Rifugio anti-cinepanettone: 2. I pinguini di Mr. Popper


Questo è un film carino come uno di quei pacchetti natalizi con carta da regalo a tema e coccarde dorate da mettere sotto l'albero. Non contiene chissà quale messaggio o qualità memorabile, è leggero come l'aria delle feste, ma si fa adorare facilmente.
Personalmente ritengo Jim Carrey un antidoto umano alla tristezza e alla noia, una cura automatica per il buonumore; mi diverte sempre tantissimo starlo a guardare, osservare quel suo volto mimetico e il modo di muoversi tutto dinoccolato e strambo, è un mio mito personale ed è sempre un ottimo attore pronto a mettersi in gioco e a giocare con la sua immagine.

E poi ci sono gli animali, non i soliti cani o gatti parlanti tuttofare delle commedie familiari, ma i pinguini, esseri di una tenerezza goffa incredibile, stupidi e dolcissimi, che Tom Popper/Jim Carrey riceve in eredità dal padre esploratore.
Convivere forzatamente con i glaciali pennuti in frac si rivelerà molto difficile per un indaffarato uomo d'affari come Popper, ma la simpatia innata di queste bestiole dalle urla stridule finirà con l'addolcire pure lui, trascinandolo in un'avventura rocambolesca e "ghiacciata".
Se a ciò aggiungete una New York magicamente innevata e pre-natalizia, delle dinamiche familiari padre-figli non eccessivamente patetiche, la presenza di un'elegante e canuta Signora in giallo/Angela Lansbury, una segretaria buffa che pronuncia solo parole con la lettera p, una scena memorabile e movimentata al Guggenheim Museum, questo film diventa la commedia giusta per questo periodo, in grado di intrattenere senza essere troppo infantile e in grado di regalare a tutti un'ora e mezza di spensieratezza intelligente.

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