Il mio parere su La teoria del tutto


Per una serie di coincidenze e similitudini quest'anno sembra inevitabile parlare in tandem di The Imitation Game e di La teoria del tutto. Chi vede il primo lo confronta con l'altro e viceversa, la tendenza al binomio è spontanea.

Anch'io sento questo irresistibile impulso all'accostamento e alla graduatoria e dico che La teoria del tutto (The Theory of Everything, di James Marsh, 2014) mi è piaciuto molto di più di The Imitation Game.
Non è un capolavoro, ma è sicuramente un buon lavoro, la prova che si può fare cinema con garbo anche su tematiche e personaggi intoccabili, e che si possono tenere a freno la compassione e la pennellata patetica senza scadere nella freddezza o nello snobismo.
In effetti La teoria del tutto punta molto al cuore dello spettatore e vuole deliberatamente pizzicare le sue corde emotive, ma la sua inglesità, la sua sobria eleganza evitano la caduta rovinosa nel melodramma popolare.

Entrambi i film hanno un tipo di costruzione classica e da manuale per il grande pubblico, sono studiati ad hoc per movimentare il botteghino, ma mentre The Imitation Game ha una perfezione banale e accademica che spegne ogni coinvolgimento emotivo (questo almeno per me), La teoria del tutto ha una morbidezza, un'umanità e una delicatezza a cui è difficile non cedere.
Nonostante la tragedia, il dolore, l'inevitabile nodo alla gola e il canonico invito alla commozione, non ci sente impauriti, patetici o arrabbiati guardando questo film, ma estremamente addolciti e stranamente ottimisti.

Perché La teoria del tutto è essenzialmente un film d'amore, su una storia d'amore totale, lunga, che continua anche quando finisce.
Amor vincit omnia, anche mostri come la malattia del motoneurone.

Ho apprezzato molto il poco voyeurismo sulla malattia e la focalizzazione poco sentimentale e molto inglese sulle varie fasi della sua spietatezza.
Non ho mai provato compassione per questo Hawking cinematografico, ma solo una sconfinata, ridente ammirazione, e sono stata pervasa da un delizioso vento di romanticismo.

C'è poco di scientifico, matematico e astrofisico in questo film, di Hawking emerge soprattutto Stephen, il ragazzo occhialuto e dolcemente nerd che si innamora perdutamente di Jane, la storia sentimentale della sua vita e non tanto quella geniale o accademica.
Così come emerge Jane, forse la vera protagonista del film, lei che ama Stephen anche nella stanchezza e che è di certo la vera grande conquista di lui.

La coppia Eddie Redmayne-Felicity Jones è secondo me riuscitissima (avrebbero potuto anche essere i protagonisti di 500 giorni insieme per quanto sono adorabili insieme!).
Da loro scaturisce quella luminosità, quel chiarore che caratterizza l'estetica del film, in ogni sua fase.

Felicity Jones è molto brava, britannicamente brava (niente eccessi da scena madre insomma) e riesce a farsi Jane e a trasmettere delicatezza e determinazione, ma è Eddie Redmayne per me la vera scoperta.
Il suo è un ruolo difficilissimo, eppure è riuscito a piegare letteralmente il suo corpo all'interpretazione della malattia e a incatenare le sue movenze in maniera credibile e contenuta, senza minimizzare e senza eccedere.

Il suo sguardo mi ha colpito più di ogni cosa: è sempre lucido e vivace anche quando l'immobilità e la deformazione prendono il sopravvento.
Lo stesso sguardo sorridente che ho sempre notato in Hawking e che mi ha sempre confuso più della sua atroce condizione.

Non a caso La teoria del tutto è anche un film sull'ironia e l'autoironia, uno degli strumenti di salvezza più potenti dell'umanità, un'arma spiazzante in un campo di battaglia feroce come quello della malattia grave, ma meravigliosamente salvifico.

Hawking mi è parso così bello e vincente in questo film, così beffardo verso il proprio male che alla fine le lacrime canoniche sono spuntate non per la bruttezza sconfinata della sua malattia, ma per la bellezza del suo attaccamento alla vita.

Lo ribadisco: La teoria del tutto è un film d'amore.
Spetta a voi fare i cinefili distaccati o lasciarvi inglobare da questo sentimento commerciale, ma vivificante.


Commenti

  1. Concordo su tutto, l'ho apprezzato anche io più di The Imitation game, gli attori sono stati bravissimi e Redmayne ha colpito anche me, interpretanto Hawking sarebbe stato facile cadere nel ridicolo invece lui è stato davvero fantastico...c'è chi si aspettava un film più che trattasse più delle teorie fisiche ma personalmente, visto che è la trasposizione della bio scritta dalla moglie, mi aspettavo proprio un film "sentimentale" che esplorasse il loro rapporto e raccontasse la loro storia...io tifo Redmayne come miglior attore protagonista anche se non ho ancora visto tutti i film candidati!! XD

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    1. Sono d'accordo Pila! Molti dimenticano che il film è tratto dal libro scritto da Jane Hawking (che è laureata in letteratura e non in fisica!) e mira a ricostruire una storia d'amore e non la carriera di Stephen Hawking.
      Capire che siamo davanti ad un film sentimentale è fondamentale per apprezzare il film :)
      Io non ho ancora deciso per chi tifare; Redmayne è bravo, ma il Michael Keaton di Birdman è folgorante...

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  2. Anche io sono del team #LaTeoriaDelTutto!

    In effetti i due protagonisti non sarebbe male vederli in un film alla 500 giorni insieme...

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    1. Infatti, mi piacerebbe rivederli insieme! Lei è quel tipo di attrice che fa subito breccia nel mio cuore <3

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  3. Più che la storia d'amore in sé a me ha dato fastidio come è stata concepita, tutta melassa ed esibizionismo della malattia che manco una soap messicana..
    O sarà che sono un cuore di pietra.

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    1. Ma stiamo parlando dello stesso film?
      Perché io di melassa ne ho vista poca e ancora meno "esibizionismo della malattia", malattia che è anzi rappresentata senza troppa insistenza e senza diventare mai davvero centrale. L'amore dei due è centrale, ma non mi è parso un amore da soap opera, ha anzi un'inglesità che frena ogni eccesso patetico.
      E te lo dice una che si sente a disagio davanti al pathos sentimentale melodrammatico :)

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  4. Un'autentica schifezza. Regia beffarda e una sceneggiatura smielata. Si parla tanto di tempo e poi gli attori manco invecchiano?
    Da dimenticare immediatamente.

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    1. Addirittura una schifezza? Stavolta non sono d'accordo Denny.
      Non è un capolavoro, ma per me è stato gradevole, un film d'amore proporzionato ed elegantemente inglese, con due attori giovani tutt'altro che impreparati.

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  5. Per me Hawking è un mito e sono proprio curiosa di vedere Redmayne alle prese con questa difficile interpretazione. Insomma, sono curiosa e andrò a vederlo appena possibile! :)

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    1. bene! Se ti va poi passa a dirmi come ti è sembrato ;)

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