I Love Books: 135. Tony & Susan


Lo dico subito così mi tolgo il pensiero: il film di Tom Ford Animali notturni è molto, molto, molto meglio della sua fonte letteraria Tony & Susan.

Il film è di una bellezza che atterrisce, il romanzo atterrisce ma è privo di bellezza.
Il film si insinua nella psiche dei personaggi e dello spettatore, il romanzo vorrebbe farlo ma non è (sempre) in grado.

Tutto il nero interiore, la sfida psicologica, la malinconia estetizzante del film si perdono fra le pagine di un romanzo interessante per tecnica, ma poco vibrante.


Impeccabile la gestione del triplo filo narrativo, il personaggio di finzione Tony letto dalla donna reale Susan tramite le parole del suo ex marito Edward: l'abilità metaletteraria di Wright è da specialista, la sua operazione su più livelli davvero ben fatta.
Quell'immedesimazione totale di Susan, quel leggere il non più suo Edward attraverso il Tony che lui ha creato, quel continuo gioco di rimandi tra letteratura e vita ripensata attraverso la letteratura, il tema della vendetta che attraversa i due piani, sono tutte cose molto interessanti.

Ma qualcosa non mi ha convinto.

Il difetto principale di Austin Wright è, a mio avviso, la freddezza, quella sua scrittura chirurgica da scuola di scrittura, precisa, studiata a tavolino, asettica.
Il calore manca del tutto e se è vero che una trama così dura non poteva certo darsi agli abbandoni emotivi, qualcosa di più sul fronte della temperatura e del coinvolgimento si poteva fare.
Il romanzo è gelido e distaccato. A volte ti colpisce con la sua vicenda torbida e violenta, con i suoi riferimenti all'amore perduto, al potere della lettura e della scrittura, ma non ne fai mai davvero parte.

L'asciuttezza non mi è mai piaciuta in letteratura, io voglio nuotare dentro periodi ampi e un lessico abbondante, non mi piace la misura breve, il punto dopo pochissime parole, il minimalismo.

Il tipo di scrittura di Wright, unita alla nube notturna e disumana che aleggia su ogni pagina come la minaccia di un orrore perenne, rende la lettura piuttosto molesta, qualcosa a metà tra il disagio e l'interesse, una strana percezione di rigetto e curiosità.

Perché poi, a ben vedere, il romanzo si legge rapidamente e si vuole arrivare fino in fondo; non è uno di quei libri da abbandonare, assolutamente no. Ci sono anche dei passaggi illuminanti, di grande forza.
Devi essere per forza uno scrittore? domandò. Che errore. Lui reagì come se gli avesse suggerito di suicidarsi. Tanto varrebbe che mi chiedessi di accecarmi, le disse. Scrivere era come vedere, dichiarò; non scrivere era la cecità. Susan non rifece mai lo stesso errore.
È solo che ha un cuore (e una prosa) di pietra.

Può darsi che il film sia stato talmente bello e pieno da influenzare la mia lettura verso il pregiudizio dell'inarrivabile, che mi abbia fatto notare soprattutto i vuoti e le mancanze del libro, ma sono convinta che, se anche avessi letto Tony & Susan a mente neutra, sarei rimasta insoddisfatta e in preda ad un senso di amara solitudine.

Commenti

  1. Il film mi ha travolto, in tutti i sensi!
    Il libro un po' mi spaventa: ho una grandissima paura di rimanerne delusa.. Chissà se prima o poi gli darò una possibilità!

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    1. Vista la mia esperienza ti direi che puoi benissimo farne a meno, che non ti perdi nulla, ma la lettura è troppo soggettiva e personale per farmi dare a qualcuno un consiglio di questo tipo ;)

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