"Danziamo, danziamo, altrimenti siamo perduti"


Premetto che non capisco nulla di danza, balletto e altri virtuosismi corporei del genere; non mi interessano e per lo più mi annoiano.
Non so cosa mi abbia spinto a vedere Pina, forse la regia di Wim Wenders, o la curiosità verso questa figura di donna a me sconosciuta, o il volermi mettere alla prova su una materia in cui sono totalmente ignorante.

Ad ogni modo ho fatto bene, perché Pina è qualcosa di sublime che incanta.
Pur senza capire le motivazioni e il senso delle coreografie di Pina che Wenders ci mostra, anzi trovandole assurde e illogiche, difficili da decifrare, mi sono ritrovata affascinata e direi letteralmente ipnotizzata dalle movenze armoniche e ritimiche di quei ballerini-performers.
Ho assistito ad uno spettacolo che mi ha rapito in virtù della sua estetica, della bellezza che emanava, senza stare ad arrovellarmi sul significato di ciò che vedevo, godendo in modo semplice e irrazionale della meraviglia di quei corpi in movimento.

Attraverso le parole in voice over sotto forma di pensieri dei ballerini che l'hanno conosciuta, ci viene presentata la figura di Pina Bausch, che negli anni '70 a Wuppertal ha fondato il Tanztheater, ossia il teatro-danza, un'arte in cui al classico balletto viene aggiunta una componente teatrale e gestuale molto forte, un'anima creativa di grande impatto.

E sono stati soprattutto i gesti dei ballerini ad avermi colpita, le mimiche ripetute ed enfatiche, i movimenti aggraziati e potenti al tempo stesso delle mani, delle braccia, come fossero burattini di se stessi in grado di far muovere le articolazioni a loro piacimento e contro ogni legge della fisica e dell'anatomia umana.

Ci si sente molto pigri, pesanti e ingessati durante la visione di Pina e si avverte il proprio corpo come una carcassa statica e dura di fronte allo spettacolo di quei corpi leggeri, liberi e snodabili, di quelle fisicità così belle ed espressive.
Il corpo umano può essere veramente magnifico da vedere, e se alla semplice danza si aggiunge un linguaggio espressivo come quello inventato da Pina, ne viene fuori qualcosa di straordinario.

Pina Bausch si vede poco nel documentario, perché sono le sue coreografie a parlare per lei, ma quando appare, così scarna e sottile, così silenziosa ed essenziale, con gli occhi così intensi e creativi, si rimane affascinati, se ne avverte tutto il carisma.

Un bell'omaggio di amore e amicizia quello che Wenders ha dedicato alla sua cara Pina, scomparsa nel 2009 proprio mentre lavorava con lui al film, ma ancora viva e vibrante nelle performance mozzafiato, sia teatrali che metropolitane, dei ballerini di Wuppertal.

Uno spettacolo emozionante che consiglio a tutti di vedere.  
Pura pirotecnica corporea che vi esploderà dentro e davanti agli occhi lasciandovi una persistente sensazione di bellezza.


Commenti

  1. è già da un po' che devo recuperarlo....

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    1. sono curiosa di leggere un tuo futuro post in merito ;)

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  2. Sono d'accordissimo con te e sottoscrivo tutto.
    Ho studiato danza quando ero piccola, ho studiato coreografia del '900 e storia della danza all'università, quindi non potevo perdermi Pina e sono rimasta estasiata davanti a tanto splendore.
    Ero incantata, coreografie magnifiche e ballerini davvero in gamba.
    Ricordo il balletto delle stagioni (con i miei amici abbiamo provato ad imitarlo) ricordo il tipo che faceva cadere a ripetizione la ragazza a terra, con un ritmo incalzante. E poi una ragazza si è tuffata nel cerchio formato dalle braccia di un ragazzo: lì sono rimasta davvero sconvolta. Ma come ha fatto?
    Bravissimi tutti! Consiglio la visione a TUTTI!

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    1. Melinda, se Pina ha incantato una pigra e negata per ogni forma di movimento come me non poteva che lasciare senza fiato un'appassionata di danza e coreografie come te :D

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    2. La tua recensione mi ha incuriosito!

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