Breve disquisizione sul sopravvalutato concetto di (s)Fashion Icon

La moda mi interessa parecchio ma solo se per moda si intende la ricerca di uno stile personale, di un modo d'essere particolare, di un'attitudine creativa che si riversa anche sul proprio abbigliamento, sui colori, sulle forme, sui tagli, se per moda si intende insomma un modo di servirsi dei vestiti non solo al mero fine di coprirsi ma come un divertente gioco quotidiano di combinazioni e abbinamenti.
Mi capita spesso di curiosare tra i blog di moda e, sebbene ogni tanto trovi eccezioni degne di totale ammirazione e ragazze con uno stile che mi viene troppa voglia di emulare, la maggior parte di questi blog (e chi li scrive) sono privi di personalità e seguaci di un modo di vedere la moda un po' elitario, noioso e materialistico: tutti con le stesse scarpe feticcio dell'ultim'ora, tutti con gli stessi accessori supercostosi, tutti con gli stessi stilisti must, tutti con le stesse icone, le stesse fisse. Per esempio...
Anna Dello Russo, direttore creativo di Vogue Japan, fashion icon, cesso immenso.

...Dovunque, sul web, sui blog delle cosiddette "fashion victims", sui giornali di moda, questa donna è considerata una Fashion icon...Che dire, per me è solo una brutta, vecchia, rattrappita, rugosa, tamarra lampadata e trovo ciò che indossa francamente ridicolo, improponibile, al limite dello schifoso...Portare frutta finta sulla testa non significa avere stile, significa sapersi vestire bene da caramella o da macedonia a carnevale.
Non basta indossare un abito originale (per non dire orrendo) e sorprendente (o meglio sconcertante) di uno stilista famoso per essere "fashion" (odio questa parola e l'uso che se ne fa!), ci vuole ben altro, almeno per quel che mi riguarda.
Sarà che le mie "icone ufficiali" sono donne più romantiche, delicate, indie, (mi vengono in mente Zooey Deschanel o Carey Mulligan, Audrey Hepburn o Audrei Tautou o Sofia Coppola, tanto per citarne qualcuna), sarà che la mia fonte d'ispirazione, oltre a me stessa, sono ragazze che rispondono a canoni di stile più graziosi e particolari (non nel senso che si addobbano con frutta finta in testa!), un misto di vintage e di bon-ton, di sobrietà e di ricercatezza, cose che solo magnifici empori del low cost come , H&M, Zara, Stradivarius, Pull and Bear, Bershka e affini riescono ad offrire a chi, come me, ama cercare e creare mise carine senza spendere milioni di dollari, sarà...
Fatto sta che trovo a dir poco incredibile che si idolatri una donna come Anna Dello Russo o che si riesca ad amare e ad osannare come must-have oggetti (s)fashion mostruosi come questi:
Jeffrey Campbell Lita, sembrano scarpe ortopediche per malformazioni rare ai piedi!
Insomma, concludo questo post-riflessione, dicendo che spesso il confine tra ciò che va di moda e ciò che va di corpo è davvero molto sottile, quasi una perfetta sovrapposizione!
Io, per quel che riguarda il mio armadio, mi diverto lo stesso anche senza oggetti di culto e anche senza imperativi categorici.
W i mercatini, w il low-cost, w la moda a proprio modo!




Commenti

  1. Niente male, Marghe.
    Io di moda non capisco proprio un cazzo di niente, per dirla come il Bardo, ma i tuoi commenti alle immagini - terribile lei, terribili quei paracarri che osano chiamare scarpe - sono davvero impagabili.

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  2. ahahahahahaahahah si sembrano davvero paracarri!
    Grazie di apprezzare i miei acidi commenti Mr. Ford :D

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  3. oddio, che gusto dell'orrore! xoxo

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  4. eheheh hai proprio ragione!
    (Sono mille volte più belle e stilose le nostre maglie di Fifi Lapin ;D)

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  5. Sono perfettamente d'accordo con te...
    Sembra quasi che più trash sei più fashion icon diventi...
    pazzesco!!!

    Sakura Emme

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  6. hai perfettamente ragione!Più sei trash, vestita di mille colori che non c'azzeccano niente l'uno con l'altro, addobbata come un albero di natale e più sei "fescion"!!!!

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