Il mio parere su The Martian


A me la fantascienza non piace, nemmeno quella d'autore (salvo un paio di recenti eccezioni), la trovo disumana ed eccessivamente tecnica, un trionfo di megalomania produttiva, di ingegneria aerospaziale che soppianta ogni forma di intimità. Non sono nemmeno una "scottiana" della prima ora e non mi sono mai galvanizzata per la gelatinosa mostruosità di Alien né per la mitologia cyberpunk di Blade Runner.
Eppure The Martian mi è piaciuto, mi ha dato gioia.

Questo perché The Martian non è un film di fantascienza, ma un film comico, addirittura ridicolo, con la piena ed ostentata consapevolezza di essere tale.

Che divertimento, che meravigliose libertà tamarre che si è preso Sir Ridley Scott, che balle spaziali!

Finalmente un film di fantascienza in cui la parte fanta- ha la meglio sulla parte -scienza ma in modo deliberato, in cui non c'è traccia di quella seriosità o di quella solennità filosofica di cui è intrisa fino alla noia la fantascienza classica di buona fattura.
Scott parte dai modelli classici (su tutti Apollo 13), ma destruttura il genere infarcendolo di buonumore, di brillantezza, di inni buffissimi alla vita. Poco importa se ciò comporta un sacrificio dell'attendibilità scientifica e della credibilità della pellicola.

The Martian non è l'ennesimo film di fantascienza accademico di cui nessuno - io per prima - ha bisogno, ma una dichiarazione gigante dell'importanza salvifica dell'ironia.
Scherza, ridi, burlati delle tue sventure: è probabile che tu muoia lo stesso, ma almeno ti sei divertito con te stesso.
Sembra voler dire questo The Martian (la cui fonte è il romanzo L'uomo di Marte di Andy Weir).

C'è la NASA, la parte istituzionale, quella autoreferenziale anche qui, c'è un filo proprio (!) di filoamericanismo e qualche momento di fantascienza d'ufficio, ma per il resto la scena marziana è dominata da un esilarante astronauta, dedito alla ricerca della sopravvivenza in un pianeta invivibile e ad un'autoironia esagerata, uno che si è già salvato solo per l'atteggiamento scelto nella disperazione.


Matt Damon si è prestato benissimo ad un ruolo così semiserio e il suo Mark Watney è eccezionale nell'alternare il lato smart a quello grottesco, nel farsi compagnia da solo in una situazione di solitudine galattica.
Ho adorato il suo modo di essere così beffardo verso il pericolo concreto di morte; il suo è un eccesso di positività poco credibile, soprattutto nelle fasi più pericolose, e viene da dire spesso "se, vabbè!", però non si smette mai di tifare per questo ottimista contagioso.
Le sue cronache marziane sono grandiose. Happy Go Lucky in salsa fantascientifica.

Molte delle avventure solitarie di questo Robison Crusoe di tipo spaziale sono numeri da commedia, sono degne di un siparietto dei migliori Looney Tunes (ho pensato spesso a Wile E. Coyote e alle sue sfortunate missioni dinamitarde) e fanno ridere in un modo fuori contesto considerando che con la fantascienza la risata non è mai stata contemplata e si dovrebbe provare tensione al cardiopalmo.

In The Martian momenti più tesi non mancano, ma c'è sempre una battuta, una scemenza, una trovata tragicomica dell'adorabile sopravvissuto o dello staff che tenta di riportarlo sulla Terra, ad alleggerire le dinamiche e a far volare il film dentro un'enorme bolla di piacevolezza della durata di 130 minuti.

Aggiungete a questa fantascienza light, la disco-music anni '70 di Donna Summer e degli Abba, che è già puro divertimento sonoro, o pezzi mitici come Starman di David Bowie, un cast di qualità (Jessica Chastain, Rooney Mara, Jeff Daniels, Sean Bean...), citazioni esilaranti (su tutte quella da Il Signore degli anelli), tutta una serie di altre cose che non ti aspetteresti (e a cui non credi, ma che ami lo stesso), la disposizione d'animo con cui esci dalla sala, così divertita e leggera, e il risultato è il Ridley Scott che ho amato di più di sempre e un film di riferimento terapeutico per i momenti di sconforto.


Commenti

  1. Sì, "The Martian" ha il grande merito non prendersi sul serio e regalarci due ore (e passa) di sano intrattenimento senza troppe pretese. Godibilissimo e divertente, concordo, con trovate geniali come la colonna sonora irresistibilmente "seventies" che regala momenti di grande ilarità.
    A me la fantascienza piace, è uno dei miei generi preferiti (chissà perchè, invece, è indigesta a quasi tutte le donne... :D ) ma questo in effetti è più un film d'avventura, con Matt Damon novello Robinson in un pianeta sconosciuto. Merito di un regista "giocherellone" e di una sceneggiatura all'altezza delle aspettative.

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    1. Esatto, è un film d'avventura e mi è piaciuto proprio per questo :D

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  2. Bellissima recensione!
    Fresca fresca visione, posso dire che The Martian mi é piaciuto molto. La mia più grande paura, dopo aver letto il libro e la durata della pellicola, era quella di vedere un film deludente e noioso e invece.. No! Scott ha saputo affrontare la fantascienza anche senza mostri o nemici alieni di cui aver paura. Simpatia e disco music per tutti ;)

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    1. Grazie :D
      Pensavo anch'io potesse essere noioso e invece vola via che è un piacere e ti diverti pure!

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  3. Sto leggendo il libro e non vedo l'ora di vedere il film! Ah, io adoro la fantascienza... (un film di fantascienza abbastanza ironico è Il quinto elemento di Luc Besson)

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    1. Se sei una purista della fantascienza forse questo film potresti trovarlo in qualche modo ridicolo, ma se stai al gioco semiserio di Scott ti diverti ;)

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  4. Fino all'ultimo minuto sono rimasta indecisa sulla visione o meno di questo film... E alla fine ho preferito evitare, proprio perché come te non amo particolarmente la fantascienza e temevo l'ennesimo colossale blockbuster. Mi sa che gli darò una chance però dopo le tue parole!

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    1. Dagliela! Te lo dice una che detesta la fantascienza e la inserisce nel filone "accontentare-ditantointanto-ilpropriocompagno" ;)
      Se lo vedi fammi sapere...

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