I Love Books: 86. Revolutionary Road


L'ultimo libro che ho letto nel 2014 è stato Revolutionary Road e posso dire di aver chiuso l'anno in bellezza, nella più completa felicità letteraria.

Quello che mi ha dato questo romanzo è stato infatti pura felicità, non perché i temi trattati siano immersi nella beatitudine (tutt'altro, come ben sapete), ma perché l'abilità narrativa di Yates è del tipo che provoca questo sentimento, oltre ad una commossa riconoscenza e all'euforia che si prova negli incontri con la grande Letteratura.

Ancora una volta l'aver visto prima il film di Sam Mendes (assolutamente all'altezza del romanzo) mi ha allontanato per anni da questa meraviglia, ma in amore e in letteratura non è mai troppo tardi, per fortuna.

April e Frank Wheeler: giovani e belli, due figli, villetta in periferia nel complesso residenziale di Revolutionary Road, un quadretto familiare di ridente e rassicurante borghesia americana degli anni '50.
Solo che il ritratto di questa famiglia in un interno è scosso da tensioni fortissime, da spinte rivoluzionarie, da slanci esterofili e sognanti e da ritorni tristissimi alla razionalità, da progettualità giovanilistiche e da laceranti sospensioni, rimandi e rinunce.

La periferia suburbana in cui queste anime inquiete si muovono è il simbolo di una condizione stabile dell'esistenza, di una sistemazione sociale garbata e serenamente conformista, ma è anche la fine di ogni forma di avventura, di slancio vitale verso l'altrove.
Almeno è così che la vivono i Wheeler, specialmente April, sempre in bilico tra conservazione e rottura, tra il ruolo canonico di moglie e madre e quello agognato e sempre abortito di donna libera dai clichés casalinghi tradizionali.

Yates è praticamente uno psicologo, trasforma in prosa la psiche di April e Frank con un'abilità chirurgica, ne rende fervidi e tangibili fin quasi alla percezione del dolore fisico i pensieri, le reazioni, i gesti.

Revolutionary Road è quasi un romanzo di guerra, perché il massacro tra i due coniugi è, fin dalla prima pagina, ferino e bellicoso, carico di negatività e minacce tragiche; le liti tra April e Frank sono violente e subdole, fanno tremare le pagine del libro e addolorano il lettore perché bruscamente vere e nette, prive di mezzi termini e consolazioni.

La mediocrità che per molti è aurea e garanzia di felicità, per le anime più sensibili e orientate al bello e al non ovvio, è fonte di frustrazione e di infelicità, di quel logorante senso di non vissuto e di perdita che spaventa e innervosisce.
Il sogno americano, che per i Wheeler è il sogno europeo forse un po' troppo stilizzato di una vita a Parigi, lontana dalla canonizzazione conservatrice di quegli anni, va in frantumi e non solo per le incomprensioni, gli impedimenti famigliari e le difficoltà organizzative.

La generazione americana del post guerra che vive negli anni di Eisenhower e del maccartismo si è come chiusa in una forma di rassicurante conformismo di mezz'età e ogni tentativo di svegliarsi da questo sonno delle ambizioni si rivela molto più difficile del previsto.
Ci si crede ad un passo dalla rottura rivoluzionaria ma c'è sempre uno stilema sociale che riporta indietro il coraggio.

Ed è così che muore ogni forma di speranza, di passione, di amore.

Revolutionary Road è un romanzo passionale, sofferente, colmo di angoscia, malumore e struggimento, ma anche di bellezza e di profondità, un romanzo fitzgeraldiano nell'anima.
Raramente (nemmeno di fronte alle famiglie disfunzionali di Franzen o alle coppie lacerate di Fitzgerald) mi è capitato di temere il rapporto di coppia e la famiglia come in quest'opera, perché la degenerazione matrimoniale di cui scrive Yates è una delle cose più temibili dell'esistenza e il tipo di litigio che avviene tra April e Frank è pura violenza psicologica ed è letale.

Ho amato Revolutionary Road con la stessa forza atavica di questi scontri, con una passionalità feroce.
E alla fine di questa esperienza mi sono detta commossa: "è una delle cose più belle che abbia mai letto".

Commenti

  1. Amo Yates e questo è il suo capolavoro, ma il film non l'ho trovato all'altezza, difatti proprio a causa del film ho sempre erroneamente rimandato la lettura del romanzo. Comunque buttati anche sugli altri romanzi di Yates, non te ne pentirai ;)

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    1. A me il film all'epoca piacque, però è vero che il romanzo ha una potenza psicologica molto più forte ed è qualcosa di meraviglioso.
      Infatti voglio leggere altro di Yates e accetto consigli! (ho già messo gli occhi su Easter Parade...)

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  2. Non avevo voluto vedere il film perché prima volevo leggere il libro.
    Ancora non ho preso in mano nessuno dei due... devo darmi una mossa...

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    1. C'è sempre tempo e non è mai troppo tardi per imbattersi nelle cose belle del cinema e della letteratura ;)

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  3. Lo sto leggendo in questo momento e sono d'accordo con ogni tua singola parola!
    Venerazione nei confronti di Yates e della sua penna sopraffina...

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  4. Uno strazio magnifico. April è uno dei personaggi femminili più complessi di sempre.

    Ti abbraccio.

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    1. è vero, è pura e umanissima psicologia in movimento, una donna letteraria indimenticabile.
      Un abbraccio anche a te :)

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  5. Lo lessi subito dopo aver visto il film al cinema e neanch'io ne fui delusa, anzi! Lo divorai in tre giorni perché non riuscivo a scollare gli occhi dalle pagine e dalle vite di April e Frank!

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    1. sì, è uno di quei libri che si fanno divorare e che divorano al tempo stesso!

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  6. Io ho visto il film e mi era piaciuto un sacco, pensa che non sapevo nemmeno che fosse tratto da un libro (lo so, sono ignorante in materia!)

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    1. Beh, adesso lo sai e puoi regalarti un'esperienza di lettura straordinaria :)

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