L'amore dura tre anni


Vive la France, vive la revolution! Ovvero, la capacità genetica dei francesi di fare film sui generis e bellissimi sull'amore.

L'amore dura tre anni (L'amour dure trois ans, di Frédéric Beigbeder, 2011) è il tipo di film che in Italia sarebbe stato qualcosa come Manuale d'amore, il genere di commedia popolare alla Carlo Verdone/Sandro Veronesi suddivisa in capitoli e dalla grana grossolana e spicciola, piuttosto banale e tradizionale.

Ora, non voglio fare la solita critica alla mediocrità del cinema italiano, ma un film come questo ti fa necessariamente pensare che noi italiani siamo un popolo di sempliciotti un po' grezzi e terra terra.

Sì, perché L'amore dura tre anni ha uno stile visivo e narrativo, delle trovate, un modo di incantare, di raccontare, che ho trovato originali, geniali, divertenti, e lontani anni luce dalla maniera filmica comico-romantica bonacciona e caruccetta della nostra penisola.

E' un film che parla di amore e disamore con un appeal fresco, buffo, un mix di frasi comico-caustiche alla Woody Allen, di eleganza e sapienza sentimentale parigina, di radicalismo chic autoironico, di romanticismo dolceamaro alla 500 giorni insieme, di tocco poetico alla Godard, di grottesco, di ludico, di sarcastico.
E' un bijoux di film straordinariamente godibile e incantevole, una commedia con delle teorie tutte sue e un carattere indipendente ed esilarante, ricca di riferimenti colti e sofisticati, di rimandi letterari, musicali, cinefili, ma sempre leggera e sopra le righe, irresistibilmente pop.

Marc Marronier (Gaspard Proust), trentenne instabile ed emotivo, critico letterario e cronista mondano, divorziato da poco, elabora una teoria personale sulla tempistica dell'amore fissandone la durata in tre anni. Da questa idea nasce un libro il cui grande successo mal si concilia con il nuovo travolgente amore di Marc per la bella Alice (Louise Bourgoin), un amore che sembra smentire il canonico iter triennale da lui teorizzato.

L'amore viene fatto a pezzi, analizzato, teorizzato, praticato, smontato e rimontato in questo film (tratto dal romanzo omonimo dello scrittore e pubblicitario Frédéric Beigbeder, che ne è anche il furbo regista) che sonda con disinvoltura le moderne dinamiche relazionali, filosofizzando sul valore di un sms e della sua risposta, sulle fasi di una storia e su altre mille cose legate al più insondabile dei sentimenti. Ne vengono fuori postulati, motti, frasi ad effetto che viene voglia di appuntarsi, battute brillanti e acute, un manuale ricco di perle di saggezza romantica alternativa.
Se a ciò si aggiungono due attori protagonisti azzeccatissimi, il goffo e "romanzesco" Gaspard Proust e la bellissima e frizzante Louise Bourgoin, il risultato è un'alchimia perfetta.

Sono rimasta incantata da questo film, si nota? L'ho adorato dal primo fotogramma e - concedetemi la banalità di questa frase - , lo amerò per molto più di tre anni ;)






Commenti

  1. no non sei snob! anche io ho detto la stessa cosa dopo aver visto "Nudisti per caso" ! Aggiunto alla lista dei desideri :-)

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  2. sarà il prossimo film che vedo!!! GRAZIE.

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  3. mi manca...provvederò. grazie per i consigli.

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  4. anche a me è piaciuto, però adesso ho trovato qualcuno a cui è piaciuto ancora di più! :)

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  5. Rossana, Marco, Guasta-blog, Chiara, Cirano: spero con tutto il cuore che vi piaccia (sennò penserete "ma quella scema di nulladipreciso che mi***a di film ci consiglia?" ahahahah). Aspetto un parere da ognuno di voi!

    Marco, tu che l'hai già visto puoi capire il mio entusiasmo ;)

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  6. L'ho visto qualche settimana fa e devo dire che è proprio un film molto carino!

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  7. Non c'è che dire, i francesi ci sanno fare!

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