Candidato a sorpresa
Mentre Obama si insedia per la seconda volta e per altri quattro anni alla guida degli USA, mentre le facce bigotte dei repubblicani delusi campeggiano on line, io vi parlo di un film che in qualche modo richiama il pompatissimo clima elettorale a stelle e strisce facendone una parodia: Candidato a sorpresa (The Campaign, di Jay Roach, 2012).
Sapevo già che non era il mio genere preferito di film, non ho mai un buon rapporto con le commedie fintodemenziali e pacchiane troppo americane, ma il trailer mi aveva fatto ridere e in più sono innamorata da sempre di Zach Galifianakis, lo trovo adorabile e fisicamente divertente, così ho deciso di vederlo.
Vi dico subito che non è nulla di che, una commedia carina ma non esilarante, con battute e siparietti che fanno ridere di gusto ma che sono troppo poco frequenti, piccole esplosioni di salace humour in una generale situazione di calma. Non ci si annoia, ma non ci si sbellica nemmeno dalle risate.
La forza che dà la carica e lo stile giusto ad un film altrimenti scialbo, è la brillante coppia di attori che già solo a vederla è fonte di risate spontanee: l'istrionico Will Ferrel nei panni di Cam Brady, il candidato puttaniere, volgare e bastardo, e il panciuto Zach Galifianakis nei panni dell'avversario ingenuo, naif e sensibile, Marty Huggins, sono la perfetta e grottesca quintessenza della satira alla politica made in Usa.
Il contrasto tra questi due disastri politici e umani è reso molto bene, i vestiti buoni e i capelli posticci di Cam cozzano con i cardigan lanosi e i baffi demodè di Marty, la licenziosa e godereccia attitudine del primo con la puritana e tenera vita dell'altro, la famiglia modernamente glamour del primo con quella rotondamente country del secondo e così via.
Dal ring in cui i due si prendono a pugni più o meno metaforici viene fuori il vero spettacolo, il cuore comico del film ed è soprattutto in questi faccia a faccia paradossali che Candidato a sorpresa dà il meglio di sè.
Per il resto una campagna elettorale senza sorprese.
Scene top: il pugno di Cam Brady al bebè e poi al cagnolino di The Artist (!); la recita di Cam di un Padre Nostro riveduto e corretto e molto blasfemo; le confessioni finali e improbabili di vari personaggi di fronte all'invito di Marty ad essere sinceri: "raffino cocaina nel capanno dei bambini" detto a sorpresa da un tizio bigotto ipercristianizzato mi ha fatto troppo ridere!
va bene per una visione in clima elettorale, però nulla di più...
RispondiEliminainfatti sì!
Eliminanemmeno io amo questo genere di film,però il trailer era abbastanza intrigante!infatti pensavo di vedermelo prima o poi,ma dopo aver letto questa recensione credo opterò per altro!!!:)
RispondiEliminasì il trailer era un concentrato del meglio del film e lo faceva sembrare esilarante, ma sono rimasta un po' delusa...Puoi cmq provare a vederlo Audrey se cerchi un film rilassante e senza troppe pretese, in fondo in fondo non è completamente da buttare :)
Elimina