Il mio parere su Il capitale umano e su Smetto quando voglio
Questi due film hanno in comune solo il fatto che sono italiani e che sono andata a vederli al cinema nonostante fossero italiani.
Inoltre mi sono piaciuti ma non troppo entrambi e ne faccio un pezzo unico sulla scia di un indice di gradimento comune (direi 3 stelle su 5) e di una medesima pigrizia ritardataria a riguardo.
Il capitale umano (di Paolo Virzì, 2014) me l'aspettavo più bello e le recensioni che avevo letto mi avevano creato un tipo di aspettativa piuttosto alta.
Sebbene abbia dell'eleganza, l'ho trovato un po' tetro e ingessato, come il Nord che mette in scena e come i suoi protagonisti, tipi (dis)umani e irritanti come pochi.
Se si va al cinema con l'idea di Ovosodo e di altre commedie con la tipica impronta giovanilistica virziniana, si pensa di aver sbagliato sala e si cerca disperatamente (e inutilmente) un po' di verve e clownerie toscana all'interno del film, quel tipo di cinema quadro-sociale autoironico, con il suo tipico approccio leggero eppure intelligente a problemi di uso e consumo comuni.
Si cercano decenni di cinema di Virzì e si cerca uno stile ben riconoscibile.
Se lo si guarda come opera-zero allora lo si apprezza e lo si studia con interesse.
Anche Il capitale umano si colloca nel filone di cinema quadro-sociale, ma è un tipo di quadro severo, serissimo, di inquietante e definitiva condanna.
Per la prima volta non si ride affatto davanti ad un film di Virzì: si osserva con occhio (reso) clinico questa Brianza fredda e altera e alcune vite che la abitano, vite che sono prototipi di degenerazioni contemporanee varie: capitalistiche, piccolo-borghesi-arriviste, famigliari, adolescenziali, sentimentali.
L'operazione di fondo è notevole ed è affilatissima, ma il ritmo lascia in un po' a desiderare e non è mai impetuoso.
Grandissima sopra tutti Valeria Bruni Tedeschi nel ruolo di Carla, così magnificamente stupida e consapevole, un'icona del vuoto sofferto.
Smetto quando voglio (di Sidney Sibilia, 2014) è una commedia carina, non c'è che dire, ma parlarne come di un caso mi sembra eccessivo, piuttosto si potrebbe parlare di un caso di plagio nei confronti di Breaking Bad, ma imitare Breaking Bad è talmente impossibile e off limits che non si può nemmeno parlare di plagio, sarebbe un affronto patetico verso la serie tv, che, per inciso, è una delle poche fortune capitate alla nostra generazione in questi anni di bruttezza.
Ho riso molto guardando il film, mi sono alleggerita la testa, ma come mi capita sempre con le commedie italiane contemporanee, ho avuto il solito problema della percezione netta che gli attori in quel momento stessero recitando, ho visto e sentito tutta la costruzione, la falsità, la poca capacità mimetica e mattatoriale. Con Valeria Solarino poi è la regola: trovo che sia una capra a recitare, non la sopporto proprio.
La cosa che ho apprezzato di più di Smetto quando voglio è quel tocco idiota alla Boris, quella romanità inelegante e irresistibile che riesce a farti ridere di gusto anche in situazioni stereotipate e sfruttate all'eccesso, anche in quegli sprazzi di snobistica consapevolezza rispetto alla qualità complessiva del film. E anche quando per un istante di astrazione pensi che il film si basa su una situazione estremamente tragica e ti senti una disgraziata.
Inoltre mi sono piaciuti ma non troppo entrambi e ne faccio un pezzo unico sulla scia di un indice di gradimento comune (direi 3 stelle su 5) e di una medesima pigrizia ritardataria a riguardo.
Il capitale umano (di Paolo Virzì, 2014) me l'aspettavo più bello e le recensioni che avevo letto mi avevano creato un tipo di aspettativa piuttosto alta.
Sebbene abbia dell'eleganza, l'ho trovato un po' tetro e ingessato, come il Nord che mette in scena e come i suoi protagonisti, tipi (dis)umani e irritanti come pochi.
Se si va al cinema con l'idea di Ovosodo e di altre commedie con la tipica impronta giovanilistica virziniana, si pensa di aver sbagliato sala e si cerca disperatamente (e inutilmente) un po' di verve e clownerie toscana all'interno del film, quel tipo di cinema quadro-sociale autoironico, con il suo tipico approccio leggero eppure intelligente a problemi di uso e consumo comuni.
Si cercano decenni di cinema di Virzì e si cerca uno stile ben riconoscibile.
Se lo si guarda come opera-zero allora lo si apprezza e lo si studia con interesse.
Anche Il capitale umano si colloca nel filone di cinema quadro-sociale, ma è un tipo di quadro severo, serissimo, di inquietante e definitiva condanna.
Per la prima volta non si ride affatto davanti ad un film di Virzì: si osserva con occhio (reso) clinico questa Brianza fredda e altera e alcune vite che la abitano, vite che sono prototipi di degenerazioni contemporanee varie: capitalistiche, piccolo-borghesi-arriviste, famigliari, adolescenziali, sentimentali.
L'operazione di fondo è notevole ed è affilatissima, ma il ritmo lascia in un po' a desiderare e non è mai impetuoso.
Grandissima sopra tutti Valeria Bruni Tedeschi nel ruolo di Carla, così magnificamente stupida e consapevole, un'icona del vuoto sofferto.
Smetto quando voglio (di Sidney Sibilia, 2014) è una commedia carina, non c'è che dire, ma parlarne come di un caso mi sembra eccessivo, piuttosto si potrebbe parlare di un caso di plagio nei confronti di Breaking Bad, ma imitare Breaking Bad è talmente impossibile e off limits che non si può nemmeno parlare di plagio, sarebbe un affronto patetico verso la serie tv, che, per inciso, è una delle poche fortune capitate alla nostra generazione in questi anni di bruttezza.
Ho riso molto guardando il film, mi sono alleggerita la testa, ma come mi capita sempre con le commedie italiane contemporanee, ho avuto il solito problema della percezione netta che gli attori in quel momento stessero recitando, ho visto e sentito tutta la costruzione, la falsità, la poca capacità mimetica e mattatoriale. Con Valeria Solarino poi è la regola: trovo che sia una capra a recitare, non la sopporto proprio.
La cosa che ho apprezzato di più di Smetto quando voglio è quel tocco idiota alla Boris, quella romanità inelegante e irresistibile che riesce a farti ridere di gusto anche in situazioni stereotipate e sfruttate all'eccesso, anche in quegli sprazzi di snobistica consapevolezza rispetto alla qualità complessiva del film. E anche quando per un istante di astrazione pensi che il film si basa su una situazione estremamente tragica e ti senti una disgraziata.
Ero molto curiosa di vedere il capitale umano e ancora non ci sono riuscita. Ho letto molte recensioni che parlavano bene del film il tuo post però conferma in parte i dubbi che avevo. Spero di riuscire a vedere presto il film per farmi un'idea!
RispondiEliminasappi che è un Virzì inedito e irriconoscibile...Se riesci a vederlo poi fammi sapere che idea ti sei fatta ;)
EliminaSmetto quando voglio me ne hanno parlati tutti bene e per essere un film italiano mi ha stupito... credo che lo recupererò in tranzollità, per quei giorni in cui vuoi una cosa alla Boris (ah, Boris!)...
RispondiEliminaIl capitae umano invece non ho fatto in tempo a vederlo al cinema anche se volevo... qui pareri discordanti, a chi è piaciuto, chi no... altro film da recuperare in lista!
per una cosa alla Boris è l'ideale!
EliminaSono curiosa di sapere le tue impressioni su Il capitale umano, confrontarmi e capire se sono la sola che l'ha apprezzato ma senza troppa convinzione. SE lo vedi, fammi sapere!
Mi ritrovo molto nella prima frase del post! Infatti Il capitale umano lo vedrò "scaricato" comodamente a casa come la maggior parte dei film italiani che sono usciti negli ultimi anni. Sono diventata pigra e terribilmente selettiva, ed è difficile che paghi un biglietto per vedere un film italiano...
RispondiEliminaL'altro, "Smetto quando voglio" non mi attira per niente...
ah, come ti capisco Tati...Per fortuna ci rimane Sorrentino per cui pagherei anche un biglietto doppio pur di vederlo in sala!
EliminaMolto meglio il secondo del primo (del quale, per stemperare le aspettative, potevi leggere la mia recensione.. eh eh..)
RispondiEliminama sai che l'avevo letta tempo fa, molto prima di vedere il film?! Difatti ricordo che mi aveva colpito perchè era tra le poche o forse l'unica non entusiasta del film!
Eliminavorrei vederli entrambi proprio perchè ho ricevuto commenti molto disparati
RispondiEliminawww.nonsidicepiacere.it
D'accordissimo su tutto...specialmente sulla Solarino!
RispondiEliminaper carità!
Grazie
il cinema italiano è morto e sepolto!!!
RispondiEliminaRIP
Sandro Pannacci
:-/
secondo del primo ?
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