Il mio parere su ...E ora parliamo di Kevin
C'è sempre tanta ipocrisia buonista intorno al tema romantico della maternità e dell'essere madre, come fosse tutto sognante e a tinte pastello, una dimensione aggraziata di carillon, borotalco e infinita dolcezza.
Molte donne dall'animo serenamente classico sicuramente la vedono così, ma io no. Non sono madre eppure sono certa che non sia per nulla semplice e fisiologicamente garantito il saper essere madre, ci sono lacerazioni fisiche ed emotive da affrontare, ci sono metamorfosi corporee da gestire e spesso ci sono figli difficili, pesanti, prepotenti che si ha il dovere genetico di accudire e amare per sempre.
Un po' quello che accade a Eva (Tilda Swinton), la protagonista di ...E ora parliamo di Kevin (We Need to talk about Kevin, di Lynne Ramsay), un film bellissimo, doloroso e crudele, un film che non teme di parlare di una storia madre-figlio andata a male, di un meccanismo relazionale inceppato e per nulla automatico, di tutte quelle difficoltà di cui quasi nessuno parla perché le mamme devono essere sempre buone e brave e dire, come da copione, "è la cosa più bella che mi sia mai capitata".
...E ora parliamo di Kevin spezza questo idillio e mostra il lato cruento e degenerato del binomio madre-figlio, un lato fatto di pianti continui e acusticamente insopportabili, di delusioni, di sfide a colpi di pannolini sporcati per dispetto, di becera maleducazione, di ingratitudine, di tremenda cattiveria infantile che negli anni diventa spietato cinismo e adolescenza malata.
...E ora parliamo di Kevin è un autentico pugno allo stomaco, non solo dal punto di vista tematico ma anche da quello estetico. Soprattutto nella prima parte il film è carico di simbolismi cromatici e di giochi di montaggio; in particolare, l'uso reiterato e giustapposto del rosso, sia esso polpa di pomodoro, vernice, marmellata o sangue, pennella tutto il film di tinte inquietanti e disturbanti e crea ansia in chi guarda.
Tilda Swinton è come sempre di una bravura commovente, così composta ed esile, così scavata e lacerata e in grado di trasmettere davvero questo doloroso mostro interiore. Da Oscar.
Notevole anche il piccolo e diabolico Kevin interpretato in modo incredibilmente credibile prima da Rocky Duer, poi da Jasper Newell, e infine, nell'adolescenza, dall'altrettanto perfido Ezra Miller, il cui sguardo assente e malefico al tempo stesso fa accapponare la pelle.
Un film intenso e durissimo, che fa paura quasi più di un thriller-horror perché mette in scena verità tragiche troppo spesso seppellite sotto coltri di apparenze benevole e di concetti semplificati e banalizzati di maternità.
Pienamente d'accordo, il film è bellissimo!
RispondiEliminaConcy
è proprio il tuo genere di film Conci (sei tu vero?!), doveva piacerti per forza ;)
Eliminagrande film, ma sicuramente una visione da sconsigliare a chi sta per diventare genitore... :)
RispondiEliminaeh si in effetti potrebbe far paura a chi si appresta a diventare genitore, immagina se ti viene fuori un figlio così demoniaco ahahah
EliminaHo letto molto bene di questo film, già dalle foto si percepisce l'inquietudine. La Swinton è sempre brava e anche gli attori che interpretano Kevin nelle varie fasi della vita sembrano decisamente validi, il loro sguardo è raggelante.
RispondiEliminasi, è un film molto molto bello, e gli attori sono credibilissimi, i vari Kevin poi sono davvero raggelanti! Te lo consiglio!
EliminaRiguardo alla maternità la penso esattamente come te e tante volte mi sono sentita dare botte di "cinica" per le mie idee da amiche che, una dopo l'altra, sono alle prese con pannolini, poppate notturne, coliche, capricci, ecc...e che ora non dicono più nulla.
RispondiEliminaIl film dev'essere bello tosto, poi mi piace tanto anche John Reilly, ma già ho poca voglia di famiglia, ho paura che questo me la faccia scappare definitivamente! Scherzo, naturalmente! ;-)
si è bello tosto! John C. Reilly ha una parte molto piccola e in ombra rispetto alla Swinton ma fa sempre piacere vederlo!
EliminaTranquilla, non sei cinica, la poca voglia di famiglia in tempi come questi credo sia più diffusa di quanto tu possa pensare ;)
Messo in lista! ;)
RispondiEliminaE.
hai fatto benissimo Emanuele ;)
Eliminaho paura che se lo guardo mi passa quel minimo di istinto materno che giace nascosto in me! ma lo guarderò lo stesso :)
RispondiEliminati capisco, anch'io non c'è l'ho molto spiccato al momento ma vale la pena vederlo, fa riflettere tanto!
EliminaNon ce la posso fare. Ho letto le recensioni, ho visto il trailer, ho sedimentato pensieri ma credo che nonostante io ami il cinema senza condizioni, il tema che tocca questo film mi angoscia e mi spaventa moltissimo. Sono madre e l'idea stessa che si possa per qualche ragione, arrivare ad odiare un figlio (possibilità reale), mi stordisce. Sono cos' felice di essere capitata sul tuo blog. Hai una nuova amica, cinemadipendente. Un abbraccio, Pat
RispondiEliminaNon sono madre ma penso di poter capire la tua paura; è un film veramente angosciante ma è anche bellissimo e vederlo non può che far nascere riflessioni profonde.
EliminaSono contenta anch'io che tu sia capitata sul mio blog e mi sono appena unita al tuo:D
Un abbraccio anche a te Pat!
ero rimasta cosi colpita dal libro che non vedo l'ora di vedere questo film!
RispondiEliminaNon ho letto il libro (e mi piacerebbe farlo!) ma credo proprio che ti colpirà tanto pure il film Laura :)
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