Quando la notte è meglio andare a dormire


In un post di poco tempo fa, avevo elogiato E ora parliamo di Kevin... come esempio di cinema coraggioso e di alta qualità in grado di rendere in modo non scontato la tematica delicatissima del rapporto di amore/odio delle madri verso i propri mostri figli. Dico questo perché ieri notte, guardando Quando la notte, di Cristina Comencini, mi sono resa conto di quanto una tematica in qualche modo simile possa diventare ridicola e dozzinale in mani italiane e in una prospettiva buonista e ipocrita tipica del nostro vecchio stivale.
Sembro Stanis di Boris nel dire ciò ma, credetemi, è così!
La bellezza poetica e straziante del film con Tilda Swinton nulla ha a che vedere con la grana patetica, perfino rozza e volgare del film con Claudia Pandolfi e Filippo Timi.

Quando la notte è un brutto film, nel senso che tutto ciò che vi sta dentro è brutto, i gesti, le parole, i toni, perfino la Pandolfi è brutta (per quanto possa esserlo una figa come la Pandolfi, s'intende!); è un film che emana bruttezza facilmente smascherabile.
Non per tutto il tempo però. Il film ha un inizio promettente e strategicamente cupo, con una buona resa dell'effetto straniante e della bellezza spietata del paesaggio montano. I due personaggi principali, così soli e tristi, potrebbero far pensare ad uno sviluppo teso e intenso, così come il rapporto madre-bambino emana una giusta dose di nervosismo e di follia all'agguato.
Poi, ad un tratto esplode il prevedibile, la paura di spingersi fino in fondo nel male, la noiosa e rassicurante coscienza materna, l'ovvia parte erotico-sentimentale all'italiana e il film si perde e va a finire dritto dritto nella zona del pacchiano, dell'inverosimile, del fischio festivalerio (ora capisco perché!).

La Pandolfi e Timi recitano da cani, con toni di voce finto-partecipi e battute meccaniche e stupide che ti fanno addirittura ridere per quanto suonano false e in stile telenovelistico.
Lo spessore che il film vorrebbe avere diventa squallore e la Comencini, seppur non sia una regista da buttare, fallisce in pieno nel tentativo di portare sullo schermo il suo romanzo (che, a quanto dicono, è molto bello) e una tematica ad alto rischio di banalizzazione (rischio diventato realtà).
Paura di sconfinare in un terreno cinematograficamente e umanamente impervio  o semplice mancanza di stile e preparazione?
Insomma, il film fa schifo ma poteva essere bello o fa schifo e basta?
Me lo sto chiedendo e finora ho solo capito che se fossi stata tra i giornalisti di Venezia mi sarei divertita a fare sonori "buuuuuuuuuuuuuuuu" e altri rumoracci, solo per il gusto di animare il senso di noia e di delusione che lascia la visione di Quando la notte.








Commenti

  1. ciao
    non ho visto il film ma letto il libro che è carino. Non il migliore della Comencini però a mio avviso.
    Il film quindi lo salto volentieri:-)
    ciao

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Il mio parere su Chiamami col tuo nome

Il mio parere su Il grande Gatsby

Il mio primo film del 2014: American Hustle

Il mio parere su Tutti pazzi per Rose

Il mio parere su Lo Hobbit - La desolazione di Smaug

I Love Books: 77. Gli uomini della sua vita