti con tendenze alla megalomania, cercatori di felicità legate ad attività estreme e cose plateali, se pensate sempre in termini di massimo e non di minimo questo libro non fa per voi, siete troppo cinici e rampanti per l'hygge.


Dovete essere dei pacati minimalisti del vivere, degli entusiasti estimatori di piaceri semplici e a portata di mano. Se una tazza di cioccolata calda vi rende felici e l'aggiunta di panna vi manda in estasi, allora l'hygge è un concetto adatto a voi.

Hygge, questo vocabolo danese (che non so bene come si pronuncia) ha a che fare con la felicità: non una felicità straordinaria e iperbolica, ma qualcosa di più simile all'intimità, alla ritualità, all'esercizio quotidiano.
Raccoglimento, senso di sicurezza, star bene senza strafare.

I danesi, che da anni risultano essere i più felici al mondo, la praticano abbondantemente, dentro e fuori casa, conoscono bene ciò che è hyggelig e ciò che non lo è, se ne sbattono dell'assenza di luce e delle infelici condizioni metereologiche della loro nazione: sanno cercare la felicità altrove, o meglio, la sanno creare.
(È anche vero che in Danimarca lo stato sociale è pura eccellenza, che c'è ricchezza, buon governo, libertà, PIL ottimale, senso civico a livelli altissimi, quel livello esemplare di tutti i paesi nordici, e se un paese è evoluto è più facile essere felici, ma non è solo questo a fare l'hygge...).

Come si crea l'hygge?

- Per un buon 85% con le candele, dozzine di candele, fiammelle tremolanti e odore di cera in abbondanza, conforto emozionale, atmosfera soffusa, chiarore calmante. Quindi andate all'Ikea e riempitevi il carrello di candeline e candelone, meglio se prive di profumazioni artificiali, e datevi all'hygge cercando di non incendiare la casa.

- Cibo in grado di dare piacere, dolciumi, cioccolata, caffè, uno stufato a cottura lenta fatto con cura, niente carotine e robette ipocaloriche. Bisogna essere autoindulgenti, bisogna regalarsi una torta, darsi alla goduria gastronomica senza reticenze. Che è un po' come dire: fate l'amore con il cibo, dateci dentro, non abbiate pietà di certe meravigliose pietanze.

- Abbigliamento assolutamente casual, di design minimal, meglio se di colore nero. Maglioni voluminosi, cardigan, sciarpe avvolgenti. Comodità stilosa insomma. Se siete hypster norvegesi partite avvantaggiati, se come me vivete a sud del Sud dovrete togliere qualche strato.

- Una casa con interni accoglienti, dove si possa praticare al meglio l'hygge domestica, magari con un caminetto, certamente piena di candele, oggetti di legno, elementi naturalistici, libri, ceramica, pezzi vintage, coperte e cuscini. Mi viene in mente uno di quei deliziosi interni del catalogo Ikea, dove libri, legno e vasi di fiori trionfano nordicamente.

Ci sono poi tanti altri aspetti che fanno l'hygge come delle buone relazioni familiari e amicizie intime, il contatto con la natura, spostarsi in bicicletta e così via, sempre all'insegna della semplicità nordica.

Cosa ne penso di tutto ciò?

Diciamo che questo libro non scopre nulla di nuovo e non propone sistemi inediti di ricerca del benessere, ma è come se desse una conferma sorridente, un riconoscimento di stile, a chi, senza saperlo, è fautore di hygge da sempre.

Per me una candela o più candele accese, una tazza di tè o di tisana calda, un divano pieno di cuscini e dei libri da leggere con abbigliamento comodo, non sono stereotipi da bookworm o semplici hashtag di un certo tipo di Instagram, ma necessità salutari, soluzioni veloci, democratiche e belle per tonificare il morale, per rendere la vita più morbida e raccolta, meno dispersa nel fuori, nel nocivo esterno o interiore.

Ciò non vuol dire isolamento e chiusura (l'hygge si pratica anche fuori, organizzando picnic o grigliate fra amici e parenti), ma conforto di semplice creazione.
Se metto dei fiori freschi in un vaso o addento del cioccolato di qualità mi sento meglio: in quel momento mi sento felice, anche se in una prospettiva più ampia magari non lo sono pienamente.

Il potere dell'hygge credo sia questo: star bene adesso, mentre vivo, senza confronti con il prima e il dopo, e provare gratitudine, nell'immanenza.

Possono sembrare cliché e un po' lo sono davvero, ma se applicati nella realtà funzionano, sono vittorie microscopiche di portata salvifica. Pensateci. Non siate sprezzanti.
E regalatevi questo libro come primo gesto di hygge.

Come diceva Benjamin Franklin, citato in chiusura dall'autore:
"La felicità è composta dai piccoli piaceri che ricorrono ogni giorno, più che dai grandi colpi di fortuna che capitano di rado".

Commenti

  1. lo voglio leggere.
    oggi vado a comprarmelo
    punto

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    1. Fai bene! Autoregalarsi delle cose è hyggelig ;)
      Poi fammi sapere che ne pensi...

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  2. Ciao! È da un po' che leggo di questo hygge e devo dire di ritrovarmi molto in questa idea di cercare la felicità nelle piccole cose, anche se dobbiamo ammettere che non sempre è facile!
    Mi è piaciuta molto questa frase che hai scritto "Il potere dell'hygge credo sia questo: star bene adesso, mentre vivo, senza confronti con il prima e il dopo, e provare gratitudine, nell'immanenza."... Anche se questo libro parla di cose ovvie, fa sempre bene leggere qualcosa che ci ricorda come stare bene :)

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    Risposte
    1. È vero, non è sempre facile, a volte lo è molto di più mettere il muso e darsi in pasto al senso di insoddisfazione.
      Bisogna provarci lo stesso e questo libro, tutt'altro che rivoluzionario e a tratti scontato, è un validissimo (e carinissimo) sprone!

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