I Love Books: 8. Da qui vedo la luna
Ho finalmente finito di leggere Da qui vedo la luna, un romanzo francese scritto da tale Maud Lethielleux, che narra la storia di Moon, 19enne barbona, clochard, punkabbestia che dir si voglia, alle prese con l'amore per la scrittura e e con le imprevedibili conseguenze che da ciò le deriveranno.
Ho scritto "finalmente" non perché fosse un romanzone di migliaia di pagine, ma perché me ne volevo liberare al più presto e relegarlo nel dimenticatoio della mia raccolta di libri e della mia memoria letteraria...Veramente deludente e sciocco e piccolo come romanzo, una storiella superficiale, prevedibile, quasi in stile "libro di narrativa della scuola media", letterariamente privo di alcun valore.
Su suggerimento del mio ragazzo, che aveva letto recensioni positive ed entusiastiche su noti quotidiani on line che citavano paroloni come "Amélie Poulain" e "caso editoriale in Francia", e sulla base della mia inguaribile passione per la scrittura/lettura, ho pensato bene di acquistare questo libro pensando di trovare un'opera in cui potermi rispecchiare, tuffare.
L'impatto è stato immediato e tutt'altro che piacevole: scritto a caratteri grandi (io che amo la scirttura fitta!) e per paragrafetti brevi e insipidi, il romanzo finisce subito (lo si legge in pochi giorni) e non sa assolutamente di niente!
Il potenziale romanzesco c'era: Moon, questa giovane barbona con annesso cane che scrive su un taccuino e che per puro caso viene notata da ben due case editrici, poteva regalare emozioni, avventure, dettagli e descrizioni profonde, invece parla in slang, ripete sempre le stesse cose, non ha capacità descrittiva, non trasmette particolare simpatia umana/empatia anzi devo dire che mi è stata parecchio antipatica...Cioè, ti capita la rarissima fortuna di essere corteggiata non da una ma da ben due case editrici che reputano ciò che hai scritto bello e valido, e tu cosa fai? Preferisci quasi restare una pulciosa e puzzolente barbona avvinazzata (con tutto il rispetto per chi barbone non lo è per scelta) anziché abbracciare la strada del successo, della soddisfazione personale (e dell'igiene)? Ma va a cagare, tu, il tuo cane e il tuo libro di merda!
Questa cosa freakkettona del barbone per scelta, come rifiuto del sistema e della società consumistica e bla bla bla, mi ha fatto sempre incazzare, la reputo una scelta di una stupidità estrema, un modo parassitario e inutile di sfuggire alla realtà; penso che si possa essere "no global" (odioso termine!) in tanti modi più decorosi e dignitosi, senza bisogno di mendicare o di dormire su un cartone per terra!
Detto ciò, non aprite questo libro o fatelo solo questa estate sotto l'ombrellone tra una dormitina e l'altra, tanto l'appeal, lo stile e la scarna leggerezza del libro si conciliano bene con una pennichella della mente.
Ho scritto "finalmente" non perché fosse un romanzone di migliaia di pagine, ma perché me ne volevo liberare al più presto e relegarlo nel dimenticatoio della mia raccolta di libri e della mia memoria letteraria...Veramente deludente e sciocco e piccolo come romanzo, una storiella superficiale, prevedibile, quasi in stile "libro di narrativa della scuola media", letterariamente privo di alcun valore.
Su suggerimento del mio ragazzo, che aveva letto recensioni positive ed entusiastiche su noti quotidiani on line che citavano paroloni come "Amélie Poulain" e "caso editoriale in Francia", e sulla base della mia inguaribile passione per la scrittura/lettura, ho pensato bene di acquistare questo libro pensando di trovare un'opera in cui potermi rispecchiare, tuffare.
L'impatto è stato immediato e tutt'altro che piacevole: scritto a caratteri grandi (io che amo la scirttura fitta!) e per paragrafetti brevi e insipidi, il romanzo finisce subito (lo si legge in pochi giorni) e non sa assolutamente di niente!
Il potenziale romanzesco c'era: Moon, questa giovane barbona con annesso cane che scrive su un taccuino e che per puro caso viene notata da ben due case editrici, poteva regalare emozioni, avventure, dettagli e descrizioni profonde, invece parla in slang, ripete sempre le stesse cose, non ha capacità descrittiva, non trasmette particolare simpatia umana/empatia anzi devo dire che mi è stata parecchio antipatica...Cioè, ti capita la rarissima fortuna di essere corteggiata non da una ma da ben due case editrici che reputano ciò che hai scritto bello e valido, e tu cosa fai? Preferisci quasi restare una pulciosa e puzzolente barbona avvinazzata (con tutto il rispetto per chi barbone non lo è per scelta) anziché abbracciare la strada del successo, della soddisfazione personale (e dell'igiene)? Ma va a cagare, tu, il tuo cane e il tuo libro di merda!
Questa cosa freakkettona del barbone per scelta, come rifiuto del sistema e della società consumistica e bla bla bla, mi ha fatto sempre incazzare, la reputo una scelta di una stupidità estrema, un modo parassitario e inutile di sfuggire alla realtà; penso che si possa essere "no global" (odioso termine!) in tanti modi più decorosi e dignitosi, senza bisogno di mendicare o di dormire su un cartone per terra!
Detto ciò, non aprite questo libro o fatelo solo questa estate sotto l'ombrellone tra una dormitina e l'altra, tanto l'appeal, lo stile e la scarna leggerezza del libro si conciliano bene con una pennichella della mente.
sai che paradossalmente mi è venuta voglia di leggerlo?
RispondiEliminaehehehehe!Provaci e poi magari fammi sapere!
RispondiEliminaPuò darsi pure che sia solo una mia opinione e che a qualcun'altro possa piacere!
Ciao Hobina :D
ahhahah fantastica la voglia di leggerlo nonostante la tua recensione!
RispondiEliminaCmq riflettevo sulle pubblicità invasive e fasulle che ruotano intorno ai libri. Ogni nuova uscita pare sempre che sia un nuovo "caso editoriale"!!!!
:D
RispondiEliminaSi, hai ragione Rossana, meglio andare a naso e a gusti personali nella scelta dei libri da leggere e non farsi ingannare dalla troppo usata dicitura "caso editoriale"!