I Love Books: 65. Il carteggio Aspern e altri racconti italiani



Quando parlo di Henry James la parola chiave che la mia mente genera in automatico è ELEGANZA.

Ho scoperto tardi questo raffinatissimo scrittore e adesso sto cercando di colmare questo inspiegabile buco nero di letture mancate.

Dopo il trionfo di bellezza di Ritratto di signora, che considero una delle cose più pregiate mai lette, e la mezza delusione (narrativa, ma non stilistica) di Giro di vite, mi sono imbattuta ne Il carteggio Aspern e altri racconti italiani e sono uscita da questo incontro in uno stato paradisiaco, con quel tipo di felicità che si prova davanti alle cose belle.
Ho incontrato - di nuovo - la bellezza e l'arte dello scrivere jamesiane attraverso tre racconti semplici, calmi, privi di frastuoni ed eccessi, ma ricchissimi di suggestioni, di abbandoni emotivi, di memorie, di intimità di tipo diaristico, confidenziale.

Il carteggio Aspern, Daisy Miller e Il diario di un uomo di cinquant'anni per me sono tre piccoli capolavori e la cosa che mi ha stupito è che mi hanno riempita come i più lunghi e corposi romanzi.
Tutti e tre hanno infatti una completezza che non lascia quel senso di fame e quell'inappagamento che molti racconti spesso lasciano.
Sono dei romanzi brevi e compatti e finiscono al momento giusto, nel modo giusto, con la frase giusta.

In tutti e tre i racconti l'elemento più piacevole ha a che fare con le atmosfere, evocate così bene da creare trasporti geografici prolungati, vere e proprie illusioni spazio-temporali ed euforie turistiche.
Il bello è che in tutti e tre i casi si tratta di atmosfere italiane, di descrizioni di Venezia, Roma e Firenze che hanno a che fare con cose sublimi come la luce del crepuscolo, gli odori dell'estate, l'abbandono nostalgico ai ricordi, le passeggiate senza meta di pura bellezza e altre sensazioni che danno al nostro Paese un'aura divina, metafisica.
Il fatto che sia un americano a descrivere così squisitamente l'incanto di alcune città simbolo italiane, dà un piacere particolare e l'immersione dei protagonisti e delle loro vicende in questi luoghi ben noti dà loro un fascino maggiore.
Sono storie umane dentro la Storia dell'arte, quella di casa nostra.

Questo incontro di sguardi tra Nuovo Mondo e vecchia Europa/bell'Italia c'era anche in Ritratto di signora ed è bello, davvero bello, perdersi nella grazia e nelle narrazioni venate di poesia geografica e di ironia di James.

Se avete amato Ritratto di signora amerete anche questi tre racconti/romanzi brevi, poco conosciuti, ma secondo me bellissimi e di grande valore letterario.

Commenti

  1. Da aggiungere assolutamente alla mia lista: il tuo entusiasmo mi ha contagiata!

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    1. sono contenta Marina!
      Credo che una condizione fondamentale per sentire questo entusiasmo post-lettura, sia amare lo stile di scrittura di Henry James. Se per te è così, vedrai che con questo libro sarà amore ;)

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  2. Fatalità ho appena letto Brooksmith di Henry James, mi piace un sacco il suo stile quindi mi annoto anche questo! :-)

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