I Love Books: 102. I nostri antenati (Il visconte dimezzato - Il barone rampante - Il cavaliere inesistente)



La leggerezza. I messaggi veicolati da toni lievi e da contesti surreali, fiabe per tutti, che ognuno può leggere come vuole, quando vuole, con il livello di immersione che vuole.
L'inverosimile che non dà fastidio alla razionalità, ma la incanta, la stimola, la invita alla riflessione.
L'immaginazione che si fa, senza averne l'intenzione programmatica, narrazione di te, di me, di noi, veri, umani, realissimi.

Avrei dovuto leggere quest'opera anni fa, quando tutto era più lieve e facile da credere, ma anche a 31 anni devo dire che le sensazioni di verità incredibile e di leggerezza incantata mi hanno avvolto.
Le mie percezioni sono state fervide, divertite; sono stata al gioco senza alcun impedimento mentale o anagrafico, mi sono "calvinizzata" senza alcuno sforzo, con l'immediatezza di un sentimento spontaneo.

Merito, tra le altre cose, della prosa di Calvino che è elegante, ricca di preziosismi e virtuosismi, di vocaboli desueti e di una musicalità d'altri tempi. Si danza sulle sue parole, si celebra un perfetto rito di narrazione leggendo le sue storie.

Ma chi sono i nostri antenati del titolo?
Siamo noi sotto mentite spoglie e in altre epoche, noi con armature da crociata o mantelli nobiliari o ardore da poema epico, alle prese con le contraddizioni della vita e le sue spinte irresistibili, con le ricerche interiori e le scoperte inattese.

Un visconte diviso in due da un colpo di cannone, il dualismo che ci caratterizza tutti, quel perpetuo oscillare tra il benevolo e il malevolo, un dissidio naturalissimo e necessario all'esistenza, l'equilibrio perfetto per la normalità, per la completezza del proprio essere.
Troppa malvagità o troppa virtù non vanno bene, bisogna essere un po' di tutto, mai totali.
Per me Il visconte dimezzato è il più significativo della raccolta.
Medardo sono stata io per tutta la lettura, io quel Dr Jekyll e Mr Hyde che distrugge o ama, io quel binario di spinte parallele.
Alle volte uno si crede incompleto ed è soltanto giovane.
Un baronetto ribelle sale su un albero come forma di dispetto verso gli esigenti genitori, e fino a qui tutto nella norma, se non fosse che da quell'albero Cosimo non scende più, per la vita.
Non un vile isolamento improduttivo, ma una vita sociale, partecipe, passionale da un punto di vista individuale e incrollabile. Una testardaggine costruttiva, una prospettiva autonoma ma non autistica.
Che magnifica avventura aerea e arborea che è questo racconto, che dispiegarsi di anni, vicende, vita che è. Nella sua stramberia Il barone rampante è una delle cose più vere mai lette.
- Yo quiero the most wonderful puellam de todo el mundo!
Un cavaliere che non c'è, un'armatura vuota, la sua aspirazione ad essere e l'avventura di due giovani, Rambaldo e Torrismondo alla ricerca di qualcosa che dia le prove dell'esserci, che sia una donna o un'indagine sulle proprie origini.
Il cavaliere inesistente l'ho amato lievemente meno rispetto agli altri due, forse perché più dispersivo e meno focalizzato su un solo personaggio, ma è comunque interessante.
"...quello che voglio è soltanto l'essere uno che sa quello che vuole!"
C'è un costante rivolgersi alla giovinezza nelle storie fantastiche di Calvino, nei suoi personaggi alla ricerca di completezza, di alternative, di esistenza, ed è per questo che, l'ho già detto, avrei dovuto farne esperienza quando ero io stessa un po' dimezzata, rampante e inesistente, in una parola giovane.

Eppure, pensandoci bene, si smette mai di sentirsi così? Non è forse una sensazione costante che è essa stessa sinonimo di vita? Se si raggiunge l'equilibrio della completezza non vuol dire forse che la ricerca si è esaurita, si è consumata in un apice di globale perfezione?
Credo di sì e credo, voglio credere, che sia normale sentirsi ancora dimezzati, rampanti e inesistenti alla mia età e che ciò che conta davvero sia il perfezionamento e non la perfezione, che umana non è, mai.
A volte è rabbia, a volte è entusiasmo, a volte è paura, questa diatriba senza età, ma è sempre, a quanto pare, normalità, prassi, addirittura beneficio
...perché bellezza e sapienza e giustizia ci sono solo in ciò che è fatto a brani.
Grazie a quella parte ritardataria di me che mi ha suggerito di leggere quest'opera meravigliosa, terapeutica, di (ri)scoprire Calvino d'estate, di (ri)scoprirmi ancora predisposta all'incanto e, per fortuna, ancora calvinianamente giovane.

Commenti

  1. Semplicemente tre capolavori! E' incredibile quanto riusciamo a rispecchiarci in questi particolarissimi personaggi e a sognare con le loro avventure...

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    1. Vero! Sono tutte e tre storie strambe e surreali, ma il rispecchiamento in esse è miracoloso! Altro che neorealismo 😉

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