Il mio parere su Alla ricerca di Dory

Andrew Stanton (Alla ricerca di NemoWALL•E) si tuffa di nuovo nell'oceano - lo stesso che gli valse un Oscar 13 anni fa - e ci fa nuotare ancora una volta con Nemo, Marlin e soprattutto Dory.
In fondo al mar le cose continuano ad essere animate, di un'animazione un po' più debole, ma pur sempre piacevole.

Alla ricerca di Dory è un film buono come il pane, di una bontà incontaminata, e forse per questo, da una prospettiva adulta, un tantino lezioso.

È gradevole come tutti i Disney-Pixar, ma orientato ai più piccoli e alle loro famiglie: stavolta è tutto molto basic, docile e buonista, più Disney e meno Pixar.


Tutti questi pescetti colorati della barriera corallina, tra profondità oceaniche e avventurose risalite sulla terraferma californiana, offrono allo spettatore piccino una girandola multicromatica senza posa, quel tipo di dinamismo dedicato specialmente all'incanto dell'infanzia.
Il plot invece è semplice, forse troppo: c'è la classica ricerca, il supporto di amici vecchi e nuovi, qualche imprevisto e il finale canonico.
Tanto amore, tanta amicizia, tante frasette dolci.

In questa favoletta marina candida e benevola c'è però un elemento di diversità, un tipo di personaggio fuori dagli schemi che può piacere anche a noi adulti privi di prole e che ci era piaciuto già ai tempi di Alla ricerca di Nemo: sto parlando di Dory.

Dory, smemorata e strampalata, logorroica e confusa, ci ricorda che siamo fighi così come siamo, deficit compresi, e che diversità non vuol dire impossibilità.
Che sia amnesia, miopia o semplice insicurezza, dobbiamo nuotare veloci.
Lei, col suo disturbo della memoria a breve termine (ma non è troppo giovane per l'Alzheimer?), con la volatilità del suo pensiero e delle sue azioni, riesce comunque nel'impresa di ricordare e di trovare attraverso il ricordo.

Mai abbattersi dunque, siamo tutti Dory e a volte siamo patetici e caotici nelle intenzioni, ma non vuol dire che siamo dei pesci lessi.

Messaggio molto bello.
Se fossi un genitore o un insegnante di scuola primaria farei vedere questo film ai più piccoli per educarli alla diversità e all'accettazione autoironica dei difetti.

Tuttavia, significato profondo a parte (siamo ovviamente molto lontani dall'introspezione raffinata di Inside Out) a prevalere è la superficie, l'infantile intrattenimento animato, dove bastano colori, creature buffe e pesci chirurgo color Ikea a dare gioia e benessere visivo.

Il personaggio che mi ha fatto divertire di più è l'octopus Hank, con le sue continue metamorfosi, la sua patologica paura della libertà (vivere in cattività, in ogni tipologia di cattività, spesso è più facile!). Le scene che lo riguardano sono ricche di effetti visivi complessi, fra le più belle del film.

Adorabili pure lo squalo balena miope e il beluga disorientato.


E poi c'è l'immancabile parte umana, il parco oceanografico di Morro Bay in California, che appare ai protagonisti subacquei come un inferno tentacolare, con la voce tra il rassicurante e l'inquietante di Licia Colò, le sue diramazioni infinite stile centro commerciale e il pubblico dei più piccoli come minaccia suprema.


Tirando le somme: tanta simpatia ittica, buona (ma non stupefacente per gli elevati canoni Pixar) qualità grafica, messaggio importante, trama non troppo ricca, personaggi collaterali adorabili, garbo e gentilezza, elogio senza fine della famiglia e di altri valori Disney, scarsa forza emotiva.

Uno spin-off minore (ma non per quel che riguarda i costi e gli incassi da record!), una nuotata semplice e priva di ambizioni.
Come Dory, credo che me ne dimenticherò presto.

(Ah, il corto che precede il film, Piper, è ultra tenero).

Commenti

  1. In tanti si sono sentiti delusi da questo film. Io sono di una prospettiva diversa (che poi è sostanzialmente quella che avalli tu), è purtroppo solo nei nostri occhi di non più giovanissimi, quelli che nel 2004 ai tempi di Nemo erano bambini o appena adolescenti, la delusione, perché non siamo il target immediato a cui si rivolge il film. Finding Dory è un tipico film per famiglie, per i più piccini (il più immediato paragone che mi viene in mente è The Brave): godibile, buffo, divertente, immediatamente istruttivo, ma non profondo o smaccantamente ironico.
    Insomma, innegabilmente un buon prodotto, molto tradizionale.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In realtà Alla ricerca di Nemo (all'epoca avevo 19 anni) non lo considero imprescindibile nella mia lista di film Disney del cuore. Forse anche per questo non sono impazzita per Alla ricerca di Dory. E poi sarà che oltre ad essere adulta sono anche cinica ahahah ;)
      Buono e tradizionale senza dubbio, ma come dici tu manca la profondità o la verve.

      Elimina
    2. Io ho un legame affettivo forte con Nemo invece, probabilmente anche perché è stato l'ultimo film che ho visto in quel triste passaggio tra l'infanzia e l'adolescenza piena!

      Elimina
  2. Ho sentito alcuni pareri molto negativi su questo film.. Gli darò comunque una possibilità visto il grande affetto che nutro nei confronti di Alla ricerca di Nemo, una delle prime pellicole viste al cinema. Tanti cuori per Dory, insomma!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non è un capolavoro, ma per passare un'ora e mezza senza pensieri al cinema va più che bene. In fondo anche quando la Disney non dà il meglio rimane sempre la cara e confortante mamma Disney ,)

      Elimina
  3. Mi hai messo addosso parecchia paura di vederlo!
    Se c'è tutto questo buonismo, mi sa tanto che potrei odiarlo parecchio... :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ahahahah, forse sono troppo cinica io, ma dopo Inside Out ho pretese molte alte in ambito Disney-Pixar.
      Aspetto una delle tue recensioni fuori di testa (immagino sia a tema "smemoratezza" ahahah) ;)

      Elimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

I Love Books: 49. La porta

Nessuno si salva da solo - Hungry Hearts

I Love Books: 118. Roderick Duddle

I Love Books: 48. Notre-Dame de Paris

Serie tv Netflix: Stranger Things 2

I Love Books: 82. Il commesso