Il mio parere su The Danish Girl


Chiedete a chi era seduto al mio fianco in sala e vi dirà delle mie lacrime silenti in varie fasi del film e poi ancora di quelle copiose, esplose sul finale.
Nessun controllo sulla mia intelligenza emotiva, un fluire di commozione perfetta.
Sono uscita dalla sala addolorata (e con l'eyeliner strisciato su tutta la faccia) eppure colma di bellezza.

Quanto The Danish Girl (di Tom Hooper, 2015) mi abbia emozionato fin nella parte più remota della mia sensibilità, lo avete già capito. Mi ha donato un innamoramento, un'ammirazione, un gradimento a più livelli che non mi aspettavo.

Pensavo di essere più cinica, di dover detestare i manierismi e le leziosità pittoriche di cui il film è colmo, invece ho apprezzato anche le più affettate espressioni sul volto del protagonista, perché c'è una dolcezza in lui-lei che inonda, che annienta ogni difesa.

La storia vera di Einar Wegener, pittore danese degli anni '20, del suo grande amore Gerda, anche lei pittrice, del suo pionerismo transgender che dà graduale vita a Lili Elbe, non la conoscevo e la sua eccezionalità mi ha spalancato una finestra sul panorama delle storie di autentico coraggio, su un'avanguardia transgender che merita inchini commossi.

Eddie Redmayne è ispirato e dedito anima e corpo al suo personaggio sdoppiato ed è così straziante e delicato/a da atterrire lo spettatore per verosimiglianza e partecipazione.
Nel rendere il rifiuto sempre maggiore del suo status maschile e la prepotenza vivida della donna che è in lui, è teatrale, ma in senso positivo, è un magnifico spettacolo di sguardi, vezzi, movenze, che proprio perché non congeniti ma studiati, enfatizzati, persino imitati guardando altre donne, colpiscono al cuore, fanno lacrimare.

Di per sé Redmayne è un attore dai tratti efebici e dalla delicatezza femminea, con la sua faccia liscia molto britannica e il corpo snello si presta spontaneamente al ruolo, ma se ciò non bastasse c'è un impegno nella sua prestazione che sa di studio prolungato, di sensibilità totale, di dolore.
Un grande dono per lo spettatore.


La sua Lili è il frutto di questa dedizione corporea e psichica, una figura di donna-uomo innamorata del suo inventarsi donna, che ammicca a se stessa in uno stato di incredulo benessere.
Lili, pelle diafana, parrucca rossa, occhi verdi, si guarda allo specchio e sorride languida alla se stessa che ha modellato ed è un trionfo di espressività, di pudica vanità.

Alicia Vikander (che nella vita vera ama ed è amata da Michael Fassbender, beatissima lei!) è stata un'epifania: intensa da far tremare.
In certi momenti perfino più toccante di lui.

Gerda, così ostinatamente vicina al suo Einar, anche quando Einar non torna più perché Lili l'ha fagocitato, è un inno all'amore integralista, è l'accettazione più aperta e romantica che si possa immaginare, è un continuo dolersi eppure donarsi.

I suoi vitalissimi slanci pittorici, le sue buffe pose, i giochi che innescano scoperte, così come i tremolii del suo viso prima delle lacrime e la tristezza piena dei suoi occhi, colpiscono forte.
Vikander, che non avevo mai visto al cinema, è da Oscar.


Entrambi meritano il valore speciale di questo film e questo film merita loro.

Poco importa se il regista indugia su aspetti estetici e coreografici mirati ad abbellire la superficie: i sentimenti che fluiscono in questo sipario, fra quadri, paesaggi pittorici, interni dorati e sciarpe svolazzanti, sono potenti e arrivano anche allo spettatore più sprezzante.


Non a caso Lili "nasce" dalla pittura, è un'invenzione di Gerda da trasferire su tela. I cromatismi che avvolgono il film sono assolutamente appropriati.


Chi ama il minimalismo estetico (ed emotivo) potrà forse percepire ridondanze e prospettive quasi barocche, indugi esteriori esagerati, ma le scelte stilistiche di Hooper sono solo la cornice, e quello che conta è l'impatto che la storia narrata ha sul cuore.

Non ci si emoziona forse fino al tremore di fronte a certi quadri di spietata bellezza?

Che bella opera che è The Danish Girl!
E che coraggio Einar, che coppia questa coppia, che vittoria, seppur simbolica, e che bellezza dolce questo ragazzo danese che si fa ragazza e che inonda tutto il film di delicatezza e rivoluzione.

Ed ecco che ho voglia di piangere ancora...

Commenti

  1. Una sorpresa. Bello, elegante, commovente.Redmayne bravissimo, la Vikander addirittura maestosa

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  2. Come tutti i film di Hooper è ruffianissimo e patinato... però è fatto maledettamente bene! E non mi vergogno a dire che mi sono commosso anch'io. Redmayne ha i lineamenti perfetti per il ruolo e recita benissimo, ma la più brava di tutti è Alicia Vikander

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    1. Che bello che ti sei commosso anche tu, mi viene quasi da commuovermi ancora per questa tua dichiarazione :D
      Ripeto, Vikander deve vincere l'Oscar!

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  3. Lui è stato davvero straordinario, un'interpretazione magistrale, nel corpo, nelle movenze, nelle espressioni, nelle emozioni.. Insomma, un Oscar assicurato (e strameritato) a mio parere.

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    1. Dici che lo vince di nuovo lui? Non saprei...Di certo è bravo da far commuovere.
      Ma lei è quasi al di sopra!

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  4. Il film mi è piaciuto.
    Però non ho pianto o, se anche lo avessi fatto, preferisco non ammetterlo. :)

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  5. Credo che lo vedrò, del tuo giudizio mi fido.

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  6. Ammetto che il personaggio che ho preferito è stato quello di Gerda, Alicia Vikander è sublime, bravissima, sono stata male per lei!
    Film intenso, allo stesso tempo delicato come un petalo di rosa e fortemente devastante come un pugno allo stomaco.

    Bellissimo il tuo blog!
    Buona giornata

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    1. Grazie Cleo :D
      Sì, la Vikander è sublime e l'dea del film come petalo e come pugno mi piace tantissimo!
      Buona serata a te e grazie di esserti aggiunta...

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