WOODY ALLENamento: 4. Provaci ancora, Sam


Per chi non lo sapesse, Woody Allen non ha girato questo film, lo ha scritto prima per il teatro e poi sceneggiato per il grande schermo e interpretato, ma è riuscito a dargli il meglio di sè, la sua essenza più autenticamete sfigata e adorabile e a farne uno dei più preziosi e brillanti momenti della sua carriera.

Provaci ancora, Sam (Play It Again, Sam, di Herbert Ross, 1972) per me è uno degli apici della comicità alleniana, una parte della mia personale trinità in cui gli altri due elementi sacri sono Manhattan e Io e Annie.

Ridere di gusto fino alle lacrime non capita spesso al cinema, tutt'al più si sorride un istante, invece con questo film si ha un approccio fisico, quasi isterico alle gag di Woody, si ride in maniera estrema e convulsa, ci si diverte davvero. Per lo meno questo è l'effetto che fa a me ogni volta, ma non credo di essere la sola.

In questo film Woody è Allan Felix, un critico cinematografico di San Francisco imbranato e sognatore che viene mollato dalla moglie e che si ritrova contro la sua volontà a dover frequentare nuove donne con l'aiuto dei suoi migliori amici, i coniugi Dick (Tony Roberts) e Linda (Diane Keaton), e di un amico immaginario, niente meno che l'Humphrey Bogart (Jerry Lacy) di Casablanca.

Gli approcci con l'altro sesso di Allan sono dei disastrosi giochi pirotecnici di goffaggine, insicurezza e ansia, sono un susseguirsi ad altissimo contenuto comico di brutte figure, mosse pacchiane, tecniche di seduzione demenziali, fallimenti esilaranti.

Woody ha portato al cinema prima di tutti e meglio di tutti la figura dello sfigato, il nerd della modernità metropolitana, quel tipo di bruttino intellettualoide stempiato, meglio se con gli occhialoni da miope, che non batte chiodo con le donne, che vive di film, musica e letteratura d'autore e che non sa vivere la realtà.

Allan Felix ne è l'emblema perfetto, è un disastro ma proprio per questo è immensamente amabile.
I suoi tentativi poco credibili di atteggiarsi a figo, di seguire i suggerimenti del maestro-tombeur de femmes Humphrey Bogart e di renderli atti buffi e scoordinatissimi, lo rendono un amico ideale per ogni spettatore e spettatrice, un beneficio per tutti, l'ansioso che scaccia le nostre ansie, il nevrotico che ci fa più bene di una seduta di psicoanalisi, il depresso che ci tira su il morale.

Sembrerà strano, ma spesso mi trovo a parlare di Woody Allen come fosse una cura, un ansiolitico, un rimedio e non un regista e un attore, ma in effetti è così: per me lui è una salvezza e una dipendenza e questo film in particolare mi aiuta a digerire meglio la vita.

Ve lo prescrivo ;)







Commenti

  1. Questo film è fantastico! Concordo con te. Adoro Woody Allen e ho tutta la sua filmografia.
    Visto che ti piace così tanto mi permetto anche di autocitarmi:
    http://gua-sta.blogspot.it/2011/05/io-woody-allen-e-il-resto-del-mondo.html

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    Risposte
    1. questo ci accomuna molto, marghe: il vederlo come una cura, come una salvezza! quando guardo un film di woody mi scordo di tutto - e il mondo mi sembra un posto più bello, e vivere una cosa fenomenale. pa

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    2. provo esattamente le stesse sensazioni anch'io Pa :D

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