I Love Books: 112. Senza nome
Ho sempre amato Dickens e forse avrei dovuto scoprire prima che amici dotati avesse.
Tipo Wilkie Collins, entità narrativa da me sconosciuta prima della rivelazione da parte dell'illuminante Fazi editore (ancora una volta, grazie!).
Collins è considerato il padre del genere poliziesco ed era molto popolare in epoca vittoriana; qualcosa avrà offuscato la sua fama, il vento ballerino delle mode probabilmente, ma la riscoperta è fondamentale e dà molta euforia.
Ho letto con grande trasporto questo romanzone logorroico e iperdescrittivo, gonfissimo di eventi e di sospensioni. Ho scoperto un autore, ma anche un genere inedito: letteratura vittoriana spigliata e creativa, eccezionalmente intrigante.
Il legal-drama in vesti ottocentesce.
L'intrigo è onnipresente in Senza nome, è un motore sempre acceso e orientato all'intrattenimento di chi legge. Non c'è da temere il colpo di sonno e la noia del démodé.
Senza nome è la storia delle sfortunate sorelle Vanstone, Magdalen e Norah, che in seguito alla morte improvvisa dei ricchi genitori non sposati (poco, pochissimo vittoriana questa situazione!), si ritrovano nullatenenti e senza nome per l'appunto. Due miserande senza patrimonio per colpa di un parente infame.
Mentre la maggiore delle sorelle accetta vittorianamente l'accaduto, la minore, Magdalen, - prima donna e grande attrice del romanzo - si lascia andare ad una giostra creativa di vendette trasversali e colpi bassi inferti ai nemici su ogni fronte.
Spietata, astuta, talvolta immorale, Magdalen è un calcio in faccia alle convenzioni e alle rassegnazioni dell'epoca.
Nessuna mesta paladina della sofferenza che si affida al volere dell'Onnipotente, niente accettazioni silenziose da santa donna ottocentesca: arriva la Magdalen di Collins e parte l'azione, il raggiro, la ricerca ostinata e beffarda della propria rivincita.
In tutto il calderone di fatti, colpi di scena, lettere, documenti legali di cui è straricco il romanzo, il feuilleton innegabilmente c'è ed è melodramma popolare come ci aspetta, però c'è anche molto coraggio, molta perspicacia narrativa e un'attitudine ben poco vittoriana: l'umorismo.
Collins intreccia, inventa, talvolta esagera, ma sembra sempre strizzare l'occhio al lettore, invitarlo a questa sciarada di travestimenti, inganni e piani segreti che anche quando sembrano posticci suscitano curiosità e un tipo di sorriso tutt'altro che derisorio.
Ci si aspetta sempre qualcosa dalle infinite pagine del romanzo e non c'è sensazione più vivace per il lettore, soprattutto quando la quantità delle pagine è così vistosa.
Non nego che alcune dinamiche, soprattutto quelle legate allo scambio di persona, abbiano una teatralità fin troppo basic alla Plauto, da commedia degli equivoci, ma d'altra parte c'è anche un approfondimento della psicologia dei personaggi che dà l'idea di un lavoro serio, meticoloso.
Tutta la rabbia feroce di Magdalen si trasferisce con precisione empatica nel lettore e i suoi pensieri e le sue azioni scaltre appagano il desiderio modernissimo di rivalsa.
Collins non è uno sprovveduto, sa bene cosa vuole il lettore.
Non mancano poi nella particolareggiata vicenda soggetti interessanti tutt'altro che secondari: furfanti preparatissimi come il capitano Wragge, istitutrici dalla scaltrezza volpina come Mrs. Lecount, ingenui e debilitati ereditieri come Noel Vanstone.
Il campionario è molteplice.
Che dirvi: non temete la mole, è una narrazione-fiume che raramente ristagna.
Fatevi intrigare da questo talentuoso misconosciuto che è Collins.
Io, dal canto mio, ho già acquistato La donna in bianco.
Anch'io adoro Dickens e la sua epoca, infatti Collins mi ha sempre incuriosita. Non ho ancora avuto occasione di avvicinarmici però... La Fazi continua a far grandi cose per noi lettori! Finora i romanzi del povero Collins li avevo visti solo in angoli nascosti delle librerie più grandi e ben fornite, ed in edizioni che, ecco, potevano lasciare un po' a desiderare.
RispondiEliminaÈ vero, quante scoperte e riscoperte che ho fatto grazie alla Fazi!
EliminaC'è sempre una novità interessante e le nostre risorse economiche dovrebbero essere illimitate 😉
Comunque, Collins te lo consiglio a occhi chiusi visto che sei un'amante della letteratura inglese vittoriana.