Il mio parere su Lincoln


Chi ha paura di vedere questo film (come ce l'avevo io!) perché teme l'effetto-Spielberg super mega hollywoodiano, altisonante, patetico ed emotivamente retorico, può andare al cinema tranquillo perché Lincoln è il film meno spielberghiano che io ricordi.

Si tratta, per lo meno per quel che ho percepito io, di un film di taglio molto teatrale in cui a farla da padrona è la parola, la dialettica, l'ars oratoria. Una scelta insolita per uno come Spielberg che ha sempre privilegiato l'azione e il dinamismo epico nei suoi filmoni, gli spazi sconfinati, le corse sfrenate con commento sonoro liberatorio e vincente, i movimenti di macchina panoramici e grandiosi.

Lincoln invece è un film chiuso tra sedie, caminetti, fumo e penombra, ed è come un raffinato club di discussioni, racconti, confronti verbali ricchi di senso e sensazioni; è un film che va ascoltato più che essere visto, perché ogni singola parola è ricercata, levigata, caricata di valore e dedicata all'orecchio e alla mente dello spettatore più sensibile e paziente.

Vederlo è stata un'esperienza a tratti faticosa perché statica, verbosa e concettosa, perché chiusa in tutti i sensi in una raffinatezza di eloquio spesso pesante e sovraccarica, in una stasi fisica quasi senile.
Ci sono discorsi di Lincoln che durano molti minuti senza alcuna pausa o movimento di macchina: ci si scorda che Spielberg è lì dietro la macchina da presa e ci si fissa fino allo stordimento sulle parole pregne di spessore di Lincoln, parole che hanno fatto la Storia, che hanno posto fine alla schiavitù, che hanno smosso le coscienze e dato calci in bocca al razzismo, parole di cui si sente tutta la pesante portata.

In realtà sono sempre più convinta che l'effetto ridondante e sfiancante sia dovuto ad un problema di doppiaggio, perché la voce di Pierfrancesco Favino per Daniel Day Lewis è di un'enfasi ridicola e teatraleggiante che fa sembrare il personaggio di Lincoln un gigione, se non addirittura un giullare.

Ed è un peccato, perché Daniel Day Lewis è stupendo in questo ruolo, il suo sguardo profondo e saggio è magnifico, il suo corpo oblungo e ossuto, con quella camminata lenta e dinoccolata, è tenero e indimenticabile, la fisicità che ha prestato al personaggio è di una credibilità umana e di un rispetto morale commovente. Il suo Lincoln ha una potenza iconografica quasi totemica da enciclopedia del cinema e credo che l'Oscar gli spetti di diritto.

Insomma, Lincoln è un gran bel film impegnativo, libero dall'eccesso di retorica emozionale alla Spielberg (anche se qualche vezzo palpitante il regista non se l'è fatto mancare!), teatrale e discorsivo, storico ma anche letterario, con attori-gioiello (oltre a Day Lewis anche Sally Field e Tommy Lee Jones sono grandiosi), una regia timida e nascosta (e in questo caso direi per fortuna!), e una capacità fortissima di calamitare l'attenzione non sul film in sè ma sul personaggio, annullando quasi completamente il contorno e l'azione.
Se riuscirete a reggerne la potenza ne sarete felici fino alle lacrime, altrimenti ne sarete sopraffatti fino allo sbadiglio. (Per quel che mi riguarda, a parte il nervosismo per il doppiaggio, ho avuto la prima di queste due reazioni!).




Commenti

  1. Mah, io l'ho trovato vecchio e stantìo, uno dei film più noiosi dai tempi de Il discorso del re.
    Sarà a breve bottigliato dalle mie parti. ;)

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    1. noooo, devo venire dalle tue parti e capire il perché :)

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  2. bene allora è da vedere... ma in inglese, mi par di capire! lincoln gigione no, dai! :-)

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    1. se vivi in una città in cui lo proiettano pure in lingua originale ti consiglio di approfittarne Elisa ;)

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  3. A me non è affatto dispiaciuto il doppiaggio del Pierfrancesco, ma ovviamente aspetto di vedere il film in originale anche per apprezzare appieno l'interpretazione di DDL.
    Il film in sé, a parte un po' di lungaggini che lo appesantiscono parecchio, non mi è dispiaciuto per nulla e sono riuscita anche a divertirmi, oltre ad interessarmi.

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    1. Davvero? Io avevo la nausea a furia di sentire quel tono di voce fittizio :D
      Però ti do ragione sul fatto che il film a modo suo diverta e conceda qualche risata :)

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    2. Anch'io ho avuto difficoltà ad ascoltare Favino e il doppiaggio ha influito sul mio giudizio complessivo del film, che ho trovato poco appassionante.

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  4. se questo film l'ha trovato vecchio persino ford, gente, c'è davvero da riflettere... :D

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  5. Sì, il doppiaggio di Favino è veramente orrendo... davvero irritante. Però nemmeno il film è un capolavoro: lungo, noioso e senz'anima. Spielberg ormai ha esaurito la fase creativa e non riesce più a girare un film compiuto: qui ci sono scene molto belle (la 'mano' c'è ancora) ma nell'insieme il film non emoziona mai.

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    1. io invece mi sono emozionata, le parole di questo film mi hanno trasmesso qualcosa!

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  6. Favino ha irritato molto anche me, più per il timbro di voce che per la recitazione. In certi punti mi distraeva dal discorso, in altri la recitazione era buona. Ho scoperto alla fine del film che era lui a doppiare e così ho pensato che fosse una scelta precisa, ho pensato che magari era simile all'originale, dato che la voce di Favino è forzata con quel timbro leggero.
    Sono d'accordo per i film in originale, anche se per noi italiani è molto faticoso, siamo ben abituati da doppiatori straordinari.
    Su Spielberg non credo che sia finita la sua fase creativa, anzi, con questo film mi pare si sia un po' reinventato. Meno hollywoodiano (a parte certe scene come quella del voto finale, con i politici che si commuovono e la musica trionfante, per un voto non veramente sentito dalla maggior parte di loro).
    Lincoln è impegnativo, più spettacolo teatrale che film. E per questo l'ho trovato anche innovativo, originale credo. Ovviamente Daniel Day-Lewis è meraviglioso, con quelle sue mani affusolate e tutto il resto.

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    1. lo Spielberg meno hollywoodiano e retorico è quello che preferisco!
      Le mani di DDL e tutto il resto sono bellezza allo stato puro :D
      Favino ha distrutto il film a noi italiani, lo odio per questo!

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