Il mio parere su Killer Joe


Di William Friedkin ho visto solo L'esorcista e mi è bastato a ricordare il suo nome e la sua carica registica perturbante e orrorifica per sempre. Forse dovrei recuperarmi Vivere e morire a Los Angeles, idea che non mi sarebbe mai venuta se ieri sera non avessi visto Killer Joe (di William Friedkin, 2011) e se non mi fosse piaciuto oltre ogni aspettativa.

Film strambo, pazzerello e tragicomico, che non sai mai da che verso prendere, se ridendo o spaventandoti, ed è proprio questa sua natura ibrida e beffarda quello che mi è piaciuto di più. E' come se fosse un film di genere, noir nella fattispecie, ma contaminato di paradossi e scelte grottesche, di puro divertimento registico, di stile e licenze personalissime.
C'è il classico sicario carismatico dei film noir che uccide per soldi, la richiesta di una lauta ricompensa, le complicazioni del caso e poi ci sono soggetti assurdi e sopra le righe, dallo scavezzacollo fallito Chris (Emile Hirsch) all'angelicata e loliteggiante sorella di lui Dottie (Juno Temple), dal padre sghangherato e un po' deficiente (Thomas Haden Church) alla moglie-matrigna volgare e mignottesca (Gina Gershon). Nessuna raffinatezza, zero classe, un gruppo di famiglia in un interno sfasciato e malsano, reso benissimo da un cast perfetto.

Ma è Matthew McConaughey nel ruolo di Joe la vera rivelazione per me, la sorpresa assoluta, un belloccio biondastro da commedia romantica blockbuster che non ho mai degnato di rispetto e che qui mi è diventato un'icona pulp, un genio dell'espressività lucidamente folle, un credibile pazzo scatenato ed elegante, quasi di culto.

Tarantiniano ma senza l'eccesso splatter, la tipica centralità della colonna sonora e i dialoghi da antologia, Killer Joe (tratto dal testo teatrale omonimo di Tracy Letts) è un film originale e spietato, un film che solo un veterano come Friedkin poteva dirigere senza renderlo un b-movie.

La scena della fellatio con la coscia di pollo fritto è di un kitsch assurdo, è uno strazio e uno spasso al tempo stesso, e poi il finale è esplosivo, grandioso, stilosissimo. Wow!






Commenti

  1. Già un supercult, e mio film dell'anno a mani basse.
    Recupera assolutamente Vivere e morire a Los Angeles, è una meraviglia.

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    1. Vivere e morire a Los Angeles non l'ho visto (devo rimediare!) ma sono d'accordo con te per quel che riguarda questo film: è già un supercult :D

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  2. non lo conosco ma mi hai incuriosito!

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